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MotoGP: il team degli imprevisti che ci fa già pensare al 2023


Edil Merici

Di Elisa Scambelluri – Liceo Classico Ivo Oliveti di Locri

Il Team Suzuki ECSTAR è uno delle più celebri nella MotoGP, in competizione da sempre con Yamaha e Ducati: la sua storia inizia nel 1960 alla Tourist Trophy (una corsa motociclistica che si corre sul circuito stradale dello Snaefell Mountain Course sull’Isola di Man) in classe 125, senza risultati rilevanti. Ernst Degner, nel 1962, porta la Suzuki in fase di rilievo, vincendo per la prima volta sia il titolo pilota sia quello costruttori in classe 50. Tra gli anni 1976 e il 2000 ci sono state ben 5 vittorie, di cui due conquistate da Barry Sheene e le altre da Marco Lucchinelli, Franco Uncini e Kenny Roberts Junior, tutte raggiunte nella classe 500. Nel 2002, c’è stato il debutto in MotoGP, con Kenny Roberts e Sete Gibernau in sella all’instabile Suzuki GSV-R XRE0. Nel 2011 il team ha attraversato un periodo di forte precarietà, dovuto alla caduta di John Hopkins in Repubblica Ceca e al ritiro di Bautista nel gran premio di Spagna, che chiuderà la stagione con 67 punti e solo un tredicesimo posto. È proprio il 18 novembre di quello stesso anno che la Suzuki Motor Corporation annuncia il ritiro dalle competizioni. Ma il ritorno si farà attendere solo fino al 2015. La Suzuki darà una possibilità a due grandi futuri dell’immediato futuro della MotoGP come Aleix Espargaró e Maverick Viñales, con quest’ultimo esordiente dopo un solo anno in Moto2 con Kalex. Da quell’anno, la GSX-RR mostra una competitività assente nei primi anni di gare, presentando una moto innovativa e strabiliante in confronto a quelle precedenti. Nel 2020 vince addirittura il campionato piloti di MotoGP con Joan Mir, dopo 20 anni di assenza dal podio. Ed è proprio in questi giorni che nasce una delle polemiche più gettonate tra i fan della corsa motociclistica: dal paddock di Jerez, infatti, la Suzuki dichiara il ritiro dal mondiale a fine stagione. La vera domanda è cosa si celi dietro questa scelta, indubbiamente difficile a causa della quantità di lavoratori impegnati con Suzuki. La Dorna, ossia l’associazione che gestisce gli eventi sportivi legati al motociclismo, ha dichiarato che una scelta del genere non può esser presa unilateralmente e che, prima di una dichiarazione ufficiale, c’è bisogno di un incontro formale in cui si debbano decidere le sorti sia dei piloti sia del numero di partecipanti (piloti e costruttori) alle gare. È indubbiamente un ritiro che volge lo sguardo al 2011, quando già la squadra si era ritirata dalle competizioni pur essendo titolare di contratti con piloti che sarebbero dovuti durare più stagioni. Una delle motivazioni potrebbe risiedere nella quasi distruzione del contesto economico, colpito da due anni di spettacoli chiusi al pubblico a causa della pandemia. Ma Álex Rins e Joan Mir? Il futuro dei piloti è imprevedibile e c’è una possibilità per Mir di un affiancamento a Marc Márquez nel paddock Honda. In conclusione, il progetto a lunga durata di Davide Brivio, istituito nel 2015, non ha avuto i suoi frutti, e ora dobbiamo solo aspettare la stagione del 2023 come una delle più impreviste e dalle sfumature più impensate.

Foto: fanpage.it


“Birra”

Redazione

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