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CronacaReggio Calabria

Carabinieri: la violenza sulle donne, il tentato furto di  un quad e la restituzione di tre campane

Continuano le attività di controllo del territorio da parte dei Carabinieri dell’area metropolitana di Reggio Calabria che, negli ultimi giorni, hanno rimarcato l’impegno per il contrasto alla violenza di genere, sventato il furto di un quad e gestito tre campane bronzee all’arcidiocesi di Reggio-Bova.

L’Arma dei Carabinieri contro la violenza sulle donne

In occasione del 25 novembre Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’Arma dei Carabinieri ha organizzato la campagna di comunicazione e sensibilizzazione Non rimanere in silenzio,grazie alla preziosa collaborazione con le scuole che hanno partecipato, anche per il 2023, al progetto per la legalità e contro la violenza di genere, oggetto di attenzione, da anni, dell’Istituzione.
La campagna è articolata su diverse iniziative accomunate dal dire No! a qualsiasi forma di comportamento violento o discriminante (sia fisico sia psicologico, nella vita privata come in quella professionale) contro le donne. Le tante iniziative, che hanno coinvolto i media tradizionali, la rete e i social, mirano ad aiutare e sostenere tutte le donne che subiscono maltrattamenti o vessazioni di qualsiasi tipo. Violenze o privazioni della propria dignità sono tali anche all’interno delle mura domestiche, quando l’autore è una persona cara. È per questo che l’azione dell’Arma è volta a contrastare il numero dei cosiddetti reati spia, spronando le vittime a muovere, con fiducia, il primo passo verso la libertà: sporgere denuncia.
Anche quest’anno tante caserme si illuminano di arancione, in adesione alla campagna internazionale Orange the World,come segnale tangibile dell’assoluta attenzione dell’Arma che ha il tema tra le sue priorità. Nonostante la crisi economica, l’Istituzione non ha voluto rinunciare a questo forte segnale simbolico e lo ha fatto (è bene sottolinearlo) senza aumentare i consumi energetici con nuove illuminazioni, ma semplicemente usando quelle già attive.
Le stazioni ferroviarie, gli aeroporti e le autostrade, luoghi simbolo di partenze e magari anche di ripartenze dopo esperienze negative, sono stati scelti anche quest’anno come spazi di visibilità per tali iniziative. Viaggiatori, pendolari, giovani coppie di innamorati e studenti avranno modo di soffermarsi qualche istante sulle tante iniziative, presenti anche nelle piazze delle maggiori città italiane, per questo 25 novembre.
La Giornata è soprattutto l’occasione per riflettere e per ricordare che questo triste fenomeno si combatte anzitutto formando uomini e donne rispettosi della legalità, una sfida che comincia da lontano, tra i banchi di scuola, quando si forma la cultura ma soprattutto la coscienza dei cittadini del futuro. In tale ottica, i Carabinieri hanno deciso di puntare sulla creatività proprio dei giovani, coinvolgendoli in un progetto a livello nazionale.
Pertanto, i ragazzi dell’Istituto Tecnico Superiore Vaccarini di Catania hanno realizzato per l’Arma una foto manifesto che verrà pubblicata sui social istituzionali mentre gli studenti del Liceo Artistico Statale Cottini di Torino hanno realizzato uno spot istituzionale che verrà diffuso sui canali di comunicazione dell’Arma.
Sul sito dell’Arma, inoltre, è stata dedicata un’intera area tematica sul codice rosso, presso la quale è possibile trovare tante informazioni utili su atti persecutori, bullismo, cyberbullismo, maltrattamenti, revenge porn, violenza sessuale e simili. Nell’area tematica è possibile trovare anche il Violenzametro, un test di autovalutazione, elaborato dal Reparto Analisi Criminologiche del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche, per rilevare i segnali del livello di violenza di genere subita in un rapporto di coppia. Contiene consigli utili per chiedere supporto e aiuto in base al livello di violenza riscontrata.
Nell’ambito delle iniziative di contrasto alla discriminazione e alla violenza di genere trova spazio anche il fenomeno, oggi molto esteso, del cosiddetto revenge porn ovvero, secondo l’articolo 612 ter del Codice Penale la diffusione illecita di foto e video con contenuti sessualmente espliciti senza il consenso della persona ritratta, su cui è stato realizzato un video informativoche verrà postato sui canali social istituzionali al fine di sensibilizzare più utenti possibili.
Per far fronte a questa dolorosa piaga sociale, tali iniziative sono preziose ma da sole non bastano. Per questo la Benemerita si è dotata di tanti strumenti, il primo dei quali è la Sezione Atti Persecutori del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche. Questa Sezione svolge attività di studio e analisi del fenomeno, elaborando valutazioni sui fattori di rischio in favore dei reparti operanti, e programmi di formazione del personale. Tra i progetti più importanti troviamo il prontuario operativo, un documento riepilogativo delle migliori pratiche adottate nella gestione dei casi, aggiornato con le novità introdotte dal decreto legislativo nº 150 del 10 ottobre 2022 (cosiddetta riforma Cartabia), nonché dalla legge nº 60 del 24 maggio 2023 in materia di procedibilità d’ufficio e di arresto in flagranza. Fondamentali sono anche i corsi basici e specialistici sul tema delle persecuzioni, a favore di Ufficiali dell’Arma in servizio presso i reparti investigativi, sia di tutti i Comandanti di Compagnia, Tenenza e Stazione.
A questo si aggiunge, sin dal 2014, la Rete nazionale di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere, strutturata su ufficiali di polizia giudiziaria (Marescialli e Brigadieri) inseriti nell’ambito delle articolazioni investigative territoriali e formati presso l’Istituto Superiore di Tecniche Investigative, con specifici corsi. A oggi ne sono stati svolti complessivamente 32, che hanno consentito di formare oltre 775 unità, operanti sul territorio nazionale.
In questo delicato ambito, è importante ricordare anche l’Accordo tra i Ministri della Difesa e per le Pari Opportunità, cui è seguito il rinnovo della collaborazione tra il DPO e l’Arma, tutt’ora vigente. Questi accordi hanno consentito alla Sezione Atti Persecutori di occuparsi dello sviluppo di attività di ricerca e analisi, nonché della formazione del personale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e degli operatori del numero di pubblica utilità 1522, linea di aiuto per la violenza e le persecuzioni. Non meno importante è l’impegno che è scaturito dall’accordo di sensibilizzazione in favore delle scuole, alle quali è stato dedicato un ciclo di formazione di 40 giornate. Su richiesta del DPO, inoltre, è stata effettuata la mappatura dei Centri Antiviolenza presenti sul territorio nazionale, al fine di verificare l’effettiva esistenza e operatività delle strutture attive nell’ambito dell’assistenza alle vittime.
L’Arma ha anche collaborato, quale rappresentante del Ministero della Difesa:

