Grazie a Dio la cultura calabrese è incarnata anche da Tommaso Labate!
Un incontro di pochi attimi per brindare, mi auguro, a un’amicizia imperitura.
C’è un cuore che batte forte, un cuore generoso, un cuore immenso, un cuore calabrese. È il cuore di un grand’uomo; è il cuore di Tommaso Labate.
Vi racconto di un incontro. Un incontro rapido ma proficuo, di appena pochi attimi: io avevo fretta, lui era di passaggio. Però a volte può capitare che bastino pochi attimi per cristallizzare il tempo. E quando ciò accade è da considerarsi un evento straordinario, perfino magico. Tommaso è un essere speciale. Più che speciale, è un essere eccelso. Dai suoi occhi deborda, infatti, una luce intensa, intelligente, che ispira fiducia e che si colloca al di sopra delle grandezze umane. È come se una strana energia albergasse in lui, e davvero non passa inosservata. Tommaso, oltre a questo, è uno degli intellettuali più prestigiosi d’Italia. Una penna giornalistica di grande talento politico soprattutto, ma è anche una lauta voce di narratore. Un vero figlio d’arte, insomma, forse grazie a una terra che non offre grandi possibilità; una terra che spesso manifesta il proprio dolore per questo con lacrime amare. Piange di rabbia, la nostra terra; piange perché si sente sola, distante dai propri figli più talentuosi. E quando poi loro (principalmente in estate) vi fanno ritorno, essa riprende a vivere, a respirare. Questi prestigiosi rampolli (che tanto grande è il contributo che diariamente danno al mondo) rappresentano la nostra realtà più emerita. È dunque a loro che dobbiamo la nostra riconoscenza. Grazie a loro di esserci. Grazie a Tommaso Labate di esserci, di rappresentarci, grazie per la sua presenza costante.