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Cronaca

“La gelsominaia”: il manifesto di una Locride proiettata al riscatto

Dall’Ufficio Stampa Accademia Senocrito

Si è svolta nella suggestiva cornice del giardino dell’Accadema Senocrito, a Locri, la presentazione dell’opera letteraria La Gelsominaia di Lina Furfaro. L’evento, organizzato con il Patrocino dell’Amministrazione Comunale di Locri in cooperazione con l’Accademia Senocrito e la Fondazione Woods Locri, ha coinvolto un pubblico nutrito, attento e particolarmente sensibile alla tematica. Lina Furfaro, scrittrice ed autrice dallo stile diretto e delicato, ha ancora una volta stupito il proprio pubblico, nella sua Locri, tramite un opera dal sapore antico che riflette, però, in modo evidente, tematiche ancora moderne e attuali. Dopo i saluti del Professor Antonio Larosa da parte propria e dell’amministrazione Comunale è stata la professoressa Silvana Pollichieni a divenire l’abile traghettatrice e il punto di riferimento, preciso e costante, della manifestazione. Con grande senso analitico, quest’ultima ha descritto l’opera della Furfaro rapendo totalmente l’attento pubblico. Le letture di alcune parti dell’opera sono state intervallate dalle splendide performance musicali di Chiara Condò (al Violino) e Maria Condò (al Pianoforte). Le due allieve dell’Accademia Senocrito, diretta dal Maestro Saverio Varacalli, si sono abilmente cimentate su alcune colonne sonore composte dal compiano maestro Ennio Morricone. «Un tuffo nel passato allo scopo di recuperare atmosfere… e attraverso esse, le emozioni proprie di quegli anni!» ha dichiarato l’artista Bruno Panuzzo che, in questo caso, ha pubblicato per la Woods (il primo volume letterario rilasciato dalla neo casa editrice locrese) l’opera di Lina Furfaro. Lo stesso editore ha definito l’opera «un vero spaccato di una storia che coinvolge, inevitabilmente, non soltanto i famigliari delle gelsominaie, ma parla del passato e dell’evoluzione lavorativa, culturale e sociale che caratterizza un pò tutti noi». Il libro è diretto, scorrevole e ben articolato. La storia di Mena, giovane gelsominaia della Locride, si dipana a cavallo di un periodo storico carico di avvenimenti e rivoluzioni. Dalla vita bucolica, dura e a tratti quasi malinconica, alla rivoluzione (che parte a metà degli anni ’60 del secolo scorso) che ha lo scopo di migliorare le condizioni lavorative, i diritti sindacali e umani di quelle valide e laboriose donne. Uno spaccato autentico della Locride di un tempo: sottolineato dagli splendidi interventi del pubblico dal quale, con un pizzico di commozione, sono emerse le voci di alcune gelsominaie; nonché i ricordi e le emozioni dei figli di alcune di esse ormai adulti (di grande eleganza l’intervento del poeta Antonio Trichilo, che dedica delle frasi davvero lodevoli alle gelsominaie ormai scomparse). Si aggiungono inoltre testimonianze scritte e lette con commozione da parte di chi quel tempo lo ha conosciuto e lo rimpiange con grande nostalgia. Un periodo lentamente scivolato via in maniera inesorabile, per lunghi tratti difficile, ma che profumava di buono, oltre che di gelsomino. Emergono da qui tempi ormai lontani, la testimonianza di un clima sano, di un verace spirito di cooperazione e di una amicizia profonda e radicata. Gli anni ‘80 del secolo scorso scrissero definitivamente la parola fine sulla raccolta del gelsomino nella Locride. I prezzi più accessibili dei produttori tedeschi e la possibilità di coltivare la pianta in ambienti controllati artificialmente fecero letteralmente scomparire tale lavoro e, con esso, le lavoratrici. Lina Furfaro ha quindi recuperato l’essenza di una storia meravigliosa, che parla di una Locride allora proiettata al riscatto. Una Locride caratterizzata dall’orgoglio e dalla grande determinazione di tante donne valorose e indimenticabili.

Redazione

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