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Coldiretti: la collana di peperocino più lunga al mondo, la spesa alimentare e il consumo del suolo


Edil Merici

Proseguono le attività di Coldiretti Calabria, che ha realizzato a Roma la collana di peperoncino più lunga al mondo e commentato i dati sulla spesa alimentare e sul consumo di suolo nel 2022.

La Coldiretti Calabria realizza una collana di peperoncino da 530 metri

Record era stato annunciato e record è stato! Al villaggio contadino di Coldiretti al Circo Massimo a Roma, la Coldiretti Calabria ha realizzato una collanadi peperoncino Diavolicchio di Diamante ecotipo calabrese da ben 530 metri. La composizione della collana è avvenuta alla vigilia della Giornata mondiale dell’alimentazione a sostegno della candidatura italiana a patrimonio dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura nell’ultima giornata del Villaggio contadino al Circo Massimo con il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida. Un grande impegno e un record per Coldiretti aver fatto la collana di peperoncini più lunga del mondo. Più di mezzo chilometro piccante per un totale di oltre duecento kg lavorati a mano dai produttori e dagli operatori di Campagna Amica Calabria è sfilata tra la curiosità e l’ammirazione di tutti al Villaggio, sorretta da oltre 100 agricoltori. «È stata una grande soddisfazione che ha premiato l’impegno di operatori e agricoltori, abbiamo voluto dimostrare con un prodotto agricolo fortemente identitario della Calabria – ha commentato il direttore di Coldiretti Calabria Francesco Cosentini – la straordinaria forza e attrattività delle nostre produzioni, che sono minacciate dalla proliferazione di falsi prodotti alimentari italiani all’estero dove le esportazioni potrebbero triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che è causa di danni economici, ma anche di immagine, con l’agropirateria che in Calabria sfiora i 2.000.000.000 di €.»

Spesa alimentare: la Calabria al sesto posto con 482 € a famiglia

Da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell’Istituto nazionale di Statistica sui consumi delle famiglie nel 2022 che fotografa le abitudini alimentari regionali, la Calabria  è al sesto posto con una spesa di 492 €/mese per il solo acquisto di generi alimentari e bevande analcoliche. In linea con il valore medio dell’Italia che è di 482 €/mese. Una media di circa il 18% delle risorse disponibili. In altre parole meno di 1 € su 5 viene speso per mangiare con un deciso aumento dell’incidenza di altre voci di spesa come abitazione, abbigliamento, trasporti e comunicazioni. Il valore più alto è quello della Campania (552 €/mese a famiglia) il più basso quello degli abitanti della Sardegna (389 €/mese a famiglia). Analizzando le singole voci della spesa alimentare, il 2022 nel carrello delle famiglie ha visto un aumento rispetto all’anno precedente per alcune categorie come la carne, l’olio d’oliva e lo zucchero e dolci, mentre cala quella per frutta e verdura, pane e pasta, pesce, latte e formaggi.
La voce più pesante nel carrello delle famiglie resta quella della carne, per la quale si spendono mensilmente 100 €, davanti a pasta, pizza, pane e cereali (78 €), mentre al terzo posto si piazza la verdura con 61 €. Seguono latte, formaggi e uova, con 58 €, e la frutta a 41, poco davanti al pesce (40 €). In classifica entrano anche i cibi pronti con 30 €, dolci con 21, l’olio d’oliva e altri condimenti con 15, oltre a caffè, acqua minerale, bibite. La Coldiretti continuerà con l’attività di Campagna Amica a portare avanti le iniziative di educazione alimentare in particolare nelle scuole per orientare i consumi e prediligere il cibo a km zero e di stagione delle aziende calabresi, non dimenticando che la prima medicina che portiamo alla bocca è il cibo.

In Calabria altri 78 ettari di suolo consumati nel 2022

Dal Rapporto Il consumo di suolo in Italia 2023, pubblicato dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, riferito al suolo consumato fino al 2022, emerge che la sottrazione di suolo agricolo non ha battute d’arresto. Complessivamente il suolo consumato in Calabria, dal momento della prima rilevazione, è di 76.451 ettari, molto spesso non funzionale allo sviluppo economico e sociale. Nel rapporto tra 2021/2022 nella nostra regione, il suolo strappato è stato di altri 78 ettari.  La Superficie Agricola Utilizzata in Calabria (dati ISTAT) nel 1982 era di 721.775 ettari, oggi siamo a 543.253 ettari con una diminuzione in quarant’anni di 178.522 ettari: 11,7% della superficie complessiva della Calabria. I comuni calabresi con il maggior consumo netto di suolo tra il 2021 e il 2022 in ettari sono stati: Montalto Uffugo (15,65), Trebisacce (12,8) e Gioia Tauro (9,14), mentre in termini percentuali sulla superficie comunale sono Tropea (35,02%), Villa San Giovanni (27,9) e Soverato (27,3). Il risultato è che in Calabria tutti i comuni hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico e l’emorragia dei terreni agricoli è causa della perdita di una risorsa fondamentale, il suolo, con le sue funzioni e i relativi servizi eco sistemici. Per effetto delle coperture artificiali il suolo non riesce a garantire l’infiltrazione di acqua piovana che scorre in superficie aumentando la pericolosità idraulica del territorio. Per questo dobbiamo difendere il nostro patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile con un adeguato e sempre maggiore riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne. La perdita delle campagne pesa anche sull’approvvigionamento alimentare del Paese in un momento in cui peraltro l’incertezza e la guerra sta provocando difficoltà negli scambi commerciali favorendo le speculazioni. Occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo che giace da dieci anni in Parlamento e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio. Basta quindi sottrarre terreno fertile all’agricoltura che lascia in eredità suolo incolto, asfalto, capannoni abbandonati con le relative conseguenze. La disponibilità di terra coltivata significa produzione agricola di qualità, sicurezza alimentare e ambientale per i cittadini nei confronti del degrado e del rischio idrogeologico. Il consumo di suolo ha effetti rilevanti dal punto di vista economico, occupazionale, ma anche ambientale.


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