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Ultime dalla Regione: il patrimonio multiculturale, il pascolo e la Conferenza sui beni confiscati

Edil Merici

Proseguono le attività della Regione Calabria, la cui giunta, guidata dal Presidente Roberto Occhiuto, ha annunciato un importante contributo governativo per la valorizzazione del patrimonio multiculturale, prorogato i termini del pascolo e svolto la Conferenza nazionale sui beni confiscati.

«Il Governo riconosce il patrimonio multiculturale calabrese»

Accoglimento della programmazione presentata dalla Regione e assegnazione, per l’annualità 2023, di una somma pari a più di sei volte quella concessa nel 2021 e più che raddoppiata rispetto a quella del 2022.
La Calabria conquista terreno nel riparto delle risorse che la Presidenza del Consiglio stanzia annualmente per l’attuazione dei principi e degli obiettivi della legge sulla tutela delle minoranze linguistiche storiche. In particolare, per il 2023, con decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri fresco di firma, alla Regione andranno 665.910,74 €, su un totale di poco meno di 4.200.000 € (più della metà dei quali destinati a Friuli Venezia Giulia e Sardegna).
«Si tratta – osserva l’assessore regionale alle minoranze linguistiche, Gianluca Gallo – di un risultato importante, che premia la paziente attività di concertazione e tessitura istituzionale portata avanti dal Dipartimento, in particolare dal settore guidato dal dirigente Pino Palmisani, nel confronto con le comunità interessate e gli enti culturali di riferimento. La Calabria, pur potendo contare da secoli sulla presenza di importanti, storicamente rilevanti e ancor oggi vive comunità linguistiche, quali quelle arbëreshë, occitana e grecanica, è stata per lungo tempo a torto considerata, anche finanziariamente, una cenerentola. Si pensi che ancora nel 2021 alla nostra terra andavano, in totale, circa 80.000 €. Col Presidente Occhiuto abbiamo cambiato registro e ottenuto maggiori attenzioni, passando dai 257.000 € del 2022 allo stanziamento odierno.»
Nello specifico, attraverso i finanziamenti in questione, sarà ora possibile garantire maggior sostegno a progetti che contribuiscano alla salvaguardia, alla promozione e alla diffusione delle lingue ammesse a tutela, mediante l’attivazione di sportelli linguistici, la realizzazione di attività di formazione linguistica, azioni di carattere culturale, la cura della toponomastica.

Differiti al 31 dicembre i termini per il pascolo

Salvaguardare gli allevamenti di bestiame e la pratica della transumanza. Questo l’obiettivo perseguito dalla Giunta regionale presieduta da Occhiuto che, su iniziativa e proposta dell’Assessore all’Agricoltura Gallo, ha deciso di differire al 31 dicembre prossimo i termini del pascolo nei terreni pascolivi montani, in accoglimento di una precisa istanza in tal senso avanzata, nelle settimane passate, dalle associazioni di categoria e in particolare dall’Associazione Regionale Allevatori.
Alla base della scelta, le ripercussioni negative dell’andamento climatico negli ultimi anni, aggravato dalle torride temperature estive e dalle scarse piogge, causa di profonde modifiche alla situazione dei terreni adibiti a pascolo per il bestiame, in particolare di razza podolica, da sempre soggetto a transumanza.
«Intervenire nella direzione indicata – commenta l’Assessore Gallo – consentirà agli allevatori di evitare un rientro anticipato ai pascoli di pianura, oggettivamente non in condizione di ospitare gli animali e perciò potenziale motivo di nocumento del loro benessere e di pesanti ricadute in termini economici e qualità delle produzioni. Il tutto a tutela di una pratica antica e di un settore già duramente provato dalla pandemia prima e – successivamente – dall’aumento dei prezzi di energia e materie prime.»

