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CronacaReggio Calabria

Il controllo di Taurianova e il “venerdì nero”

La faida di Taurianova, scatenatasi a cavallo degli anni ’80 e ’90, aveva visto contrapposte la ‘ndrina Zagari-Viola-Avignone, detta comunemente cosca di Jatrinoli e la cosca di Radicena, all’interno della quale erano aggregati gli Asciutto-Neri-Grimaldi.
Il potere mafioso su Taurianova, durante gli anni ’80, veniva esercitato in un regime di monopolio dalla famiglia Avignone, rappresentata dai fratelli Filippo, classe 1929 (deceduto poi per cause naturali), Giuseppe, classe 1938, e Antonio, classe 1931. Tuttavia una serie di eventi provocavano uno squarcio all’interno di tale consorteria, primi fra tutti gli arresti operati nei confronti di Giuseppe Avignone, classe 1938 e altri, a seguito del processo, definito dalla Corte di Assise di Palmi il 21/7/1981, concernente anche la tristemente nota strage di Razzà del 10 aprile 1977.
Storico capo della cosca di Jatrinoli divenne Domenico Giovinazzo, classe 1945, espressione della famiglia Avignone che, scarcerato nel 1988, riusciva a mantenere il dominio della famiglia di origine, riorganizzando il clan e dando nuova linfa all’organizzazione criminale.
Per la sua ferma e netta presa di posizione contraria all’ingresso della ‘ndrangheta nel mercato della droga fu ucciso dal gruppo mafioso di Radicena. L’assassinio di Domenico Giovinazzo, nel maggio del 1990, diede la stura a un cruento conflitto tra il gruppo dominante, in cui primeggiava Rocco Zagari, e quello degli Asciutto della cosca di Radicena, in ascesa nei circuiti criminali e soprattutto nel traffico degli stupefacenti, alla cui affermazione si era opposto Domenico Giovinazzo.
Nella faida fu ucciso, nel giugno del 1990, anche Francesco Asciutto, padre di Santo, successivamente a capo della consorteria di Radicena nel periodo più acceso della faida.
Rocco Zagari (padre di Pasquale Zagari, classe 1964) veniva quindi ucciso il 2 maggio 1991, mentre si trovava in una sala da barbiere a Taurianova.
Di qui il sanguinoso scontro, consumatosi il 3 maggio 1991, un venerdì nero, appunto, allorquando la furia vendicativa degli Zagari si concretizzò in molteplici attentati ai danni di esponenti della cosca rivale.
In quel triste venerdì 3/5/1991, in risposta all’uccisione di Rocco Zagari, classe 1932, avvenuta nel primo pomeriggio del 2/5/1991, venne perpetrata l’uccisione di quattro persone, colpevoli di avere legami parentali con accoscati del gruppo contrapposto, ovvero quello degli Asciutto–Neri-Grimaldi.
Nello specifico, il primo omicidio di quel 3/5/1991, si concretizza alle ore 12:30, quando Pasquale Sorrento, classe 1962, veniva raggiunto da diciannove colpi di arma da fuoco. Solamente quattro ore più tardi, in via Grimaldi, nei pressi dell’Ufficio Postale, vengono assassinati i due fratelli Grimaldi, Giuseppe, classe 1937, e Giovanni, classe 1932; rispettivamente padre e zio dei due collaboratori di giustizia Vincenzo Grimaldi, classe 1971 e Salvatore Roberto Grimaldi, classe 1968, uomini di fiducia di Santo Asciutto, classe 1964.
Le due vittime, lontane da ogni ambiente delinquenziale, erano state trucidate con numerosi colpi d’arma da fuoco, tanto che la testa di Giuseppe Grimaldi fu staccata dal tronco e ritrovata a circa otto metri di distanza dal corpo. Gli accertamenti balistici effettuati dimostrarono che uno dei fucili utilizzati in questo duplice omicidio era stato anche usato per uccidere Sorrento. Sempre nella stessa giornata, alle ore 20:30, viene eseguita l’uccisione anche di Rocco La Ficara, classe 1959.
Alla mattanza del venerdì nero di Taurianova seguì una forte mobilitazione sociale e mediatica, oltre che una vigorosa reazione delle autorità politiche centrali.
Il 31 maggio 1991, il Decreto Legge 164 introduce le “Misure urgenti per lo scioglimento dei Consigli Comunali e Provinciali e degli organi di altri Enti Locali di tipo mafioso”. Il Prefetto di Reggio Calabria dispose l’immediata sospensione del Consiglio Comunale di Taurianova, successivamente sciolto con Decreto del Presidente della Repubblica il 2 agosto del 1991.
All’ampiezza dell’arco temporale di azione delle due cosche, è correlato il cospicuo numero dei fatti delittuosi (20 omicidi, 10 tentati omicidi, episodi di estorsioni tentati e consumati, porto e detenzione di un rilevante numero di armi), realizzati con una successione cronologica a volte terrificante, in quanto a un omicidio ai danni di un gruppo, seguiva immediatamente la risposta di sangue dell’altro che, volendo essere maggiormente efficace sul piano criminale, si caratterizzava per una violenza ed efferatezza inaudita.
La faida si concluse con la prevalenza della cosca di Jatrinoli, però falcidiata da numerose operazioni giudiziarie.
Dopo un periodo di detenzione e di sorveglianza speciale, Carmelo Zagari divenne l’esponente di maggiore rilievo.
Infatti Marcello Viola, classe 1959 (genero di Rocco Zagari per averne sposato la figlia Italia Zagari), Giuseppe Zagari e Pasquale Zagari (entrambi figli di Rocco Zagari e fratelli di Carmelo) erano stati condannati a lunghe pene detentive ed Ernesto Fazzalari (ritenuto parte della famiglia Zagari perché fidanzato di Rosa Zagari, figlia di Rocco e sorella minore di Giuseppe, Pasquale e Carmelo Zagari) si era dato alla latitanza.
Il primo accertamento giudiziale, in ordine temporale, quindi, circa la sussistenza e operatività a Taurianova e comuni limitrofi della cosca Viola-Fazzalari-Zagari si ha con la sentenza del procedimento Venerdì Nero, emessa dalla Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria in data 10 febbraio 1999, divenuta definitiva in data 27 novembre 2002.
La successiva sentenza della Corte di Assise di Palmi del 22 settembre 1999, nell’ambito del procedimento Taurus a carico di Francesco Zagari + 79, invece, verteva, come detto, su una serie di omicidi e tentati omicidi susseguitisi verso la fine degli anni ’70 a Taurianova, riconducibili alla faida che insanguinò quel centro urbano fino agli anni ’90, scoppiata dopo l’omicidio di Rocco Zagari, avvenuto il 2 maggio 1991.
Secondo la ricostruzione fatta in sentenza, le organizzazioni che si sono fronteggiate aspramente sono state quelle facenti capo alle famiglie Asciutto-Neri-Grimaldi (legate al gruppo dominante sull’intera piana di Gioia Tauro delle famiglie mafiose dei Piromalli e dei Molè) e quelle facenti capo alle famiglie Avignone-Zagari-Fazzalari-Viola.
I due gruppi venivano indicati rispettivamente come cosca Radicena e cosca Iatrinoli in relazione alla denominazione del rione di provenienza all’interno del paese di Taurianova dei rispettivi accoliti.
Nella sentenza venivano ripercorse:

