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Attualità

FILCAMS: le morti bianche, il codice degli appalti e la vicinanza agli intimiditi


Edil Merici

Proseguono le attività della sezione regionale della Federazione Italiana Lavoratori Commercio, Albergo, Mensa e Servizi, che ha commentato la tragedia avvenuta sulla Trasversale delle Serre, criticato il nuovo codice degli appalti alla luce della recente operazione della Procura della Repubblica di Catanzaro e dichiarato vicinanza all’associazione minacciata a Catanzaro.

“Non possiamo continuare a vivere come se il lavoro non esistesse”

Rabbia, frustrazione, dolore, disillusione, perdita di speranza questo viviamo ogni giorno in Calabria di fronte all’ennesima ingiustizia che nessuno sembra voler vedere.
Tutti attoniti, intontiti, storditi dal tragico evento, nessuno che possa lucidamente mettere i cocci apposto, provando a rendere merito e onore a coloro che sono stati strappati alla vita ingiustamente, dopo una nottata di lavoro.
È il lavoro che manca dalla scena, la fatica, come se fosse un supplemento, come se non contasse, nemmeno stavolta, nemmeno dopo le ennesime morti.
Che ci facevano 4 esseri umani vestiti eleganti in mezzo a una strada nel cuore della notte? Nessuno sembra saperlo, a nessuno sembra importare anche se questa cosa avrà un’importanza notevole per la vita di chi resta, senza affetti e senza protezione sociale. Se non sono morti di lavoro non avranno neanche il riconoscimento che in questi casi è dovuto, che non serve ad alleviare il dolore, forse a riconoscere un po’ di Giustizia, sicuramente ad aiutare a campare chi è stato privato dagli affetti.
Invece no, il lavoro non esiste, come non esiste il luogo da dove venivano e dove avevano lavorato per un tozzo di pane.
Esistono le tragedie e i colpevoli, che siamo noi, povera gente colpevole perfino di morire così.
Perché tutti si sono concentrati sulla Strada, continuando a guardare il dito e a puntarlo sulla mancanza di autovelox o di telecamere tanto è che se la Trasversale delle Serre è insicura è colpa nostra che non la sappiamo affrontare da veri esperti automobilisti; non certo di chi sulla strada ha consumato inefficienze, illegalità, ruberie che hanno portato il progetto iniziale a ridursi e a sacrificare la sicurezza dell’arteria sull’altare del scurdammoce o passato.
È solo ispirandosi a questo mantra se il Ministro Matteo Salvini può cinguettare a sproposito sui social citando le imminenti novità al codice della strada che magicamente non provocheranno incidenti mortali mentre il suo Governo introduce i buoni nel Turismo, così se qualcuno crepa per strada, anche se aveva un lavoro irregolare, l’azienda sarà coperta da un buono magari acquistato qualche minuto la tragedia; piuttosto che il Presidente della Calabria che, seppur incalzato ripetutamente sul tema dello sfruttamento e dell’irregolarità nel settore, oggi si sente con la coscienza apposto e si addolora.
La povera gente la si può trattare così, con superficialità e una pacca sulle spalle, sentenziando e promettendo cambiamenti epocali mentre nulla cambia, perché se non si torna a dare dignità e valore al lavoro nulla cambierà.
Continueremo a piangere morti a parlare di fatalità anziché di quello che sarebbe giusto per dare dignità alle nostre esistenze.

Gli appalti sono la crepa che mina alla solidità delle Istituzioni e della Politica

Se il Ministro delle Infrastrutture Salvini, anziché preoccuparsi di chiudere i porti e difendere i confini dai poveri disperati, si fosse occupato di chiudere le crepe contenute nel codice degli appalti, che permettono a politici deviati e a criminali di bivaccare con i soldi pubblici e di Governare i cittadini per il proprio tornaconto, avremmo costruito un deterrente per le ruberie e garantito un lavoro dignitoso a chi opera nei servizi in appalto.
Invece il codice degli appalti è stato modificato in peggio, in nome della salvaguardia del fare senza ostacoli, allargando così quella crepa che continuerà a ingrassare malaffare e malapolitica.
La recente operazione condotta dalla Procura di Catanzaro e dalle forze dell’ordine ci offre un respiro e aria pulita della quale si avverte il bisogno ma, naturalmente, arriva a distanza di un decennio da quando i fatti malavitosi si sono consumati e l’azione giudiziaria non riparerà i soprusi, la prepotenza, la violazione stessa della democrazia che abbiamo subito come calabresi.
Non restituirà alle lavoratrici e ai lavoratori degli appalti coinvolti le ore di lavoro tagliate, i licenziamenti, i ricatti… perché non c’è lavoro e bisogna accontentarsi; non ridarà indietro a chi si è visto negare un servizio pubblico o un’opportunità ciò che gli era dovuto.
Ecco perché il codice degli appalti non va indebolito, come questo Governo e il Ministro Salvini stanno facendo, perché indebolirlo significa allargare ulteriormente quella crepa e mantenere vivo un sistema che, al di là delle retoriche, se non fa bene alla politica e alla democrazia ha fatto bene ai politici che continuano ad alimentare il consenso attraverso favori e clientele che uccidono le speranze di riscatto della nostra Calabria.
Fino a quando la Magistratura non sarà in grado di dimostrare soprattutto alla politica e ai politici che alla fine la Giustizia farà prevalere sulla sua bilancia il lato dell’onestà (in altre parole a dimostrare che vale la pena e sia più utile vivere e operare onestamente) la Calabria e l’Italia sono condannate a una democrazia deviata e alla precarietà e povertà nel lavoro.
A chi, oggi, con responsabilità politiche importanti, si spenna le mani per applaudire l’operato della Procura e delle forze dell’ordine diciamo che sarebbe più opportuno adoperarsi coerentemente con i propri partiti e con i propri rappresentanti istituzionali a tutelare le leggi come il codice degli appalti, o gli strumenti come le intercettazioni che aiutano a chiudere la crepa dell’illegalità e salvaguardano il lavoro onesto e regolare.

“Siamo al fianco dell’Associazione minacciata a Catanzaro”

La sezione regionale della FILCAMS sostiene e sarà presente con una delegazione all’iniziativa che si terrà a Catanzaro nel quartiere Aranceto per il recupero della proiezione del film L’afide e la formica.
Sosteniamo la posizione assunta dal comune di Catanzaro perché nessun luogo deve essere frontiera e perché la città capoluogo è libera e tale deve rimanere a garanzia della legalità che è base fondamentale per il rispetto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, nonché dei cittadini.
Esserci significa reagire alla violenza, alla minaccia e al sopruso che affossano la nostra bellissima terra.
Partecipare vuol dire costruire libertà e democrazia; per questo il movimento delle lavoratrici e dei lavoratori sarà in piazza al fianco delle istituzioni, delle associazioni, dei cittadini per bene che rappresentano e alimentano la speranza che la Calabria possa diventare sempre di più un luogo di libertà, democrazia e bellezza.


GRF

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