  • al Tavolo Interministeriale, istituito nel 2013, per l’elaborazione del Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, adottato nel luglio 2015 dalla PCM;
  • all’Osservatorio Nazionale sulla violenza, i cui lavori hanno portato alla redazione del Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne (2017-2020),approvato nella riunione del Consiglio dei Ministri del 23 novembre 2017, e delle Linee guida nazionali per le aziende sanitarie e ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza, adottate con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 novembre 2017.

Sul piano delle collaborazioni interistituzionali, sul territorio nazionale sono state siglate numerose intese tra Procure della Repubblica, Prefetture, Forze di polizia, Ospedali e Centri antiviolenza, che vedono tutte la partecipazione dell’Arma.
Si sottolinea inoltre il progetto avviato con Soroptimist International d’Italia, denominato Una stanza tutta per sé, consistente nell’allestimento, all’interno di Caserme dell’Arma, di locali idonei all’ascolto protetto di donne vittime di violenza. Un progetto che ha consentito di allestire ad oggi 174 stanze su tutto il territorio nazionale che permettono ogni giorno di accogliere in un ambiente confortevole e meno istituzionale le vittime di abusi. Inoltre, Soroptimist ha fornito 46 kit per la videoregistrazione ad altrettanti Comandi dell’Arma, da utilizzare nelle fasi di ricezione delle querele o nelle attività di escussione.
Nell’ambito delle iniziative di questo 25 novembre, l’Arma dei Carabinieri, insieme a Fondazione Vodafone Italia e Soroptimist International d’Italia annunceranno l’avvio di Mobile Angel, un progetto pilota che prevede (a Milano, Napoli, Torino e Ivrea) la consegna di uno strumento a 50 donne vittime di maltrattamenti. Il dispositivo, con un sistema di allarme, consente di attivare le Centrali Operative dell’Arma, permettendo l’intervento tempestivo delle nostre pattuglie, così accrescendo la percezione di sicurezza da parte delle vittime.
Infine, l’Arma ha partecipato con la Polizia di Stato alla realizzazione del sistema Scudo, una banca dati dedicata, volta a fornire agli operatori, nell’immediatezza degli interventi, un quadro informativo completo su eventi pregressi e soggetti coinvolti per consentire di adottare decisioni tempestive e sinergiche.
L’impegno quotidiano degli uomini e le donne dell’Arma è finalizzato, innanzitutto, a evitare che si verifichino ulteriori femminicidi, ma ci sono altri reati apparentemente meno gravi che insidiano quotidianamente le donne. Un esempio è il fenomeno comunemente denominato stalking, che è ricondotto ai reati di atti persecutori (art. 612-bis del CP), nonché i casi di maltrattamenti in famiglia (art. 572 del CP) e percosse (art. 581 del CP), con vittima donna.
L’Arma dei Carabinieri, anche nel corso del 2022 e nei primi dieci mesi del corrente anno, ha continuato a focalizzare il proprio impegno per poter contrastare tali crimini.
Nel 2023, da gennaio a ottobre, gli atti persecutori rilevati sono complessivamente 14.018 mentre i delitti perseguiti dall’Arma con riferimento agli atti persecutori sono 9.959 (pari al 70% di tutte la Forze di Polizia).
Per quanto attiene ai maltrattamenti in famiglia, nel 2022, i delitti perseguiti sono 25.082. Con riferimento al periodo gennaio-ottobre dell’anno in corso, i Reparti Arma hanno perseguito 18.624 maltrattamenti in famiglia.
Lo scorso anno sono state tratte in arresto 1.722 persone per reati connessi con gli atti persecutori, mentre nei primi dieci mesi dell’anno in corso gli arresti sono stati 1.507.
Analogamente, per i maltrattamenti in famiglia, nel 2022, sono stati arrestati 3.339 soggetti. Nel periodo gennaio-ottobre del 2023 le persone tratte in arresto per maltrattamenti in famiglia sono state 2.897.
Nel 2022, per reati di violenza sessuale, l’attività istituzionale condotta ha consentito di trarre in arresto 1.105 persone, mentre nei primi dieci mesi del 2023, gli arresti sono stati 896.

