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Attualità

Funerali shock

Il rompiscatole


Edil Merici

Di Francesco Salerno

Quello che sta accadendo negli ultimi giorni a Israele ha dell’incredibile, e lo è ancor di più in virtù del silenzio in merito che per molti giorni ha permeato la maggioranza dei media mondiali.
Come, forse, alcuni di voi già sapranno, alcuni giorni fa è stata uccisa la giornalista palestinese Shireen Abu Akleh, volto notissimo di Al Jazeera. La reporter è morta durante un servizio sull’azione dell’esercito israeliano nel campo profughi di Jenin, nella Cisgiordania orientale.
Shireen, insieme a un collega, indossava l’elmetto e il giubbotto che la identificava come giornalista, ma ciò non è bastato per salvarle la vita. Raggiunta da un colpo in pieno volto, è deceduta quasi subito, mentre il suo collega è rimasto ferito. Immediatamente i palestinesi hanno accusato Israele di aver freddato a sangue freddo la giornalista, ma questi hanno dapprima smentito, poi sono corsi ai ripari dichiarando che apriranno un’indagine interna.
Fin qui, un fatto orrendo di cui forse avete già letto qualcosa. Ma il peggio deve ancora venire.
Dopo la morte di Shireen, infatti, il suo corpo è stato trasportato all’ospedale San Giuseppe a Gerusalemme e, da lì, il suo feretro avrebbe dovuto essere condotto alla sepoltura. Ma, non appena la bara è uscita dall’ospedale, mentre una folla di palestinesi si era riunita a commemorare la defunta, ecco l’azione israeliana.
Decine di poliziotti in assetto antisommossa, infatti, hanno letteralmente assaltato il corteo. Con manganelli e gas lacrimogeni hanno colpito più volte i presenti, concentrandosi soprattutto su coloro che stavano trasportando la bara. Quest’ultima ha rischiato più volte di cadere, salvata soltanto dal coraggio di alcuni giovani che, pur sotto le bastonate, hanno continuato a tenerla in spalla.
Io personalmente ho visto i video in questione e devo dirvi che li trovati spaventosi. Vedere dei poliziotti colpire con tanto odio la gente presente a un funerale francamente non lo avevo mai visto prima. Davvero non bastava ucciderla? La si doveva anche assaltare durante le esequie?
Dinnanzi a fatti come questo non posso non domandarmi dove sia la comunità internazionale, i difensori dei diritti, i moralisti, i pacifisti e tutti coloro che parlano continuamente di diritti umani. Non voglio nemmeno pensare cosa sarebbe accaduto se, invece che dagli israeliani, tale azione fosse stata compiuta da un altro popolo… magari coinvolto in un conflitto alle porte dell’Europa.
Quello appena narrato, tuttavia, non è che l’ultimo di una serie infinita di fatti di sangue che coinvolgono lo stato ebraico. Sono anni che assistiamo silenziosi al massacro sistematico dei palestinesi. Perché non dovremmo denunciare tali crimini? Perché riguardano Israele? Per la paura di essere definiti antisemiti? Francamente non mi interessa quale definizione mi possa venire affibbiata in seguito a questo articolo. Ciò che è accaduto è vergognoso e lo sarebbe stato in qualunque circostanza e per qualunque popolo.
Forse dovremmo ricordarci tutti che, prima di essere russi, ucraini, palestinesi o israeliani, siamo innanzitutto esseri umani.

Foto: ilfattoquotidiano.it


“Birra”

Redazione

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