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Massimo Ripepi: “A Palazzo San Giorgio c’è una vera e propria emergenza democrazia”

Di Massimo Ripepi – Presidente della Commissione Consiliare Controllo e Garanzia

Nella conferenza stampa odierna tenuta a Palazzo San Giorgio insieme ai colleghi Demetrio Marino (Fratelli d’Italia), Gianluca Califano (Coraggio Italia), Giuseppe De Biasi e Antonino Minicuci (Lega) e Guido Rulli (Minicuci Sindaco), abbiamo offerto ulteriori dati sulla mancata costituzione di parte civile nel processo Miramare, dopo che la Dirigente dell’Avvocatura Civica, non presentatasi a tre convocazioni della Commissione di Controllo e Garanzia da me presieduta, ha fatto pervenire una nota nella quale sono scolpite, indelebili, condotte di gravità estrema sulle quali la Prefettura certamente prenderà provvedimenti.
Il Sindaco, ai sensi dello Statuto Comunale, aveva conferito a novembre 2014 alla Dirigente Fedora Squillaci, una delega, tuttora valida ed efficace, per esercitare, in concreto, la rappresentanza dell’Ente in qualsiasi giudizio, civile, penale o amministrativo che fosse.
La norma statutaria era vigente nel momento in cui al Comune fu notificato, quale persona offesa, l’avviso di udienza preliminare (fissata per il 17 settembre 2018) del cosiddetto Processo Miramare, al fine di un’eventuale costituzione di parte civile per il ristoro dei danni connessi alla lesione che la Procura della Repubblica di Reggio Calabria riteneva fosse stata arrecata dall’intera giunta comunale al prestigio, al decoro e alla trasparenza che devono connotare l’attività dell’Ente.
La dimensione di gravità assoluta di cosa sia successo la offre su base documentale la Dirigente dell’Avvocatura Civica, la quale afferma, con specifico riferimento all’anno 2018, di essersi interfacciata sul punto con l’Amministrazione, in particolare trasmettendo tutti i decreti di citazione a giudizio al Capo di Gabinetto del Sindaco pro-tempore che valutava gli atti in cui costituirsi.
Cioè, la Dirigente dell’Avvocatura Civica, sulla torbida vicenda Miramare sembra essersi dimenticata del fatto che il Sindaco fosse il principale imputato e che la decisione sulla costituzione di parte civile spettasse a lei soltanto.
Come se ciò non bastasse, Squillaci ha pensato bene di interfacciarsi inammissibilmente con l’Ufficio facente capo al Sindaco nonostante fosse precluso all’Ufficio di Gabinetto di pronunziarsi sulla costituzione di parte civile nel processo che vedeva Falcomatà imputato per fatti connessi alla carica.
Quindi, la decisione di non costituirsi parte civile nel processo a carico del Sindaco, stando alla nota della Dirigente dell’Avvocatura Civica, sembrerebbe essere stata del Capo di Gabinetto, la condotta del quale sarebbe stata orientata verso l’unico obiettivo di tenere indenne il patrimonio del Sindaco dall’azione giudiziaria.
Insomma, una gestione privatistica di immediata evidenza, sulla quale dovremo sapere di più, perché i cittadini hanno diritto alla trasparenza!
E dovrà essere reso chiaro anche il motivo per il quale la costituzione di parte civile non è avvenuta nel processo a carico di un’altra Dirigente dell’Ente, Maria Luisa Spanò, mentre di segno opposto è stata la scelta dell’esecutivo comunale targato PD e della accondiscendente burocrazia comunale nelle diverse ipotesi che hanno riguardato i semplici dipendenti comunali, i vigili urbani ovvero i privati cittadini.
La verità è che questa gente non ha cura nemmeno per le apparenze e non si pone il problema di spiegare in base a quale criterio si permetta il lusso del sistematico ricorso ai due pesi e alle due misure.
È parso doveroso riprendere quanto evidenziato un mese addietro da Italo Palmara, cioè tutt’altro senso istituzionale e dell’etica pubblica del Sindaco Demy Arena nella vicenda processuale che interessò Giuseppe Scopelliti.
Se il Sindaco Arena non si è lasciato condizionare dalla profonda amicizia che lo lega a Giuseppe Scopelliti, la vicenda Miramare, stando a quanto scrive Fedora Squillaci, consegna alla città la foto raggelante di un Sindaco in grado di influenzare, su chissà quali basi, una Dirigente del Comune.
E questo che va chiarito in ogni sede!
Cos’altro occorre al Prefetto e al Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica per porre fine a questa tempesta che devasta da troppi anni la nostra città?
Chi rimuoverà dall’incarico Fedora Squillaci?
Si potrà consentire ancora a Falcomatà di continuare a gestire, sia pure per interposta persona, un Comune che considera come il cortile di casa propria?

Redazione

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