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Costume e Società

Anna Leporace e il Consiglio Comunale di Locri del 1956

Di Rosario Scarfò

Nel 1956, nonostante l’esistenza partitica risalente a dieci anni precedenti, si presenta per la prima volta alle comunali di Locri il Movimento Sociale Italiano (guidato da Gennaro Cento), corrono per le amministrative il Partito Comunista Italiano, il Partito Socialista Italiano (guidati da Giuseppe Femia) e i Socialisti Indipendenti (capeggiati da Umberto Sorace Maresca) e, nonostante le loro ottime performance elettorali, tiene la Democrazia Cristiana di Carmine Migliaccio Spina, Michele Murdaca, Enrico Marvasi, Angelo Barillaro, Guido Candida e del giovanissimo Pasquale Barbaro.
Restando fedeli all’impegno assunto di non riportare opinioni ma dati, appare evidente come, nel 1956, per la prima volta (sarà stato per la presenza del MSI che aveva sottratto consensi al centro o per influenze nazionali e regionali) la DC subì uno scossone, riuscendo a mantenersi salda al governo cittadino per la difficoltà in capo alle sinistre dell’epoca di proporsi unitariamente, forse segnando il percorso politico di Locri per tanti anni a venire.
In uno dei nostri precedenti articoli, riguardante la presenza politica delle donne nel secolo passato (scusandoci con Anna Caroleo per aver omesso di citarla tra le consigliere comunali del PCI, dove fu eletta nel 1978, subentrando al combattivo Giorgio Schirripa), avevamo fatto un appello per poter rintracciare dati e notizie sulla prima donna eletta consigliere comunale a Locri e sulla componente il direttivo della DC tra il 1944 ed il 1946, rispettivamente Anna Leporace ed Eleonora Foti. Ebbene, abbiamo acquisito qualche importante dato su Anna Leporace grazie alla preziosa collaborazione di Gianluca Albanese, Paride Leporace (nipote della nostra consigliera), Mauro Spadafora (figlio della Leporace) e Pietro Ninni Speranza, giovane collega all’epoca del marito dell’autentica comunista cosentina.
Non intendo rivestire di sentimentalismo il momento ricostruttivo, riferendomi agli emozionanti contatti tra i citati protagonisti, tutti ancora oggi idealmente schierati, e il sottoscritto, non appartenente a quello schieramento, circostanza comunicata con immediatezza alle parti e intelligentemente accettata, ma garantisco che tutti abbiamo avuto un groppo alla gola: dal colloquio telefonico tra i cugini Leporace/Spadafora (in presenza di altri dichiarati uomini schierati, Rosario Condarcuri, Pino Mammoliti e Gianluca Albanese), al contatto telefonico tra me e Spadafora e quello sempre tra me e Speranza. Orbene: la nostra consigliera era nata a Cosenza il 18/02/1918, appartenente a una nota famiglia di illustri politici (socialisti) e avvocati, bella e imponente, sin dalla giovanissima età schierata in favore dei diritti delle donne, aderì successivamente all’Unione Donne Italiane, si iscrisse al PCI di Cosenza e, dopo aver completato gli studi, laureandosi in lingue (francese) all’università Orientale di Napoli, insegnò per qualche anno, optando in seguito per il ruolo di dirigente amministrativo scolastico. Dopo il matrimonio con Carlo Spadafora, bancario presso la Cassa di Risparmio di Cosenza, si verificò il tipico repulisti o, se si preferisce tentativo di addomesticamento o di punizione della indomita sinistra cosentina, posta in essere da alcuni contesti politici di rilievo, tanto che il giovane Carlo Spadafora (seguito dalla giovane moglie) si ritrovò, capo contabile, in (apparente) castigo, presso la Cassa di Risparmio di Locri. La vicenda politica si trasformò in una vicenda umana o viceversa, si chiamava Solidarietà! Leporace venne eletta consigliere comunale tra le fila del PCI locrese  guidato all’epoca da Turi Commisso) e quello che doveva essere un esilio in realtà si trasformò in una data importante e in un soggiorno sereno, prima donna consigliere comunale a Locri, partecipando, sino al nuovo allontanamento del marito per Potenza, ai lavori consiliari nella cittadina ionica, con estrema puntigliosità e accademica determinazione.
Dai racconti del figlio Mauro, uomo riservato e premuroso, tra un’emozione e l’altra, abbiamo appreso della di lei morte avvenuta nel 2007, con il dispiacere per i famigliari e l’amarezza per noi per non averla potuto conoscere e ricordare tempestivamente. In conclusione un ricordo particolare, ci dice Mauro Spadafora:

La mamma quando ci narrava di Locri, ci riferiva della gentilezza dei cittadini di quella terra.

Forse aveva ragione.
Oggi, comunque, abbiamo aggiunto un tassello alla nostra giovane storia.

I risultati ufficiali dei Consiglieri eletti alle elezioni amministrative di Locri del 1956

Democrazia Cristiana: 16 seggi

  • Carmine Migliaccio Spina;
  • Michele Murdaca;
  • Vincenzo Carabetta;
  • Guido Candida;
  • Vincenzo Carnuccio;
  • Enrico Marvasi;
  • Pasquale Barbaro;
  • Angelo Barillaro;
  • Salvatore Furfaro;
  • Vincenzo Cherubino;
  • Nicola Jaconis;
  • Felice Scaglione;
  • Francesco Parretta;
  • Vincenzo Fonti;
  • Mario Panetta;
  • Leonardo Reale.

Partito Socialista Italiano: 6 seggi

  • Giuseppe Femia;
  • Tommaso Giusti;
  • Alfredo Commisso;
  • Giuseppe Arrigo;
  • Antonio Ambrogio;
  • Giuseppe Mollica.

Partito Comunista Italiano: 2 seggi

  • Salvatore Commisso;
  • Anna Leporace.

Socialisti Indipendenti: 3 seggi

  • Umberto Sorace Maresca;
  • Stefano Femia:
  • Giovanni Galasso.

Movimento Sociale Italiano : 3 seggi

  • Gennaro Cento;
  • Pasquale Gregori;
  • Ilario Attisani.

Foto: ildubbio.news

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