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Giovanni Calabrese replica alle dichiarazioni di Don Alex Zanotelli: «Basta insultare Locri»

Dall’Ufficio Stampa Città di Locri

Alla manifestazione nazionale Abbracciamo Riace e Mimmo Lucano. Chiamata alle arti sono stati molti gli esponenti del mondo religioso, dello spettacolo e dell’arte che sono intervenuti sulla vicenda e sulla sentenza Lucano.
A far adirare il primo cittadino locrese, Giovanni Calabrese, le parole di Padre Alex Zanotelli che, per difendere Mimmo Lucano, si scaglia contro Locri e fomenta le piazze contro la magistratura. «Locri, lo chiarisco per chi viene da fuori, è la capitale della ‘ndrangheta, la più potente organizzazione mafiosa al mondo. È mai possibile che una procura abbia speso due anni per perseguire Mimmo e non il vero obiettivo, che è la ‘ndrangheta?» ha detto Padre Zanotelli durante una intervista del giornalista Gad Lerner.
Non ci sta il sindaco Calabrese, che non entra nel merito della sentenza e dell’iniziativa pro Lucano ma non accetta, anzi condanna, le esternazioni di un uomo di Chiesa che definisce Locri capitale della ‘ndrangheta e ancor di più mette in discussione il ruolo della Magistratura.
«Ora basta con gli insulti alla nostra città. Per anni – sottolinea e chiarisce il primo cittadino, anche e soprattutto per chi viene da fuori, – la nostra città è stata ostaggio della ‘ndrangheta e dei suoi cattivi e sanguinari uomini. Per anni gente onesta e innocente è stata assassinata da questa gentaglia. Per anni abbiamo sofferto e vissuto con disagio e paura. La Magistratura e le Forze dell’ordine hanno lavorato e lavorano, in questo territorio, nel rispetto della legge e per ricostruire, insieme alle forze positive del territorio, la legalità, e far rispettare le regole del vivere civile.
«Però – chiosa Calabrese – in diverse occasioni, quando abbiamo contrastato con atti concreti la ‘ndrangheta, quando abbiamo detto No alla mafia, in tutti questi anni di battaglie, in tante nostre manifestazioni, come giusto che fosse per chi crede che la mafia è una montagna di merda, in tutti questi anni, non abbiamo visto don Zanotelli e i suoi amici».
Oggi, grazie al sacrificio di persone perbene, alla coraggiosa resistenza di chi è rimasto e alla determinante azione della Magistratura, sotto attacco da parte molti sostenitori di Lucano, e dell’impegno delle Forze dell’ordine, Locri sta diventando una città normale, che ambisce a diventare simbolo della legalità e a ricordare di essere la città di Zaleuco, primo legislatore.
L’esternazione di Padre Zanottelli, tra l’altro fuori luogo e inadeguata, non solo ferisce, ma determina, soprattutto in chi viene da fuori, un quadro distorto sulla realtà e offende chi invece lotta quotidianamente.
«Lo sappiamo, non abbiamo suscitato l’interesse di Zanotelli e company, persone che oggi insultano la Magistratura per aver condannato l’ex sindaco di Riace – prosegue Calabrese. – Ognuno ha una sua idea, la Magistratura ha emesso una sentenza, i sostenitori di Mimmo Lucano hanno tutto il diritto di difenderlo, ma non gli è consentito di gettare fango sulla città di Locri.
«Sarebbe bello che Zanotelli, Lerner, Fiorella Mannoia, tra l’altro ospite della nostra città alcuni anni fa, e company si facessero portatori, oltre della drammatica situazione dei migranti, anche dei disperati della Locride, del nostro disagio, della nostra povertà, della mancanza di lavoro, della mancanza di speranza per i nostri giovani. Ma a Zanotelli e company tutto ciò non interessa!»

Redazione

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