Guerra in Ucraina: Cina e India ci concederanno uno spiraglio di luce?
Un alone di speranza si profila all’orizzonte.
L’ho detto giorni addietro. Lo ribadisco oggi. Credo che sia giunta l’ora per la Cina e per l’India di assumere una presa di posizione più netta: prodigarsi a favore della pace, in difesa dei diritti umani, perché che senso ha, per queste nazioni, che hanno milioni di figli sparsi in tutto il mondo e che tanto hanno da perdere (considerato che negli ultimi anni, soprattutto la Cina, hanno intensificato in maniera esorbitante i loro rapporti commerciali con il resto del mondo, divenendo in tal senso superpotenze) non prodigarsi in favore della pace? In questo triste frangente della storia umana, una guerra mondiale metterebbe anch’esse in ginocchio. Catapulterebbe i sopravvissuti (semmai ci fossero) nell’oscurantismo più assoluto. Una sorta di inverno nucleare (il medioevo della follia umana) dal quale non ci risolleveremmo mai più. E questo perfino Xi Jinping e Ram Nath Kovind lo sanno.
È dunque possibile che alla fine, come tutti ci auguriamo, prevalga il buonsenso. Sembra, infatti, che il presidente cinenese Xi Jinping se ne stia facendo una ragione. Ha capito, cioè, che ciò che aveva in un primo momento dato per scontato e che quindi (seppure sottobanco) aveva approvato (ovvero una guerra lampo che non avrebbe neppure concesso il tempo all’opinione pubblica mondiale di sollevarsi) rischia di trasformarsi, adesso, in un conflitto di proporzioni bibliche. E questo, come detto, non giova a nessuno, men che meno al vecchio Dragone. Ecco perché nelle ultime ore ha più volte esortato i popoli coinvolti nel conflitto alla pace. È solo un inizio, certo, ma uno di quelli che potrebbe spalancare il portone della ragione, inducendo Vladimir Putin alla riflessione, dal momento che sta restando sempre più solo. Questo, inoltre, guasterebbe il sonno sonno a quei pochi suoi mastini fedeli che hanno scelto di seguirlo in questa incommensurabile follia.
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