Costume e SocietàLetteratura
La Nova
Tanto brulle sono le terre,
pigro è pure il lor calore;
diviene triste anche il sole
tanto fiacco il suo candore.
Di bionde chiome e chiari manti,
son tuttora cinti i campi
e laggiù, nel litorale,
piange forte e sbuffa il mare.
Lassù nel ciel che sa di mosto,
preceduto dai bagliori,
s’odono grevi dei fragori;
poi le gocce, chiotte chiotte,
scendon lente nella notte.
Tra la pioggia e le saette,
sbuca Ottobre dalla botte
e alla porta picchia forte,
di Settembre che alle strette.
Nel notturno tutto tace;
pur la quiete giace in pace
e la terra si trasforma,
mentre il cielo si riarma.
Intona il tempo le sue cadenze,
tra bruschi soffi e vive danze;
or la Vecchia ci saluta,
quella Nova è già arrivata.
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