Amoreggiate, fratres
Di Mario Nirta
Santità, il 18 luglio del 1870, il Concilio Vaticano I stabilì che, quando parla Ex cathedra Petri, il papa è infallibile. Cioè non può sbagliare nemmeno a farlo apposta perché assistito dallo Spirito Santo. A pretendere questa infallibilità fu Pio IX, che ne aveva bisogno non per questioni di fede, della quale probabilmente se ne infischiava, ma per fermare i Savoia, intenzionati prendersi Roma, per completare l’Unità d’Italia. Adesso che l’infallibilità è passata a lei, per carità, si guardi bene dal parlare dalla cattedra di Pietro, perché se lo Spirito Santo le consiglia di dire, come lei ha detto qualche anno fa, che Gesù non era un pulito e faceva pure un po’ lo scemo, evidentemente è andato fuori di testa anche lui. Altrimenti non le permetterebbe di sproloquiare sciocchezze tali da alimentare forti dubbi sulla credibilità dei Vangeli.
E per quel che me ne importa lei può continuare a dirle anche perché la sua credibilità, se non è già crollata, minaccia di farlo da un momento all’altro. Mi dispiace solo per i “frateli e sorele” che l’ascoltavano e cominciano a considerare un segno nefasto quel fulmine che, la sera delle dimissioni del suo predecessore, s’abbatté sulla basilica di San Pietro. Veniamo a noi. Mesi fa, forse per distogliere l’attenzione dai maledetti preti pedofili, lei se ne uscì a dire che “Il piacere sessuale è divino, non cattolico o cristiano. Non c’è spazio per una moralità troppo zelante”. In pratica, smentendo tutti i suoi predecessori, lei sta dicendo ai vari San Girolamo, Sant’Antonio del deserto e altri sballati del genere, che furono santificati per quella castità che gli fuse il cervello, che erano dei bei cretini, per non dire altro.
Santità, mi perdoni ma, a questo punto, se la sua insipienza, come i rotoloni Regina, non finisce mai, e lei pare seriamente deciso a smantellare dalle fondamenta la sua Chiesa, cosa vuole che le risponda? Le dirò che, per quel che me n’importa, va bene. Tanto bene che se prima consideravo l’atto sessuale un piacere del corpo, adesso lo considero addirittura con devozione e sono seriamente intenzionato a far celebrare qualche novena in suo onore. Ora sì che capisco quel tizio che, dopo una sua prestazione particolarmente esaltante, asseriva che il San Giuseppe del quadro della Sacra Famiglia s’era messo a battere le mani e a richiedere persino il bis. E chi se lo sarebbe sognato un san Giuseppe guardone?! Comunque, visto che con lei la missione della Chiesa ha finito con il blaterare di sesso, ormai non le resta che affacciarsi alla solita finestra e urlare ai fedeli che sprecano il tempo in piazza: “Magnum gaudium nuntio vobis: cchiù pilu pe tutti!” E finalmente i fedeli avranno un motivo valido per batterle le mani. E i cardinali uno ancor più valido per chiedere le sue dimissioni.
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