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Attualità

Il Teatro Rendano resta “in cerca d’autore”

Di Maria Concetta Loria – Movimento civico Tesoro Calabria

Dobbiamo chiederci perché il Teatro Comunale Alfonso Rendano debba ancora rimanere nel limbo del tempo della vigile attesa.
Franz Caruso, Sindaco della città di Cosenza, piuttosto che pensare alla nomina di un direttore artistico per il teatro procede nella nomina di un consulente esterno – Fabio Gallo – riguardo alla quale il movimento Tesoro Calabria esprime apprezzamento, vista la sua esperienza e professionalità.
Per il momento non è dato saper se a questa nomina seguirà quella di un direttore artistico per il Teatro Comunale. Appare chiaro che le deleghe, in merito alla cultura, sono la soluzione preferita dal primo cittadino della città bruzia. Un assessore alla cultura, forse, sarebbe stato opportuno.
Ricordiamo che il Teatro Rendano, come tutti i teatri di tradizione, è disciplinato dall’articolo 28 della Legge nº 800 del 14 agosto 1967 e ha il compito di promuovere, agevolare e coordinare le attività musicali nel territorio della propria provincia.
I Teatri di tradizione ricevono infatti finanziamenti secondo i criteri e le modalità per l’erogazione, l’anticipazione e la liquidazione dei contributi allo spettacolo dal vivo, a valere sul Fondo Unico per lo Spettacolo di cui alla L. nº 163 del 30 aprile 1985, stabiliti dai decreti ministeriali vigenti al momento, cosa che il Rendano non è stato in grado di garantire, perdendo così, nel 2018, grazie alla politica culturale della precedente amministrazione, l’accesso al Fondo Unico pianificato su base triennale.
La decisione di nominare un consulente esterno per il teatro, se non troverà seguito nella nomina anche di un direttore artistico, appare tanto come un’operazione finalizzata a deresponsabilizzare la figura del consulente.
Vorrei ricordare che, già da molti anni, al Rendano, manca la figura di un direttore artistico, evenienza che ha contribuito a alla perdita dei finanziamenti del FUS che non sarà semplice recuperare e, in tutto questo, la pandemia non ha nessuna responsabilità, dato che è arrivata a disastro già consumato. Le colpe sono da ricercare altrove, l’emergenza pandemica ha solo assorto a perfetto ruolo di capro espiatorio.
Un consulente non sarà mai responsabile di un eventuale fallimento, diversamente un direttore artistico dovrebbe assumersi pubblicamente le responsabilità di un insuccesso culturale.
Probabilmente, viste le condizioni in cui versa il teatro comunale, sarebbe stato più opportuno procedere alla nomina di un direttore artistico rispetto alla decisione di distribuire una consulenza.
Forse questo è solo un modo per non chiamare le cose con il giusto nome, forse il consulente assolverà alle funzioni di direttore artistico ma che non si sa per quale strano arcano il Sindaco preferisca delegare al ruolo di esterno.
Il timore è che si possa continuare su una strada che, invece della produzione, la prima missione di un teatro di tradizione, continui a procedere nella direzione di un impresariato teatrale di stampo ottocentesco.
Un teatro di tradizione senza la produzione è destinato a soccombere, un consulente esterno, in quanto tale, non può dedicare lo stesso tempo e le stesse energie di un direttore artistico, altrimenti diventerebbe un interno con una regolare forma di contratto.
Se a questa nomina non dovesse seguire quella di un vero direttore artistico, la vicenda risulterebbe alquanto curiosa.
Spero anche che siano stati avviati confronti con altri interlocutori culturali del settore presenti in città, ma anche in tutta la Calabria.
L’augurio è quello che il Teatro Rendano possa recuperare la programmazione di stagioni teatrali basate sulla produzione e non rimanga ancora una volta il luogo di per ospitare solo personaggi del piccolo e grande schermo, un luogo destinato solo a fare i conti con gli incassi di botteghino e destinato ad accantonare la vera cultura teatrale a scapito di una società dei consumi omologata sul modello della TV commerciale.

Foto: cosenzachannel.it


Edil Merici

Redazione

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