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Costume e Società

Locri: Fronte anni ‘90

Di Rosario Scarfò

Oggi non andiamo molto indietro, soltanto agli anni ’90 del XX secolo. Fronte della Gioventù di Locri. Ci si emoziona soltanto nello scandire il nome per intero, una speranza, una rivolta generazionale, entusiasmi e incredulità, piazze piene e urne piene, consenso in sostituzione del radicato dissenso; stentavamo a crederci e laddove tutto sembrava terminato, nel 1996, ecco le barricate rialzate e, nel 2001, si stenta, nel 2006 l’esperienza “baronale”, si barcolla nel 2011, Sindaco e Vice Sindaco, nel 2021. Son passati 30 anni e com’è possibile “risolverli” – tutti questi anni – dentro poche battute? L’orgoglio di quella esperienza è rimasto forse nei nomi di chi oggi rappresenta i vertici politici di Locri, Giovanni Calabrese e Giuseppe Fontana, passando obbligatoriamente (o non obbligatoriamente) da Francesco Macrì e da Raffaele Sainato? Non lo sappiamo, sappiamo che il Fronte, a Locri, negli anni ’90 è stato un’agenzia di socialità e di identità collettive tra le più importanti che la nostra cittadina abbia saputo e voluto esprimere nel corso dei suoi pochi anni di vita e questo nessuno può negarlo! Odiati a sinistra, ben visti dal popolo, attenzionati dalle Divisioni Investigazioni Generali e Operazioni Speciali, benvoluti dalle mamme, temuti dai vertici interni reggini, un po’ naïf, molto pacifisti, tanti verdi ed ecologisti, spirito burlone e poco cameratesco, goliardia infinita, interclassisti e spesso sfrontati, divoratori di testi di “geo”-politica e guidati da giovanissimi oratori e volenterosi organizzatori, molti spudoratamente ultras e intrepidi costruttori di “locresità”, per tanti anni mancante e che speriamo, oltre il duo precedentemente indicato, di aver definitivamente “piazzato”.
Chi non ricorda i campeggi trascorsi in Aspromonte, con Gabriele di appena 13 anni e le ore trascorse a litigare sui programmi e sui valori e su cosa fosse di Destra e cosa fosse di Sinistra, così come i 100 leoncini con pale e picconi a restituire dignità all’orgoglio ferito dello Sparviero eclissato? Giornale parlato, torneo di pallavolo, raccolte di firme, i concerti con i 270 bis, le interminabili riunioni del sabato pomeriggio, i manifesti, gli strateghi della domenica, i tesseramenti, la mitica sezione, la raccolta delle firme, la degenerazione delle riunioni punitive con il coordinatore provinciale e il volo di tavoli e sedie, le riffe e la raccolta fondi, la pulizia del lungomare, il passaggio da Movimento Sociale Italiano ad Alleanza Nazionale, il reperimento delle bandiere tricolori, il “gerarca Bruno” le trasferte romane e il compianto Altero Matteoli che sostenne il mitico pensiero : “Non siete l’ombelico del Mondo”, pur se in effetti come tali ci ritenevamo, tutto con gioia e con allegria, tranne la perdita di chi ci stava intorno.
Domenico, Nicola, Sergio, Danilo i più adatti alla visibilità esterna; Sergio, Mario, Toki, Checco, Peppe T., Enzo, i più oltranzisti, le ragazze, tutte belle e intelligenti, pronte con ironia e preparazione ad affrontare ogni vicenda, i più timidi impararono a intervenire, i più viziati a mangiare scatolette.
Oggi tutti quei ragazzi e quelle ragazze , professionisti e lavoratori seri, pur avendo optato per ambienti politici differenti o per l’allontanamento dalla politica, si portano nel cuore quella grande emozione, ciò che non era definibile categoricamente di “destra”, ma una comunità che fondamentalmente ebbe a condividere l’amore per le proprie radici, l’orgoglio di un passato glorioso e dimenticato, il desiderio di vivere in un contesto di normalità.
In sintesi e in definitiva, il Fronte è stato per noi una palestra, non un terreno di scontro o una scuola di partito, ci siamo esercitati alla militanza e ai valori, alle difficoltà e allo scoramento, alla esaltazione e allo studio, all’amicizia e al rispetto dell’altro, niente di radicale, tutto era originale.
Non chiediamo niente a nessuno, né abiure, né dichiarazioni di fedeltà alla linea, né rimpatriate, né croci d’argento sotto la camicia bianca, abbiamo ricordato degli anni importanti e certamente irripetibili; tanti errori sono stati commessi, partendo dal sottoscritto, ma quel quinquennio in particolare resterà per noi un grido di allegria e un momento di felicità per un mondo migliore!

Foto: nuovacosenza.com

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