Svolta la Conferenza nazionale sui beni confiscati

«Oggi abbiamo voluto rappresentare l’impegno della Regione e delle altre istituzioni, a vari livelli, a servizio della società civile, che deve riappropriarsi degli spazi illecitamente sottratti dalle mafie per trasformarli in opportunità di sviluppo e rigenerazione. In questo senso la Regione vuole dare un segnale forte, tant’è che, oltre a quelle su legalità e sicurezza, ha anche istituito un’apposita delega valorizzazione ai fini sociali dei beni confiscati alla criminalità organizzata, a me assegnata dal presidente Occhiuto, che ringrazio.»
Lo ha detto l’assessore regionale Filippo Pietropaolo, nel corso dei lavori della 1ª Conferenza nazionale sui beni confiscati: da problema ad opportunità che si è svolta, per la prima volta in Calabria, nella sede della Cittadella a Catanzaro.
L’iniziativa, organizzata dal Dipartimento transizione digitale, settore legalità e sicurezza, insieme al Forum Italiano per la Sicurezza Urbana a cui la Regione aderisce, e ad Avviso pubblico, si è sviluppata in un confronto a più voci che ha visto coinvolte Regioni del Nord e del Sud e i principali attori istituzionali che operano nella filiera dei beni confiscati alla criminalità organizzata, incluso il Terzo settore.
L’assessore regionale alla transizione digitale, sicurezza, legalità e valorizzazione ai fini sociali dei beni confiscati alla criminalità organizzata, Filippo Pietropaolo, ha, poi, evidenziato le buone pratiche messe in campo fino a oggi dalla Regione per la valorizzazione dei beni confiscati.
«Avvieremo una serie di iniziative – ha detto – attingendo sia ai fondi comunitari sia a quelli nazionali, che per la prima volta la Regione ha stanziato. Di questi, 32.000.000 provengono dal Piano Regionale 2021/27 e 13.000.000 dal Fondo di Sviluppo e Coesione. Complessivamente possiamo contare su una dotazione finanziaria di oltre 40.000.000. Pertanto abbiamo la possibilità di intervenire concretamente sui beni confiscati muovendoci in sinergia con il Terzo settore, le Forze dell’ordine, i Comuni che andremo a sostenere anche nelle opere di demolizione dei beni che non possono essere riutilizzati come, ad esempio, l’ecomostro di Torre Melissa. Segno tangibile di tutto ciò è anche la delibera, approvata dalla Giunta, che ha approvato la Strategia regionale per la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata attraverso le politiche di coesione, frutto di un complesso e articolato lavoro svolto dalla struttura regionale competente.
Di seguito i dati del documento programmatico illustrati nel dettaglio dal dirigente generale del Dipartimento transizione digitale Tommaso Calabrò, e dalla referente regionale per la valorizzazione dei beni confiscati Antonella Sette.
La Calabria è la terza regione italiana per numero di beni immobili confiscati alla criminalità ed è anche una delle prime regioni per numero di aziende confiscate. Secondo i dati dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione dei Beni Sequestrati alla Criminalità organizzata, aggiornati al 30 novembre 2023, sono 5.104 i beni immobili confiscati dal 1982 a oggi in Calabria, di cui 3.137 sono stati destinati dall’Agenzia nazionale per le finalità istituzionali e sociali e così distribuiti a livello provinciale: Catanzaro 372, Cosenza 254, Crotone 105, Reggio Calabria 2.200, Vibo Valentia 206; mentre 1.967 sono stati dati in gestione: Catanzaro 199, Cosenza 205, Crotone 259, Reggio Calabria 1.097, Vibo Valentia 207. Il totale delle aziende confiscate è, invece, di 533 di cui 309 date in gestione e 227 destinate.
«La strategia della Regione – ha rimarcato infine l’assessore Pietropaolo -, che ha una struttura coerente con quella nazionale, si pone come fine primario quello di fluidificare le attività e le iniziative di competenza regionale, rafforzando la cooperazione tra le strutture amministrative regionali e tra queste e le istituzioni territoriali competenti. Sono previsti, tra gli altri, interventi per la realizzazione di presidi di sicurezza e legalità, destinati alle Forze di Polizia, che contribuiranno all’inclusione sociale e all’aumento della percezione di sicurezza tra i cittadini. Pertanto, L’approvazione di questo strumento programmatico ha consentito alla Regione di conseguire un ulteriore obiettivo nel percorso della valorizzazione di un patrimonio così consistente e di colmare un divario, anche grazie al confronto con le altre regioni, sulla tematica. La delibera di Giunta nº 682 appena approvata rappresenta, dunque, una pietra miliare e l’avvio di una nuova fase nel processo di riuso dei beni confiscati.»
