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Costume e SocietàLetteratura

Una reazione inaspettata

Di Francesco Cesare Strangio

Una volta vista l’auto parcheggiata dall’altra parte della strada rispetto alla sua abitazione, Francesco Rossi non ebbe più alcun dubbio sulla natura della loro presenza. Il loro scopo appariva chiaro: dovevano capire, fino in fondo, la posizione dell’imprenditore. Era uso dei servizi segreti reclutare imprenditori insospettabili a fini spionistici. L’attività commerciale che aveva intrapreso si prestava a pennello alla funzione d’intelligence. A quel punto, toccava a loro fare la prima mossa.
L’uomo era astuto e sospettoso, veniva da una terra la cui storia e cultura erano quelle degli antichi greci. L’intelligenza e l’astuzia, tipica di Ulisse, occupavano un posto preminente nella sua mente. Aveva capito tutta l’architettura del pensiero e lo scopo di quegli uomini. Doveva solo aspettare e, nel frattempo, tenere alta la soglia d’allerta.
Quella sera uscì con Gaetano per andare a cenare in un ristorante nei pressi di Piazza Duomo. Non poteva rinviare la cena, il giorno dopo avrebbe avuto serie difficoltà a stare a ragionare con il socio. Gli impegni ormai si erano fatti quelli di una grande impresa. Non poteva più perdere tempo o indugiare in nessun modo. Il contratto che era riuscito a firmare rappresentava la salvezza e lo sviluppo dell’azienda di cui lui era socio di maggioranza e amministratore.
Passarono la serata discutendo della DDR e del contratto. Volutamente evitò di raccontare alcuni particolari che non apparivano nel contratto.
L’omettere alcune cose serviva a non esporre Gaetano a preoccupazioni tali che senz’altro non avrebbero portato acqua al loro mulino. E poi, c’erano quei signori che lo seguivano senza mai abbandonarlo un secondo.
Tenere l’amico al di fuori di certi particolari era salutare per tutti.
La mattina seguente, come sempre, c’era Gaetano che lo aspettava sotto casa. Dal volto era evidente che la sua mente era pervasa da tanta curiosità, non vedeva l’ora di sentire proferire verbo. Il socio glielo faceva di proposito, parlava di tutto meno che del contratto.
Spazientito, Gaetano esclamò: «Ma è dato sapere o no? Quanto devo restare seduto sulle spine prima che mi dica la verità? Ci sono cose che non mi hai detto, perciò ti prego di raccontarmi tutto fin nei minimi particolari.»
A quel punto, Rossi esplose in una risonante risata…
Iniziò a raccontare, con dovizia di particolari, com’erano andati realmente i fatti.
Finalmente la curiosità di Gaetano fu appagata. Adesso non restava altro che preparare la prima spedizione di profumi il cui importo ammontava a ben oltre il miliardo di Lire.
Si trattava di una somma considerevole, tant’è che era sopra il fatturato che l’azienda faceva in un anno. Quell’ordine non mise minimamente in agitazione l’azienda; si trattava soltanto di svuotare buona parte del magazzino. Dopo la pianificazione iniziarono la procedura di confezionamento e d’imballaggio della merce, tanto che in un giorno organizzarono il carico per cinque autotreni con destinazione Berlino Est.
Il funzionario della Società Generale di Sorveglianza controllò la merce e diede il via libera per l’incasso della lettera di credito strutturata per il pagamento a vista.
Di comune accordo, i due soci calabresi decisero di sperimentare un nuovo modello d’azienda capace di collocarla tra i primi a livello mondiale nel settore della cosmetica. Quello stesso pomeriggio ci fu un’assemblea straordinaria estesa a tutti i dipendenti.
Esordì Gaetano dicendo: «È con vivo compiacimento che vi annuncio di aver preso, assieme al mio socio di maggioranza, una decisione rivoluzionaria, che porterà un nuovo modo di concepire l’azienda con notevole incidenza sulla produttività stessa. Tutto nasce dalla grande operazione imprenditoriale, magistralmente portata a termine dal nostro amministratore. In ogni caso non spetta a me illustrarvi l’idea. Pertanto è mio dovere passare la parola al magnifico amministratore Francesco Rossi.»
Tutti i trenta operai lasciarono partire un applauso che fece emozionare i due dirigenti. I due non si aspettavano tanto calore, cosa che li fece rimanere come inebetiti.
Rossi attese un paio di minuti prima di prendere la parola. Gli pareva di sognare, non gli sembrava vero quanto stava accadendo con il suo viaggio a Berlino Est. Il suo pensiero andò al funzionario del Partito Comunista che lo aveva raccomandato presso il General Birou della DDR.
Placata l’emozione, Rossi iniziò un discorso che si capì subito non avere alcun residuo di carattere politico, poiché era dettato dal cuore: «Amici miei, questa giornata segna lo sviluppo futuro della nostra azienda. Dico nostra perché è nostro desiderio allargare il numero dei soci che andranno a formare la proprietà stessa dell’azienda. Gaetano ha parlato di un’idea rivoluzionaria che stravolgerà lo stesso assetto societario.»
Dopo una breve pausa, Rossi riprese a parlare: «Ebbene, abbiamo deciso di farvi entrare in una compartecipazione in cui noi conserveremo il 60% e il restante 40% sarà trasferito a voi tutti in parti uguali.»
I due soci si aspettavano applausi da spellare le mani, ma non fu così.
Nella sala delle riunioni calò un silenzio così profondo che si sentiva solo il ronzio delle ali di un moscone che sbatteva contro il vetro della finestra. Si guardavano tra di loro sbigottiti, come se tutto quello detto da Rossi fosse stato il risultato di un sogno strano con l’assurdità di esserci dentro…

Foto: kalis.it

Redazione

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