Non toglietemi le cicatrici da dosso
Di Vincenzo Carrozza
Non toglietemi le cicatrici da dosso
Lasciatele al loro posto
Quelle profonde della galera
Non le toccate
Nell’inferno si capisce la vita
L’altra assurda
M’ha schiantato il cuore
Con la sua testa pesante di sangue
Non disturbatela, dorme in pace
Non toglietemi le cicatrici
Quella di mio padre
Che m’ha segnato il volto
È la pietra mia angolare
Lasciatela dov’è
Senza quella crollerei
Pietra su pietra
Come il tempio di Gerusalemme
Non toglietemi le cicatrici dalla carne
Non voglio un corpo nuovo
Immacolato e bianco
Lo voglio piagato
Come quello dei malati
Lo voglio sporco
Come quello dei reietti
Lo voglio offeso
Come quello dei migranti
Abusato
Come quello delle donne
Senza vita
Come quello dei bambini
Bruciati dal freddo e dalle bombe
Bruciati dalla fame e dall’indifferenza
Ho una cicatrice inguaribile
Che batte in vece del cuore
Che s’affanna per ogni ingiustizia
Lasciate le cicatrici agli occhi
Lasciatele alle orecchie
Non mi rendono cieco
Non mi rendono sordo
Per quanto sono enormi
Gli abusi dei potenti
Non toglietemi le cicatrici da dosso
Saranno la giusta strada
Le pietre d’inciampo
L’albero fiorito
Sotto cui riposare.