In apertura dei lavori sono intervenuti il prefetto di Catanzaro Enrico Ricci, che ha posto l’accento sulla difficoltà della Amministrazioni comunali di potere recuperare un bene confiscato e sull’importanza del protocollo sottoscritto con la Regione che tiene conto anche dei progetti di demolizione, e la sottosegretaria al Ministero dell’Interno, Wanda Ferro, che ha evidenziato come «la Calabria anche in questo settore ha dato dimostrazione di grande maturità e di forte volontà di combattere la criminalità riappropriandosi, grazie anche all’impegno di Comitati e Comuni, dei beni confiscati alla criminalità organizzata.»
Il direttore dell’ANBSC, Bruno Corda, ha parlato «di un importantissimo salto di qualità sui beni confiscati da parte dell’Agenzia e della Regione, intanto perché con il protocollo che abbiamo sottoscritto pochi mesi fa, il primo tra l’altro a livello nazionale, è stato previsto un fatto decisivo, e cioè che l’amministrazione regionale sostenga effettivamente e fattivamente i Comuni, soprattutto quelli più piccoli, in cui sono ubicati i beni confiscati. Mettere assieme le forze di tutti gli enti pubblici, statali, regionali e locali e naturalmente i soggetti del Terzo settore, fa compiere un naturale salto di qualità alle attività che devono essere svolte. È già da un pezzo che stiamo assegnando i beni direttamente al Terzo settore. Abbiamo dato in consegna 260 dei circa 1.000 beni che erano stati segnalati alle associazioni.»
Il coordinatore nazionale di Avviso pubblico, Pierpaolo Romani, ha osservato che «più dell’80% dei beni confiscati viene assegnato ai Comuni che possono farne un uso istituzionale o sociale perché sottrarre un bene ai mafiosi non significa solo impoverirli, ma anche depotenziarli.»
Il coordinatore del FISU, Gian Guido Nobili, ha spiegato che «l’obiettivo del Forum è di supportare le amministrazioni di Regioni e città in un approccio orientato alla prevenzione, sia ambientale che sociale, che passa dal riutilizzo dei beni confiscati e anche dalla promozione della cultura alla legalità e dalla riqualificazione e dalla rigenerazione urbana di quartieri degradati.»
Nel corso della Conferenza ci si è confrontati sulle politiche di valorizzazione, sulla conversione delle ricchezze illecitamente accumulate, sul riutilizzo, sul ruolo delle Regioni, degli enti locali, delle Università, del Terzo settore, sulle esperienze delle altre Regioni, come la Lombardia e l’Emilia Romagna. Su questo sono intervenuti anche l’assessore alla legalità e alla sicurezza della Regione Campania, Mario Morcone, e il presidente della Commissione consiliare contro la ‘ndrangheta della Regione, Pietro Molinaro.
Tra gli altri, hanno preso parte all’iniziativa Ottavio Amaro e Marina Tornatora del Laboratorio di ricerca Landscape_inProgres, dipartimento di Architettura e Territorio dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Gabriella Volpi, dirigente struttura legalità, Beni confiscati e Usura, Polizia locale della Regione Lombardia, Gian Guido Nobili, dirigente area sicurezza urbana, Legalità e Polizia Locale della Regione Emilia-Romagna, Luciano Squillaci, portavoce Forum del Terzo settore Calabria, e personalità delle Forze dell’Ordine.
Renato Natale, sindaco di Casal di Principe, ha raccontato l’operazione di sgombero e la consegna al Comune di un villino confiscato a un esponente di spicco del clan dei Casalesi e occupato abusivamente da un famigliare; nel suo comune su 78 beni confiscati e assegnati, 62 sono già utilizzati per finalità sociali o istituzionali.
Presentato anche L’Atlante di Giano a cura del Consorzio Macramè, rete tra 30 enti gestori di beni confiscati.

GRF

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