Dall’Ufficio Stampa Giunta Regionale
La Giunta Regionale della Calabria, su proposta dell’Assessore Sergio De Caprio, ha approvato il Piano Regionale di tutela della qualità dell’aria.
La delibera è rivolta anche all’aggiornamento della classificazione di zone e agglomerati ai fini della valutazione della qualità dell’aria, per come stabilito dalla normativa di settore con obbligo a carico delle Regioni.
“Sulla base dell’ultimo quinquennio di monitoraggio – è scritto, – è stato evidenziato dall’Agenzia Regionale Protezione Ambientale Calabria un miglioramento della classificazione nelle varie zone, con particolare riferimento ai microinquinanti (metalli pesanti, benzene e Idrocarburi Policiclici Aromatici) oltre a monossido di carbonio e anidride solforosa.
“Si sono registrati – riporta ancora la delibera, – valori inferiori alle soglie di valutazione inferiore e, pertanto, non vi sono rischi correlati o situazioni di criticità sulla qualità dell’aria, con potenziali effetti tossici conseguenti alla diffusione/dispersione di tali microinquinanti sulle polveri o smog.”
Monitoraggio e piano tutela
Su proposta dell’Assessore De Caprio sono stati approvati anche il rafforzamento della rete per il monitoraggio ambientale dei corpi idrici della Regione Calabria e la redazione del Piano di Tutela delle Acque.
La delibera in questione prevede due finalità, di cui la prima è quella di “conseguire la redazione di uno specifico progetto di monitoraggio ambientale dei corpi idrici e redazione del PTA in capo ad ARPACal, utilizzando le risorse finanziarie disponibili sull’Azione 6.4.2 del Programma Operativo Regionale Calabria Fondo Europeo di Sviluppo Regionale/Fondo Sociale Europeo 2014/2029.”
La seconda finalità è “la stipula di un apposito protocollo d’intesa con ARPACal e con l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale, che garantisca in contemporanea una attività di ricerca e condivisione sia delle strategie di intervento del monitoraggio ambientale sia degli indirizzi di governo a livello regionale e di distretto idrografico, laddove il nuovo PTA si configura come elemento di raccordo tra le competenze regionali e distrettuali».