Riconosciuto innocente ma i beni non gli vengono restituiti: imprenditore si incatena al CeDir
Spogliato di tutti i suoi beni, il lavoro di una vita, sacrifici e onestà, prova ne sono le assoluzioni con formula piena che hanno confermato l’estraneità dello stesso a ogni accusa contestata nel corso del processo che lo aveva visto imputato del reato di cui all’articolo 416 bis del Codice Penale, a oggi per la giustizia non ha diritto alla restituzione di tutti i suoi beni, e 300 euro al mese dovrebbero essere sufficienti a farlo vivere dignitosamente. Ragioni sufficienti, per Francesco Gregorio Quattrone per avviare una protesta che lo vede incatenato al Centro Direzionale di Reggio Calabria.
Spiega l’Avvocato Maria Domenica Vazzana in una nota:
Sono stata incaricata dal Signor Quattrone a seguire questo dramma giudiziario. Nei giorni a seguire, con grande attenzione e scrupolosità, verranno esaminati gli atti che hanno portato a ritenere legittima la privazione dei beni economici a Quattrone, che mi ha espressamente dichiarato che si ritiene vittima di un’ingiustizia. Un’odissea processuale non è mai una bella esperienza, soprattutto se a pagare ingiustamente è un innocente. Questo è il punto cruciale del dramma vissuto; dovrò procedere a una cognizione storica di tutta questa vicenda, posso anticipare che, non vi sarà alcuna esitazione nel dare una giustizia completa a Quattrone, qualora si ravvisino i presupposti previsti.
Ho incontrato un uomo dilaniato e sofferente, senza alcuna rassegnazione a ciò che ritiene ingiusto, con la coscienza pulita, ridotto a non poter essere più proprietario dei suoi beni, frutto di anni di sacrificio,che ritiene di avere un corredo probatorio non compatibile con un provvedimento di confisca, e che sarà presto al vaglio della difesa, che non esclude l’emersione di prova decisiva.
Valuteremo tutto e lavoriamo per dimostrare (almeno così auspichiamo), il diritto a tornare a essere proprietario di quanto confiscato, fiduciosi sempre nella giustizia giusta; il gesto del Quattrone di incatenarsi va letto come un gesto di un uomo sfinito e molto provato da ciò che ritiene ingiusto, ma che ha ancora fiducia nella giustizia e questo ci da la forza di combattere al suo fianco.