  • prima della guerra di mafia, le fasi del dominio incontrastato della famiglia mafiosa degli Avignone (rappresentata dai fratelli Filippo, poi deceduto per cause naturali, Giuseppe e Antonio, sino all’intervento dei provvedimenti di sorveglianza speciale dell’agosto 1990, che imponevano l’allontanamento dalla Calabria dei componenti più in auge);
  • il fenomeno dell’attività estorsiva, che rappresentava la principale fonte di reddito delle cosche;
  • la nascita del gruppo di Radicena, con a capo Santo Asciutto, insofferente alla supremazia degli Avignone;
  • le tensioni createsi dal 1988, che sfociarono nella guerra di mafia a fini espansionistici e di monopolio criminale, la cui caratteristica peculiare era stata proprio quella del passaggio di appartenenti di un gruppo criminale a altro gruppo opposto nel corso del suo svolgimento;
  • la scissione del gruppo di Iatrinoli sul finire della faida con un mutamento dei rapporti di forza in senso favorevole alla cosca Zagari-Viola-Fazzalari, detta anche cosca Iatrinoli.

Nel processo Taurus furono condannati alla pena dell’ergastolo i fratelli Zagari, Giuseppe e Pasquale, nonché Ernesto Fazzalari, che veniva condannato:

  • per la sua partecipazione ad associazione di stampo mafioso per avere fatto parte della cosca Avignone-Zagari-Viola-Fazzalari;
  • per l’omicidio di Vincenzo Maisano (avvenuto il 9 febbraio 1989), commesso in concorso con Giuseppe Zagari, fratello di Carmelo. Il movente dell’omicidio era costituito dal fatto che il Maisano, spacciatore di sostanza stupefacente, aveva rifornito di droga Felice Zagari, figlio di Rocco e fratello di Giuseppe, Pasquale e Carmelo, deceduto successivamente per overdose;
  • per il tentato omicidio di Sorrento Antonio, esponente del clan rivale, avvenuto in data 13 luglio 1991, commesso in concorso con Giuseppe Zagari e Marcello Viola (Pasquale Zagari, dopo una condanna in primo grado, veniva mandato assolto dalla Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria);
  • per l’omicidio di Francesco Asciutto;
  • per il tentato omicidio (in concorso con Giuseppe Zagari e Guerino Avignone) avvenuto il 30 giugno 1990, di Asciutto Santo, considerato il capo della cosca di Radicena, contrapposta a quella di Iatrinoli.

Nell’ambito del procedimento Taurus era emerso che “gli Zagari prediligevano il settore tradizionale delle guardianie abusive e delle tangenti, con inserimento diretto anche negli affari politici mediante rappresentanti di particolare rilievo come l’anziano Rocco Zagari e il suo giovane genero, Marcello Viola, eletti nel consesso civico di Taurianova.”

Redazione

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