Coltivò marijuana in un sottotetto: assolto perché il fatto non costituisce reato
“La sentenza del giudice monocratico del tribunale di Palmi deve essere riformata, non ritenendosi provata la coltivazione a fini di spaccio da parte dell’imputato”. È quanto scrivono i giudici della Corte di Appello di Reggio Calabria che, in accoglimento del ricorso presentato e discusso dal legale Massimo Mazzaferro del foro di Locri, ha assolto il 45enne M.I., residente a Melicucco, già condannato in primo grado a 16 mesi di reclusione, con il riconoscimento delle attenuanti generiche, con l’accusa di aver coltivato illecitamente della marijuana all’interno di un sottotetto, dalla quale si potevano ricavare 83 dosi singole medie.
L’avvocato Mazzaferro ha sostenuto l’insussistenza di elementi a carico del proprio assistito relativamente alla presunzione di eventuale cessione dello stupefacente rinvenuto, il quale si doveva considerare di modesta quantità. La Corte ha rilevato che tali affermazioni difensive non sono contrastate da altri dati indicativi di diversa finalizzazione di quanto sequestrato, tanto che si può escludere l’ipotesi accusatoria e, di conseguenza, ha accolto i motivi di appello della difesa escludendo la responsabilità del 45enne dal reato contestato, mandandolo assolto con la formula “perché il fatto non costituisce reato”.