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PD Calabria: le parole del Vescovo Savino, l’incontro a Lamezia e l’ultimo DCA

Proseguono le attività del Partito Democratico Regionale, che ha commentato le parole del Vescovo Francesco Savino sull’autonomia differenziata, si è riunito a Lamezia Terme e ha puntato il dito sull’ultimo Decreto del Commissario ad Acta.

Mimmo Bevacqua «Le parole del Vescovo Savino sull’autonomia differenziata facciano riflettere la politica»

“Vi chiedo di schierarvi aspramente contro quelle scelte che intendono tradire la giustizia sociale e l’equità. Mi riferisco alla tanto dibattuta secessione dei ricchi o autonomia differenziata.”

Queste parole, chiare e ferme, le traggo dalla lettera aperta che il Vescovo di Cassano allo Ionio ha voluto rivolgere ai politici in occasione degli auguri per la prossima Pasqua. Per queste parole, e per il resto della sua lettera, desidero ringraziare sinceramente e convintamente il Vescovo Savino.
Ognuno, tra quanti in Calabria si occupano della cosa pubblica, dovrebbe sentirsi chiamato in causa dal monito e dall’invito del Vescovo. Ognuno di noi deve sentirsi, come sottolinea il vescovo, pro-vocato, in senso etimologico: chiamato fuori e al di là della parte e della fazione, per riflettere in coscienza sull’evidente pensiero sottostante al tentativo attuale di approvazione a tappe forzate dell’autonomia differenziata. Si tratta di quel pensiero che Monsignor Savino, sulla scorta della lezione di Papa Francesco e ribadito anche dal cardinale Matteo Maria Zuppi qualche giorno fa, indica come cultura dello scarto: di fronte agli squilibri e ai divari, si sceglie semplicemente di ignorarli e di cristallizzare le ingiustizie, impedendo per legge qualsiasi possibilità di riscatto e di crescita, presente e futura.
C’è poi un’altra circostanza che mi preme di sottolineare: sua Eccellenza si firma semplicemente come Don Francesco. Un fatto che non è passato inosservato alla mia personale lettura. Vi ho colto infatti una lezione di modestia e un monito a badare alla concretezza delle funzioni che ognuno è chiamato a svolgere. Meno ostentazione, più attiva umiltà e sempre dalla parte dei più deboli: la politica potrebbe partire esattamente da qui.

Il gruppo del PD si riunisce a Lamezia Terme alla presenza dei nuovi innesti

Si è riunito a Lamezia Terme il gruppo del PD in Consiglio regionale per fare il punto sull’attuale situazione politica e accogliere in nuovi ingressi.
Il presidente Mimmo Bevacqua ha dato il benvenuto e formulato gli auguri di buon lavoro ai nuovi ingressi Amalia Bruni e Antonio Billari e introdotto poi la discussione. Tanti i temi affrontati durante il dibattito, al quale sono intervenuti i consiglieri Ernesto Alecci, Francesco Antonio Iacucci e Raffaele Mammoliti: sanità, azienda zero, la nuova società multiservizi introdotta dal governo regionale e che sta provocando tante difficoltà ai Comuni calabresi e i rischi connessi all’autonomia differenziata che il governo nazionale vuole approvare senza che neanche siano stati individuati i Livelli Essenziali di Prestazione.
«Il gruppo prosegue la sua attività politica – ha detto Bevacqua – e adesso si avvarrà anche del contributo della nostra candidata alla Regione Bruni e di quello di Billari per rendere sempre più efficace l’azione di opposizione all’amministrazione di centrodestra che continua a procedere a colpi di spot senza dare soluzione a nessuno dei reali problemi dei calabresi.»
Nei prossimi giorni il gruppo del PD tornerà a riunirsi per programmare una serie di iniziative in sinergia con il segretario Nicola Irto, volte a coinvolgere sempre di più i territori ed essere un costante punto di riferimento per le istanze dei cittadini.

Bevacqua: “L’ultimo DCA ha dato il colpo finale alla sanità pubblica calabrese”

“Con il DCA nº 105 del 3 aprile emanato da Roberto Occhiuto, viene sancita una concessione di maggiore spazio e vantaggiosa premialità, costante e graduale, alle strutture sanitarie private accreditate. È quello che, come gruppo del PD, temiamo e sosteniamo da tempo, purtroppo. Anche questa stagione di governo regionale della sanità si sta caratterizzando per una maggiore attenzione verso il sistema privato accreditato a scapito della sanità pubblica, che sprofonda nelle sue emergenze, mettendo sempre più a rischio il diritto alla salute dei calabresi.
Nel DCA in questione, che sostituisce la tabella B delle risorse previste nel precedente Decreto nº 185 del 9/12/2022, emerge come l’Amministrazione Regionale, quindi il Presidente Occhiuto, abbia scelto di utilizzare il criterio della produzione effettiva per la ripartizione delle risorse nel triennio 2022/2024, un criterio basato sul valore medio della produzione nelle annualità 2019 e 2021. Di fatto standardizzando e legalizzando il cosiddetto fuori bilancio. Si concede alle strutture private accreditate non quanto previsto dal piano di fabbisogno regionale, ma quanto hanno prodotto, ormai in forma storicizzata, nelle loro annualità migliori. E questo mentre più sentenze del Consiglio di Stato hanno ritenuto e continuano a ritenere non accettabile il fuori bilancio, cioè lo sforamento del tetto delle prestazioni, fatte salve ovviamente quelle salvavita. Seppure il criterio sia stato ritenuto giusto e logico dal Tribunale Amministrativo Regionale di Catanzaro nella sentenza nº 435/2023 resta contestabile sul piano strettamente politico per ragioni etiche e di garanzia dei diritti fondamentali che non può che portarci a concepire l’idea di una sanità dove il settore pubblico deve avere necessariamente un ruolo preponderante.
Nella stessa sentenza, infatti si afferma che “il valore complessivo delle prestazioni erogate da una determinata impresa nel corso dell’anno può rappresentare uno degli elementi che consentono di apprezzare l’efficienza dell’impresa stessa nel mercato di riferimento […], ciò induce a ritenere che tale criterio di riparto non sia palesemente irrazionale o illogico”. Nella sentenza si afferma, inoltre, che le prestazioni rese fuori bilancio, anche se non remunerate nell’anno corrente per via dei limiti di spesa imposti all’Amministrazione, sono comunque da considerarsi per la determinazione delle risorse da assegnare nel triennio successivo. Se è vero che le risorse distribuite ai privati non aumenteranno nel triennio 2022/2024 (184.000.000 circa per annualità) è anche vero che la scelta di questo criterio potrebbe portare a un aumento lento ma progressivo dell’incidenza del settore privato nel sistema sanitario calabrese. Come dire che è vero che questo DCA non costa un euro in più alle casse regionali nella stagione corrente, ma è anche vero che diventa una potenziale e temibile cambiale che andrà ad incidere sulle annualità successive. A tutto discapito, manco a dirlo, della sanità pubblica perché la coperta quella è. Se la tiri da una parte si scopre l’altra.»


GRF

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