Un appello alla pace e alla libertà: il discorso di Miki Maio per la Festa della Liberazione
Di Miki Maio – Presidente del Consiglio Comunale di Locri
Cittadini, autorità, rappresentanti delle Istituzioni e delle associazioni combattenti e reduci di guerra, Presidente e associati della sezione di Locri-Gerace dell’Associazione Partigiani d’Italia, ho l’onore di rappresentare la città di Locri e porgo i saluti del Signor Sindaco, non presente a causa di un impedimento sopraggiunto.
Oggi ricorre il 79º Anniversario della Liberazione del nostro Paese dalla guerra.
Mentre, in tutti i nostri comuni, come noi qui, celebriamo il 25 Aprile, la fine della dittatura e la riconquista della libertà con il ritorno alla democrazia, fuori dai nostri confini, si combatte in Ucraina e dallo scorso ottobre in Israele, oltre che in vari Paesi, e si contano decine di migliaia di vittime. Ecco allora che questa ricorrenza induce a riflessioni diverse.
La celebrazione del 25 aprile deve essere occasione per parlare di pace, giustizia e solidarietà civile.
La fine della guerra nel 1945 diede inizio, per l’Italia, a una nuova via democratica.
In nome della libertà e della democrazia, il nostro Paese è cresciuto, si è evoluto, grazie anche agli aiuti economici sostenuti con il Piano Marshall, e si è sviluppato portando in alto quel valore di democrazia che oggi vediamo minato in tanti posti del mondo alcuni, come detto, molto vicini a noi. La fine della Seconda guerra mondiale e della dittatura che l’hanno generata, fa parte della nostra storia patria.
Questa ricorrenza non deve essere l’occasione per alimentare diatribe ideologiche anacronistiche, ma deve costituire momento in cui insieme rinnoviamo l’impegno per la difesa della pace, onorando, così, il sacrificio di tante vite umane che hanno consentito a noi di essere quel che oggi siamo con le conquiste civili che viviamo e che lasciamo ai nostri figli.
La nostra Costituzione ripudia la guerra, per questo, non solo la condanniamo ma siamo impegnati nel nostro piccolo per fare la nostra parte con azioni positive.
Oggi anche più di ieri, davanti ai nuovi conflitti internazionali, da cittadini, da padri, abbiamo sulle spalle la responsabilità del domani, del futuro che lasciamo alle nuove generazioni, abbiamo il dovere di perorare il dialogo, il rispetto dell’altro. Questo dobbiamo insegnare ai giovani, ai nostri figli, ai quali diciamo: professate il no a qualsiasi forma di violenza, difendete la democrazia da ogni forma di oppressione.
Essere e sentirsi attivamente protagonisti nel corso della vita di un percorso di unità, significa essere donne e uomini di valore, in grado di fare la differenza. Ecco cosa si chiede a voi giovani: sentirsi ed essere quotidianamente protagonisti nella difesa dei valori di libertà e democrazia.
Commemoriamo, onorandoli, le vittime dei campi di sterminio e condanniamo ancora oggi gli orrori del passato, che noi non abbiamo vissuto e patito.
Con l’auspicio che cessi al più presto ogni conflitto in essere,
W la libertà, W l’Italia antifascista.