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Attualità

FILCAMS: le concessioni balneari, le stazioni di servizio e la movida


Edil Merici

Proseguono le attività della sezione regionale della Federazione Italiana Lavoratori del Commercio, Albergo, Mensa e Servizi, che commenta la proroga alle concessioni balneari, le condizioni delle stazioni di servizio calabresi e la condizione dei locali della movida.

Proroga alle concessioni balneari: quale salvaguardia per i lavoratori?

Sull’ulteriore proroga alle concessioni balneari, la Lega e in particolare il suo consigliere regionale Antonio Montuoro, mente sapendo di mentire, piuttosto che essere ignorante perché vuole ignorare. Come si fa a dire e affermare che la proroga in barba alla direttiva europea che dovrebbe garantire la concorrenza e quindi non i privilegi di chi oggi detiene le concessioni balneare sia una misura che salvaguarda 20.000 lavoratori in Calabria?
Non prova un minimo di pudore nell’affermare questa baggianata quando i dati economici attuali parlano di un settore turistico in Calabria in mano all’irregolarità diffusa e all’illegalità?
Per caso la deroga del Governo prevede che i concessionari dei lidi devono applicare i Contratti Collettivi Nazionale del Lavoro di settore e garantire la regolarità contributiva se vogliono ottenere la proroga? A noi pare di no; ci sembra evidente, invece, come questo provvedimento sia l’ennesimo regalo alle aziende che possono avere mano libera su lavoratrici e lavoratori. In più il rischio è di essere presi in giro due volte: da una parte sfruttati sul lavoro, dall’altra chi lavora e paga le tasse dovrà farsi carico come tutti i cittadini di eventuali multe e sanzioni che arriveranno dall’Europa. Un vero e proprio capolavoro che è molto difficile pensare sia stato realizzato a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori.
Certo, importante è il tema di chi ha già una concessione, ha investito negli anni sulla propria attività e oggi troverebbe ingiusto vedersela sottratta, specie in territori come il nostro in cui il rischio è che le gare siano drogate da economia criminale che potrebbe decidere (come già accade in molti resort e strutture turistiche) di gestire direttamente le aziende e le concessioni.
Ma se questa Giunta regionale e il Governo che, guarda caso, hanno lo stesso orientamento politico avessero l’intelligenza e l’umiltà di ascoltare il mondo del lavoro, si potrebbe immaginare un sistema che salvaguarda le concessioni delle aziende che negli anni passati, possono dimostrare di aver rispettato i diritti della lavoratrici e dei lavoratori, applicati i contratti nazionali e salvaguardato l’occupazione.
Invece si continua, arrogantemente, come fa il Presidente Roberto Occhiuto, a pensare che il Turismo non sia un tema sul quale si possa tenere un confronto con le Organizzazioni Sindacali, forse perché gli affari sono grossi e le risorse a disposizione alimentano la filiera dei consensi, naturalmente sacrificando la dignità e la qualità della vita di lavoratrici e lavoratori che continuano a chiedere tutele e attenzione.

Quale futuro per le stazioni di servizio Calabresi?

Le presenze turistiche in Calabria sono sempre più legate alle vacanze di rientro dei nostri emigrati che, durante l’anno, lavorano nel nord del Paese piuttosto che in Europa.
Spesso si preferisce ancora (vista l’assurda ed inaccessibile offerta per treni e aerei, come denunciato anche dalla sezione regionale di Federconsumatori recentemente) viaggiare con la propria auto e così accade che il primo biglietto da visita risultano essere le stazioni di servizio autostradali.
La sezione regionale della FILCAMS ha più volte, nel corso degli anni, denunciato la condizione con la quale le società concessionarie, pur di risparmiare, mettono a rischio qualità dei servizi e, di conseguenza, i posti di lavoro di chi opera a vario titolo all’interno delle stazioni di servizio.
Oltre a qualche risposta piccata dell’Azienda Nazionale Autonoma delle Strade e al totale disinteresse della Regione Calabria, nulla si è mosso, con il risultato che addirittura la qualità dei servizi è peggiorata di brutto nel corso di questi anni.
Sicuramente l’ANAS sta procedendo con molta calma ad ammodernare la rete autostradale e i servizi, ma i controlli sulla qualità degli stessi non sono sufficienti a evitare storture e deficienze che si ripercuotono sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori.
Capita, per esempio, nelle ore notturne, di fare sosta in aree di servizio e di ristoro completamente abbandanate e gestite da un solo dipendente, in barba a ogni principio di sicurezza e qualità dei luoghi di lavoro.
Inoltre, ancora oggi, facciamo i conti con una cultura retrograda che non permette alla Calabria di presentare la propria offerta turistica in maniera adeguata, per esempio, sul piano enogastronomico, mentre non si capisce per quale logica si permetta di vendere prodotti che valorizzano u mafiusu ispirandosi a personaggi della criminalità organizzata; pensavamo che di tutto avesse bisogno la Calabria tranne che sponsorizzare la criminalità che già si autopromuove benissimo da sola.
Mentre ciò accade i servizi calano e vengono meno, si pensi ai biglietti per gli imbarchi verso e dalla Sicilia che non vengono più venduti nelle stazioni di servizio calabresi, con il risultato che gli automobilisti passano dritti dove prima si fermavano; ciò significa meno lavoro per il personale delle pulizie, della ristorazione e della distribuzione carburanti.
E poi ci si chiede perché in Calabria si lavora poco e male e, soprattutto, perché le persone scappano o non ritornano nella nostra meravigliosa e straordinaria Regione.

Si intensifichino i controlli presso i locali della movida

È necessaria una verifica mirata con controlli specifici nei locali della costa calabrese dedicati al divertimento di massa, chi sta agli ingressi spesso, oltre a non avere una regolare assunzione, non ha le abilitazioni necessarie a svolgere un lavoro che richiede grande equilibrio e responsabilità.
Abbiamo sentore che un lavoro che spetterebbe alle lavoratrici e ai lavoratori abilitati e regolarmente assunti, sia sostituito da soggetti e personaggi che appartengono ad associazioni sportive (spesso si pensa che un pugile può essere un deterrente a evitare casini all’ingresso di un locale) o, peggio, da personaggi delle locali ‘ndrine che organizzano squadre di assistenti dedicate alla sicurezza.
Cosicché nei luoghi dove i più giovani trascorrono con spensieratezza le vacanze accade di dover far la riverenza o chiedere il favore all’amico degli amici per avere un ingresso riservato; aumentando così il consenso sociale e la stima di certi soggetti che, grazie alla criminalità e alle imprese che li assoldano, vengono addirittura osannati dalle nuove generazioni.
Oppure accade che sia la violenza a determinare la tranquillità dei gestori del locale, che preferiscono pagare questi speciali servizi di guardiania per sentirsi al sicuro da pericoli esterni e interni.
La sezione regionale della FILCAMS, preoccupata per il rispetto delle regole e della legalità in ogni luogo e a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori del settore, ha chiesto agli organismi ispettivi e di polizia di effettuare i riscontri necessari a prevenire la legalità e la sicurezza.


GRF

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