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Costume e SocietàLetteratura

Il pendaglio nascosto

Novelle Ioniche


Edil Merici

Di Luisa Totino

Dinanzi ai resti del tempio, la dea lasciò il braccio di Isabella e si avvicinò per guardare meglio. Gli occhi le si fecero lucidi e disse: «Questo è ciò che è rimasto del luogo in mio onore, dove pellegrini giungevano a portarmi offerte e suppliche, per chiedere una speranza al loro amore?»
E Isabella: «Sì, è tutto qui. Ma per le persone del mio tempo è straordinario e vivo, come un tempo. Vengono a centinaia a visitarlo, certo non ha la funzione di una volta, ma è meraviglioso immaginarlo.»
E Anna: «Del resto sono passati più di duemila anni.»
Afrodite, sospirando, disse: «Non pensavo di essere così distante dal mio tempo, ma cosa potevo aspettarmi da un vecchio ciclope…»
«Un ciclope?» disse Betty, e poi aggiunse: «Vuoi dire che qualcuno ha già cercato di liberarti?»
E la dea: «Sì, ma senza riuscire ad aprire lo scrigno. Dovevo pur far qualcosa una volta finita negli abissi.»
E Anna: «Stiamo parlando di Polifemo?»
«No, di suo fratello gemello Castione. Dopo essere stata rinchiusa nello scrigno un vortice mi inghiottì nel Tartaro, questo ve l’avevo detto. Oltre a esservi rinchiusi i Titani, vi si possono trovare strane creature, come i ciclopi, le ninfe, i giganti… Esseri stravaganti che nessuno vuole. Il Fato mi fece finire nell’antro di Castione, e io gli promisi bellezza e fascino se fosse riuscito a liberarmi. Ma nonostante tutti gli sforzi non riuscì ad aprire lo scrigno. Castione, però, voleva a tutti i costi il suo premio, prese lo scrigno e lo portò sulle rive di un ruscello»
Betty, stupita, disse: «Un ruscello nel Tartaro?»
«Sì – prosegui’ Afrodite. – È il fiume dove tutto scorre: il tempo, i ricordi… Castione pensava che lasciandomi alla sua corrente sarei tornata indietro nel tempo al momento in cui ancora non ero stata rinchiusa, ma la corrente prese una strada diversa, verso l’ ignoto futuro, ed eccomi qua. Credo, però, che io dovessi giungere a te Isabella, perché tu sei la prescelta.»
Poi andò dritta ai resti della colonna del Tempio, e iniziò a tastare il basamento.
Ad un certo punto esclamò alle ragazze: «È qui. È proprio qui! Presto, dovete rompere in questo punto.»
Le ragazze la guardano attonite, e Isabella disse: «Ma è un reato, non possiamo rompere questi resti, ci arresteranno!»
E Afrodite: «Avete promesso di fare qualsiasi cosa senza chiedere spiegazioni!»
Betty, allora, si guardò un giro, poi disse alle sue amiche: «Lì, ci sono dei mattoni con degli spigoli. Forza, prendiamo uno ciascuno e rompiamo quel basamento. Quando se ne accorgeranno sarà troppo tardi per inseguirci e arrestarci. Al limite penseranno all’attacco di qualche ambientalista, tanto va di moda deturpare le opere d’ arte…»
Le tre ragazze presero i mattoni e cominciarono a battere vigorosamente sul basamento nel punto che aveva indicato Afrodite.
Isabella disse alla dea: «Esattamente, cosa dovremmo trovare?»
E Afrodite: «Qualcosa che nella notte del sortilegio non ho fatto in tempo a utilizzare, il mio pendaglio con la luce dell’astro dell’ovest. Non lo avevo indossato quella sera. Lo avevo risposto in una piccola teca alla base del Tempio. Nessuno sapeva della sua esistenza, compresa Fedora. È l’unica cosa che mi è rimasta di mio padre Urano, che non ho mai conosciuto, perché sono nata dalla sua morte. Forse è per questo che sono la dea dell’ Amore, perché esso vince su tutto, anche sulla morte.»
Anna, all’improvviso, esclamò: «Ci siamo, sta cedendo! È cavo, dentro!»
Afrodite si avvicinò subito, scostò le ragazze e si mise a togliere i detriti e poi prese all’interno un piccolo cofanetto: «Eccolo, è rimasto intatto!»
Poi lo aprì, tra la curiosità delle ragazze. All’interno una collana d’argento, ben conservata, con un pendaglio a forma di stella, sembrava fatta d’ambra. Era molto bella, ma non brillava.
«Perché è spenta? Dovrebbe contenere la luce dell’astro dell’Ovest, la mia essenza è legata ad essa!»
Dette queste parole, Afrodite diventò di nuovo trasparente, per qualche secondo, ma anche i resti del Tempio lo divennero con lei…

Continua…


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