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Costume e Società

A proposito di gentilezza…

Di Ugo Mollica

È da lodare moltissimo l’iniziativa dell’Associazione Museo della Scuola I Care di Siderno, ottimamente guidata dal Dirigente Vito Pirruccio, che ha deciso di dedicare una serie di riflessioni a Sua soavità la gentilezza, che per fortuna è tornata a suscitare interesse in tanti volenterosi costruttori, come testimoniato anche dall’Associazione Nazionale Cor et Amor e dalla recente istituzione di tanti specifici assessorati in molti Comuni d’Italia.
La gentilezza, come categoria dello spirito, è il modello d’esistenza più puro e virtuoso, in quanto si offre a tutti e non richiede né averi, né saperi, ma soltanto sensibilità e valori, che anche il povero può conseguire, “senza oppressione di pedaggio, tanto è frugale il carro dell’anima” (Emily Dickinson). La similitudine col concetto dei versi della grandissima poetessa americana mi è parsa in questo caso di pari livello e senz’altro pertinente.
La gentilezza è per l’uomo una delle rare piccole perfezioni possibili, in grado di elevare le sue espressioni a soglie di livello assoluto. Può dare persino valore estetico alle persone e ai contesti di vita, perché rende più belli chi la offre e chi la riceve, rischiara la fuliggine, migliorando la salubrità dell’aria del nostro cielo di civiltà.
Sento, quindi, di potervi raccomandare di essere avidi di gentilezza e di usarne a grandissime dosi, di spargerla a profusione, senza risparmio, per sanificare (come oggi si dice) ogni angolo di tristezza e di sfiducia, per umiliare la superbia e l’arroganza dei profittatori, così ogni luogo vi darà il benvenuto.
Abbellitevi di gentilezza, sempre, ed essendo voi stessi virtuosamente fruitori del bene che offrite, vi identificherete nell’immagine del vostro pensiero che sorride e, quindi, sarete impeccabili.
La persona gentile non è necessariamente dotta, non deve saper disquisire di sottigliezze raffinate; a fargli porgere pensiero elegante basta la luce sincera dei suoi occhi, la dolcezza dei suoi gesti, la lucentezza del suo volto affabile.
La persona gentile è nobile, come vuole una strana etimologia: non vile. E se non ricambiata non arretra mai, perché è lì che dimostra la pienezza consapevole del suo talento, ovvero la ricchezza della sua dotazione spirituale, che esalta il suo valore, quando la sua strada diventa più difficile.
Gentilezza e salute a tutti.
Ad proxima.

Foto: ohga.it

Redazione

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