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Attualità

Depurazione: “In cinque anni speso solo 5% dei fondi disponibili”


Edil Merici

Dallo Staff Comunicazione e Organizzazione di Coraggio Italia

Un’interrogazione sul tema della depurazione. È quella che il consigliere regionale Francesco De Nisi ha indirizzato al presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto per chiedere “se non si intenda intraprendere una forte azione nei confronti del Commissario Unico per la Depurazione e dei Competenti Ministeri al fine di far avviare in tempi celeri i lavori delle opere infrastrutturali previste per adeguare lo stato dei servizi di fognatura e di depurazione alla normativa europea allo scopo di assicurare adeguati sistemi di protezione dai rischi derivanti dalla cattiva gestione delle acque reflue per la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente.”
De Nisi, inoltre, interroga Occhiuto per sapere “se non si intenda costituire una struttura regionale dedicata esclusivamente alla depurazione onde poter fornire supporto al Commissario Unico per la depurazione nazionale e per seguire l’iter per   la realizzazione degli ulteriori interventi di competenza Regionale già finanziati con la delibera nº 60/2012 del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, oltre alle procedure di infrazione ancora in fase di definizione.”
In Calabria la struttura commissariale e sub commissariale ha il compito di accelerare la progettazione e la realizzazione dei lavori di collettamento, fognatura e depurazione interessati dalle procedure di infrazione comunitaria aperte nei confronti dell’Italia.
“Nella Regione ricadono in procedura di infrazione già definite nove interventi in ambito fognario e depurativo. Il totale degli investimenti finanziati con la delibera nº 60/2012 del CIPE è di oltre 87 milioni di euro” ricorda De Nisi. Che sottolinea anche come “le acque reflue non adeguatamente trattate rappresentano un pericolo per la salute dei cittadini e per l’ambiente oltre a essere una delle maggiori cause di inquinamento del mare Calabrese.

Ciò è particolarmente allarmante ed evidente in alcuni tratti della costa calabrese, come quella vibonese dove il fenomeno dell’inquinamento marino provoca, oltre a danni ambientali notevoli e incalcolabili, danni economici dovuti alle ricadute negative sull’industria turistica del territorio.”
Puntando i riflettori proprio sul territorio vibonese il consigliere regionale inquadra due interventi. Il primo, la bonifica dell’Area Angitola, per un importo di 6 milioni e 300 mila euro, che interessa i Comuni di Pizzo (capofila), Maierato, Monterosso Calabro, Polia, Filadelfia, San Nicola da Crissa, Filogaso, Francavilla Angitola e Capistrano. Il secondo invece, la bonifica della Area omogenea Mesima, il cui costo è di 4 milioni e 200 mila euro, che coinvolge i Comuni di Jonadi (capofila), San Calogero, Mileto, Rombiolo, Filandari, San Costantino Calabro, Francica, Stefanaconi e Sant’Onofrio.
“Un totale di 10 milioni di euro – conclude De Nisi – dal 2017 in mano ai commissari e di cui ne sono stati spesi zero. Ciò è inaccettabile e non più rimandabile, soprattutto alla luce del fatto che degli interventi affidati al Commissario Unico nel lontano 2017 soltanto due sono stati eseguiti e collaudati (Depuratore di Crotone per 2 milioni e raccolta reflui di Montebello Jonico per 2 milioni e 300 mila euro) per l’importo di 4.300.000,00 euro, ovvero appena il 5% degli interventi previsti. La Calabria non lo merita, i calabresi non lo meritano, il Vibonese non lo merita.”
Gli altri sistemi depurativi che attendono di essere ultimati ricadono nei comuni di Acri, Castrovillari (capofila), Civita, Frascineto, San Basile, Motta San Giovanni, Reggio Calabria e Rossano (capofila), Corigliano.


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