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Costume e SocietàLetteratura

Il ritiro a vita privata

La tela del ragno


Edil Merici

Di Francesco Cesare Strangio

Aquilino era solito guardarsi attorno per apprezzare la bellezza delle giovani donne. Quel pomeriggio era distratto dai pensieri, tanto che non si avvide di niente; la stazione era come se appartenesse alla dimensione del nulla, priva di esseri viventi. Mezz’ora di sosta al bar di via Marsala e poi mosse, con a seguito lo zaino pieno di soldi, verso il binario otto in cui sostava, in attesa di partire, il rapido per Reggio Calabria.
Il fischio del treno segnò l’inizio del viaggio che portò Aquilino a Salerno.
Arrivato a casa, i famigliari erano tutti visibilmente contenti per la sua presenza e ancor più per la somma che era riuscito a guadagnare, ma non si avvidero del vuoto che si portava dentro.
Le festività natalizie passarono con la solita velocità che vuole ricordare ai viventi l’effimerità dell’esistenza.
La mattina del 12 gennaio di quel nuovo anno, Ferdinando ricevette la telefonata in codice da Sergeevič, era arrivata l’ora di concedersi una vacanza di una settimana a Innsbruck, presso la quale si trovarono tutti puntuali, la mattina del 15 dello stesso mese, al grande hotel President.
Le montagne erano stracolme di neve, i pini lungo le strade apparivano stanchi di reggere il manto bianco che piegava i rami verso il basso come se volessero baciare la terra.
All’incontro, oltre a Ferdinando e Sergeevič, erano presenti il fratello di Bobbo e uno del clan rivale; le altre dodici persone di scorta stavano in disparte, senza partecipare agli accordi sulla spartizione del territorio della Slovacchia.
Ci vollero quattro lunghi ed estenuanti giorni di trattative, prima di raggiungere l’accordo.
Come aveva previsto Ferdinando, il clan opposto agli zingari partecipò agli accordi senza avanzare eccessive pretese: si accontentarono di quello che fu concesso loro da Ferdinando e Sergeevič.
Conclusi gli accordi, il figlio minore di Ferdinando si trasferì in Slovacchia ove, seguendo la logica degli antichi casati, sposò la sorella più piccola di Bobbo: il matrimonio suggellò l’unione delle due famiglie, aumentando ulteriormente il loro potere. Con la nuova gestione dello stabilimento delle pizze surgelate il fatturato ebbe un notevole incremento.
Per quanto riguardava il malaffare del traffico e lo spaccio degli stupefacenti, il gettito di denaro aveva assunto dimensioni tre volte superiori a quelle del bilancio dello Stato.
Aquilino, dopo essere rientrato a Salerno, la sera andava a camminare in riva al mare, rifletteva su quanto aveva visto e vissuto e si domandava se ne fosse valsa la pena. Con costante insistenza s’interrogava sulla creazione e sulla natura stessa dell’uomo. Considerava l’homo sapiens una magnifica creatura ma, allo stesso tempo, un miope e grossolano analista inabile a decifrare il mondo che lo circonda, capace solo di rendere l’insensato sensato, il logico illogico.
Mentre mille pensieri gli brulicavano in testa, Aquilino volgeva lo sguardo verso il basso a osservare l’acqua cristallina del mare, poi lo portava verso la magnificenza della volta celeste ad ammirare le stelle, la cui luce appariva pulsante come se volessero salutare la terra.
Osservò a lungo l’acqua e le stelle, poi pervenne: “Come in alto così in basso, com’è il grande è il piccolo. Che strano e imperscrutabile evento è l’homo, sembra volutamente messo al centro delle due dimensioni per poterle apprezzare e valutare.”
Aquilino, con le mani incrociate dietro la schiena, passeggiava a piedi scalzi sulla sabbia baciata dalla luce della luna, che la faceva scintillare come fosse dorata; il suo pensiero accarezzò i freddi respiri della mente arroccata nella fortezza di tutto ciò che appare.
Che cosa è l’uomo? Siamo forse degli Dei che hanno accettato la sfida della vita terrena per poi, attraverso il passaggio della buia porta della morte, riprendere il proprio posto? Sono infinite le volte che si deraglia dai binari della ragione per sconfinare nel precipizio dell’inganno. Beato chi poggia il proprio pensiero sulla solida dimensione della concretezza e non sulle sabbie mobili dell’astratto che alle prime difficoltà cedono il posto al nulla. La società manda di continuo segnali chiari, gli organi preposti alla pianificazione del vivere civile e alla prevenzione preferiscono applicare il metodo della repressione, giustificandolo come unico e solo strumento in grado di ripristinare l’ordine sociale. Perché non usare la filosofia della persuasione come strumento di prevenzione? Con buona probabilità il prevenire, economicamente, rende meno della repressione.
Nacque spontaneo in Aquilino domandarsi: “Che cosa stiamo cercando? Dove pensiamo di andare? Forse, nella realtà non cerchiamo altro che la fine, spinti da una forte pulsione di morte!”
Aquilino, sul finire del mese di aprile, partì per la sua ultima destinazione: l’isola di Capo Verde.
In Europa la primavera destò la natura dal suo lungo sonno invernale, dando sfoggio alla magnificenza dei suoi colori.
In Aquilino era sceso il triste crepuscolo dell’inverno dalle brevi giornate uggiose e dalle lunghe e buie notti che sembrano non voler finire mai. Aveva portato con sé la moglie, la figlia e il ricordo del giovane figlio lasciato a dormire nella sua terra natia, strappatogli prematuramente da un fato impietoso.

Continua…

Foto: hotelgardenalbissola.com


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