Tentava di rubare un quad: arrestato

Martedì sera, a Reggio, i Carabinieri hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, un 28enne di Udine intento a rubare un quad. Tutto nasce dalla segnalazione di un Carabiniere libero dal servizio che, notando una persona armeggiare furtivamente sul veicolo, ha immediatamente contattato la Centrale Operativa per richiedere l’intervento dei propri colleghi in servizio. I militari, giunti rapidamente sul posto, hanno sorpreso il 28enne che tentava manomettere l’impianto di accensione del mezzo mediante l’utilizzo di appositi strumenti da elettricista. Una volta bloccato e dichiarato in stato d’arresto è stato messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Perseverante è l’impegno profuso dai Carabinieri di Reggio Calabria nel contrasto dei reati predatori, che non sfuggono nemmeno alla vista di quanti di loro, liberi dal servizio, con profondo senso del dovere e vicinanza alla popolazione, segnalano tempestivamente quanto accade sul territorio, incrementando la sicurezza dei cittadini.

Restituite all’arcidiocesi tre campanee bronzee disperse dopo il sisma del 1908

Il 24 novembre, in Reggio Calabria, presso il Museo Diocesano Monsignor Aurelio Sorrentino, ubicato nel complesso architettonico dell’Arcivescovado, alla presenza dell’Arcivescovo Metropolita di Reggio Calabria–Bova e Presidente della Conferenza Episcopale Calabra Fortunato Morrone, il Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza Giacomo Geloso, il Comandante del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Cesario Totaro, il Comandante della Compagnia Carabinieri di Reggio Renato Puglisi e il Comandante del Nucleo Operativo Ecologico di Reggio Pierantonio Tarantino hanno restituito tre campane in bronzo, rispettivamente del ‘500, ‘600 e ‘800, provenienti da luoghi di culto ubicati nella Città di Reggio, andate disperse a seguito del rovinoso sisma del 1908 che interessò le città di Reggio e di Messina.
Il recupero delle tre campane rappresenta il risultato della stretta sinergia che ha caratterizzato le attività svolte dai Reparti Speciali dell’Arma e dall’Arma Territoriale, nel caso specifico dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza, dal Nucleo Operativo Ecologico di Reggio e dalla Stazione Carabinieri di Reggio Principale. La campana del ‘600 è stata individuata dall’Arma di Reggio Principale, mentre le altre due, risalenti al ‘500 e all’800, sono state rinvenute a seguito di un controllo operato da personale del Nucleo Operativo Ecologico reggino in un opificio della città, mentre stavano per essere fuse. Entrambi i Reparti hanno poi interessato il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza che, attraverso gli accertamenti di specialità, le acquisizioni da fonti informative, ma soprattutto grazie ai determinanti riscontri emersi nell’Archivio Diocesano di Reggio, è riuscito a ricondurre i beni culturali, senza alcun dubbio, a quelli andati dispersi durante il sisma del 1908, che tanti morti causò nelle città di Reggio e di Messina.
Le investigazioni, condotte dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza, dal Nucleo Operativo Ecologico di Reggio e dalla Stazione Carabinieri di Reggio Principale, coordinate dalla Procura della Repubblica reggina, permettevano quindi di deferire in SL una persona ritenuta responsabile del reato di ricettazione, e di recuperare i beni.
Le attività svolte, oltre ad assicurare il recupero e a preservare l’integrità della tre campane, di grande valore simbolico per la comunità religiosa reggina, hanno consentito la restituzione delle opere all’Arcidiocesi di Reggio-Bova, che le custodirà all’interno del Museo Diocesano.

GRF

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