Di Francesco Salerno
Qui giace la politica. Ne danno il triste annuncio la realtà, la logica e le ultime elezioni presidenziali italiane.
Dopo l’infinita soap opera di questi giorni, finalmente i nostri politici hanno detto di trovarsi d’accodo sul nome del nuovo Presidente della Repubblica. Sergio Mattarella.
Il nuovo, o vecchio, prospetto è stato indicato come il più probabile candidato al Colle.
I partiti si sono detti soddisfatti di questa scelta, tutti tranne Fratelli d’Italia.
Se ciò fosse confermato, potremmo affermare, senza alcun dubbio, di essere di fronte alla morte della politica in Italia. Giorni di consultazioni, elenchi, proposte, dichiarazioni… Tutto inutile.
I nostri leader non sono riusciti a portare avanti un solo nome che potesse rappresentare il Paese. Prima di Mattarella, se fosse rieletto, vi è stato un unico presidente ad accettare il doppio mandato. Trattasi ovviamente di Giorgio Napolitano. Possiamo fermarci qua, i commenti sono superflui.
La classe politica italiana ha scelto dunque di non scegliere. Ha preferito lo status quo al mettersi in gioco. Alché mi chiedo: cosa ce ne facciamo di centinaia di persone super stipendiate se, quando è tempo di decidere qualcosa, non decidono nulla?
Alla fine del teatrino ci ritroveremo con Mario Draghi presidente del Consiglio e Mattarella al Colle. No, tranquilli, nessun vortice spazio temporale che ci ha riportati indietro nel tempo. È solo l’Italia…
Francamente, sono curioso di ascoltare le dichiarazioni vittoriose dei leader politici, in caso di rielezione di Mattarella. Sono certo che sapranno proporre questa sconfitta politica come una grande vittoria. I nostri politici sono sempre stati bravi in questo. Per quanto mi riguarda credo che questa possa essere la pietra tombale sotto la quale seppellire il senso della politica nel Bel Paese.
Riposi in pace la politica in saecula saeculorum.
Eppure, questo modus operandi, mi ricorda una frase del Gattopardo che pare essere stata scritta apposta per questo nostro momento storico: