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Politica

Morte medicalmente assistita, Coraggio Italia: “Accettata solo entro certi limiti”

Nella seduta della Camera dei Deputati svoltasi nella serata di mercoledì, il parlamentare di Coraggio Italia originario di Locri Felice Maurizio D’Ettore è intervenuto a nome del suo Gruppo sul complesso degli emendamenti relativi alle Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita.
Nel corso del suo intervento, D’Ettore ha sottolineato come il suo partito si dica fermamente contrario al cosiddetto suicidio assistito, specificando tuttavia che la scelta delicata che si trova a compiere il Parlamento richiede, anche in presenza dell’espressione di una scelta contraria, un’esposizione coerente e ragionevolein modo che non si tramuti in «una mera contrapposizione priva di fondamento critico, giuridico, scientifico ed etico. Il nostro Gruppo – ha proseguito il parlamentare di Coraggio Italia – ha presentato un complesso di emendamenti totalmente fondato sull’elemento di approfondimento tecnico-scientifico e quello della certezza giuridica sulla base di orientamenti propri della Corte Costituzionale. Il diritto alla vita è fondamentale negli studi giuridici. La vita, come diritto inviolabile e indisponibile, può trovare modalità diverse d’intervento giustificate solo sulla base di un preciso orientamento giuridico. Il resto sono solo slogan.»
D’Ettore ha dunque proseguito con un breve approfondimento tecnico delle disposizioni della Corte Costituzionale in merito all’argomento in oggetto, specificando che, nel caso in cui le nuove disposizioni non si pongano in contrapposizione a quanto riportato nella Carta Costituzionale, rimane la volontà del gruppo da lui rappresentato di confrontarsi sull’argomento e su eventuali modifiche alla norma vigente. In considerazione della sacralità del diritto alla vita, tuttavia, la norma può essere applicata solo «alla situazione dei soggetti tenuti in vita da un trattamento di sostegno vitale specifico: la condizione irreversibile conclamata e accertata, determinata da patologia infausta, il cui esito letale è già previsto, e non qualsiasi condizione irreversibile o qualsiasi condizione medica di tipo transitorio. Una condizione accertata sulla base di una prognosi conclamata, fonte di sofferenze intollerabili, sulla quale il soggetto ha avuto la possibilità di esprimersi nella consapevolezza che la sua non sia una scelta negoziale o dispositiva.»
Ragioni, queste, ha specificato D’Ettore, che richiedono che la norma sia «adeguatamente dettagliata e non esposta a interpretazioni di vario tipo» che potrebbero pregiudicarne l’efficacia.
Per ascoltare l’intervento integrale del deputato clicca qui.


Edil Merici

Redazione

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