
L’Alto Tirreno Cosentino, questa mattina, è stato teatro di una vasta operazione antidroga condotta dai Carabinieri e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Si tratta del culmine dell’Operazione Katarion, che ha determinato l’esecuzione di 33 misure cautelari (10 in carcere, 8 ai domiciliari e 15 obblighi di firma) su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari di Catanzaro. A essere colpita è stata la cosca Muto di Cetraro, che aveva instaurato una rete per lo spaccio di droga che si estendeva in tutta la provincia di Cosenza, nella Locride e a Ivrea.
«Il giro di affari serviva a mantenere gli esponenti del clan che erano finiti in carcere – ha dichiarato il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, – evenienza che dimostra una volta di più quanto sia urgente mettere in discussione l’impostazione del regime carcerario.»
« L’indagine è stata avviata a seguito della denuncia presentata da una nonna che cercava di salvare il proprio nipote dal mondo della droga – spiega invece il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Cosenza Piero Sutera. – Altrettanto importante è stata poi la denuncia che abbiamo ricevuto da parte di un imprenditore della zona di Scalea che ha opposto la propria ferma resistenza alle pretese degli emissari della cosca Muto.»
Nell’ambito dell’operazione di questa mattina sono stati sequestrati 700 grammi di cocaina e 2 chili di hashish. Ma il giro, secondo gli inquirenti, era molto più grosso, come testimonia la scoperta che cocaina arrivasse da un broker operante nella Locride e che la marijuana veniva invece autoprodotta in piantagioni della zona. Piazze di spaccio sono state individuate e smantellate a Scalea, Santa Maria del Cedro, Belvedere Marittimo, Diamante e Buonvicino, un Mercato ricco, per gli spacciatori, soprattutto nei mesi estivi.