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Costume e Società

Lavoro e integrazione al centro dell’iniziativa di CGIL e ALPAA


Edil Merici

Dall’Ufficio Stampa CGIL Calabria

Non solo caporalato e sfruttamento ma anche una Calabria sana, in cui il lavoro è volano di integrazione degli stranieri e le diversità sono ricchezza per la comunità. È quanto ha voluto mettere in luce l’iniziativa promossa dalle sezioni cosentine di Federazione Lavoratori dell’Agro Industria e Confederazione Generale Italiana del Lavoro,oltre chedall’Associazione Lavoratori Produttori Alimentari Ambientali ad Amantea, area che raccoglie nel suo circondario una presenza massiccia di immigrati, molti dei quali impiegati nei campi in cui viene coltivata la cipolla di Indicazione Geografica Protetta.
Tra visite nelle aziende, testimonianze di imprenditori e, soprattutto, di lavoratori è stata tracciata la rotta di percorso virtuoso. Da un lato lavoratori immigrati che lavorano regolarmente, affittano o acquistano casa, ottengono i ricongiungimenti familiari, vivono la comunità e ne alimentano l’economia; dall’altro un sistema di aziende e imprese che, grazie agli stranieri, riesce a produrre e anche a esportare l’oro rosso di Calabria.
A discuterne il Segretario Generale della FLAI Giovanni Mininni, il Segretario regionale della CGIL Angelo Sposato, il Segretario della sezione cosentina della FLAI Giovambattista Nicoletti, la componente del Dipartimento Immigrazione della sezione cosentina della FLAI Alessia Costabile, il Segretario della sezione di cosenza della CGIL Massimiliano Ianni, il presidente dell’ALPAA Giuseppe Carotenuto, il dirigente della Prefettura di Cosenza Osvaldo Caccuri, il Sindaco di Amantea Vincenzo Pellegrino e l’imprenditrice Adelina Veltri.
«Abbiamo constatato come ci siano in questo territorio esempi virtuosi, aziende in cui i migranti trovano quell’integrazione da sempre obiettivo, almeno sulla carta, di una politica troppo spesso distratta, se non complice di quelle chiusure xenofobe i cui drammatici effetti sono ben visibili nelle cronache dei media. Lavorare fianco a fianco – ha detto il Segretario Mininni – condividere le fatiche e, perché no, anche le soddisfazioni di un impegno quotidiano in un’azienda agricola, è anche un modo per conoscersi, tessere legami, imparare la lingua. In una parola integrarsi.»
«In questa zona – ha spiegato Nicoletti – abbiamo circa 800 lavoratori immigrati regolarmente assunti e censiti. Rispetto ad altre aree della Calabria, qui partiamo da una situazione ottimale sulla quale ovviamente bisogna ancora lavorare. Nell’area di Campora vivono stranieri di diverse nazionalità perfettamente integrati grazie al lavoro. Ecco perché ribadiamo che l’entrata degli stranieri non può essere vincolata, come indicato dalla Bossi-Fini, al possesso di un contratto di lavoro precedente al loro ingresso.»
La Calabria, però, non è solo fatta di esempi virtuosi, rimane in diverse zone la tara dello sfruttamento. Ecco perché secondo il Segretario regionale della CGIL Sposato «l’introduzione del salario minimo è fondamentale, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui, molte volte, è completamente assente da parte di imprese irregolari l’applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro e la precarietà e il sommerso sono diventati la regola e non l’eccezione.»
A margine dell’iniziativa è stata inaugurata a Campora San Giovanni, via delle Dalie 16, La Casa dei Popoli, un luogo che dovrà rappresentare un punto di riferimento per i tanti lavoratori extracomunitari residenti nella zona. Non solo luogo di tutela dei diritti, ma soprattutto di accoglienza.


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