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Costume e Società

Umberto Nobile: il viaggio polare del Graf Zeppelin

Di Frana

Il generale Umberto Nobile, nato a Lauro (Avellino) il 21 gennaio 1885 è un indiscusso protagonista dell’aviazione italiana. Dopo il liceo, frequentò l’Università di Napoli laureandosi in ingegneria industriale meccanica.
Successivamente frequentò, a Roma, un corso di aerotecnica tenuto da Gaetano Arturo Crocco, progettista e costruttore del primo dirigibile militare italiano, il cui primo volo venne effettuato nel 1908. Nel luglio del 1919 Nobile divenne direttore dello stabilimento di costruzioni aeronautiche di Roma e riuscì ad accaparrarsi numerose commesse da Paesi esteri, interessati all’acquisto di alcuni dirigibili per uso civile.
Da qui la progettazione e la costruzione di dirigibili sempre più innovativi come il T.34 denominato Roma, acquistato nel 1920 dall’Esercito degli Stati Uniti per passare, nel 1923, al primo dirigibile della serie N, denominato N1, capostipite dei dirigibili di seconda generazione, veri capolavori tecnologici.
Risale al 1926 la prima impresa polare: su invito dell’esploratore norvegese Roald Amundsen (il primo uomo giunto al Polo Sud) denominata Amundsen-Ellsworth-Nobile/Transpolar Flight, utilizzò il dirigibile N1, acquistato dall’Aeroclub di Norvegia, ribattezzato Norge. La partenza avvenne il 10 aprile da Roma e, sorvolando l’Inghilterra, la Russia, la Norvegia e le isole Svalbard, il 12 maggio il Norge raggiunse il Polo Nord, proseguendo poi per l’Alaska.
Il volo si concluse felicemente sulla spiaggia di Teller, vicino a Nome, dopo aver percorso 5.200 km in 72 ore.
Fu un vero e proprio successo, anche dal punto di vista geografico, scientifico e meteorologico, anche se questi aspetti passarono in secondo piano in quanto l’impresa venne utilizzata prevalentemente a scopo propagandistico dal Governo italiano dell’epoca. Prova ne è che il nostro Governo non sostenne la proposta che Nobile gli fece di supportare una nuova spedizione polare con aspettative prevalentemente scientifiche e così Nobile fu costretto a reperire finanziamenti e aiuti privati. Sotto l’egida della Reale Società Geografica Italiana fu costituito il Comitato Milanese per l’esplorazione delle regioni artiche.
Venne utilizzato un dirigibile gemello del Norge, l’N4, chiamato Italia; il programma della spedizione era molto articolato e ambizioso; di fatto permise di raccogliere numerosi dati che spaziarono dalla cartografia alle telecomunicazioni, dalla climatologia alla meteorologia, dalla fisica dell’atmosfera all’oceanografia. La spedizione partì da Milano, raggiunse le isole Svalbard ed effettuò alcuni voli di esplorazione nella regione artica; purtroppo, però, nel corso del terzo volo, dopo aver nuovamente raggiunto il Polo Nord, nella fase di rientro, il dirigibile, appesantito dal ghiaccio formatosi a seguito di un repentino cambiamento delle condizioni meteorologiche, precipitò sul pack. Da quel momento, iniziò per Nobile una vera odissea che si concluse, dopo il rientro in patria, con una inchiesta a lui sfavorevole al punto che, amareggiato, diede le dimissioni dalla Regia Aeronautica.
L’Artico era però parte integrante della sua vita; per cui, quando nel 1931 il Governo Sovietico lo invitò a partecipare a una spedizione artica sul rompighiaccio Malyghin alla ricerca dei resti del dirigibile Italia, la felicità fu immensa e aderì senza esitazioni all’offerta. Purtroppo la spedizione, a causa delle avverse condizioni atmosferiche e della formazione del ghiaccio sul mare, non permise a Nobile di recuperare alcunché dell’aeromobile.

Redazione

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