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CronacaReggio Calabria

Processo “Cordì”: il PM chiede un ergastolo e 60 anni di reclusione


Edil Merici

Ergastolo per Susanna Brescia, 30 anni per Francesco Sfara, 30 anni per Giuseppe Menniti e assoluzione per Giuseppe Sfara. Sono queste le richieste di pena avanzate dal Pubblico ministero Marzia Currao al termine della requisitoria del processo per l’omicidio di Vincenzo Cordì, che si è conclusa poco fa davanti alla Corte d’Assise di Locri. Currao, nel corso del suo intervento, ha ripercorso le fasi investigative che hanno riguardato il delitto avvenuto nel novembre 2019. Il ritrovamento del cadavere dell’uomo è avvenuto il 13 novembre presso la località Scialata nel comune di San Giovanni di Gerace, 24 ore dopo la denuncia di scomparsa fatta dalla compagna della vittima, l’odierna imputata Susanna Brescia.
Gli investigatori e il medico legale sopraggiunti sul luogo avevano rinvenuto il cadavere carbonizzato dell’uomo all’interno di un’autovettura, anch’essa bruciata, e dagli esami successivamente effettuati in sede autoptica era emerso che Vincenzo Cordì fosse ancora vivo quando è stato trasportato all’interno del veicolo. Secondo l’ipotesi dell’accusa, Cordì è stato colpito da un oggetto contundente e, in un secondo momento, trascinato all’interno dell’auto. Secondo gli esami eseguiti dai medici legali risultava infatti una lesione al cranio, ma il decesso era subentrato in seguito e riconducibile a un’intossicazione da monossido di carbonio.
Dagli esiti delle indagini i Carabinieri hanno in un secondo tempo rinvenuto un accendino a pochi metri di distanza dalla macchina della vittima e probabilmente utilizzato per dare fuoco al corpo e all’auto. Su quell’accendino sono state riscontrate tracce di DNA riconducibili con altissime probabilità alla compagna dell’uomo.
Sono diversi, però, gli elementi raccolti nel corso delle indagini e l’incrocio dei dati che ha permesso agli inquirenti di ipotizzare il coinvolgimento nell’omicidio degli attuali imputati, tranne che per Giuseppe Sfara, per il quale l’accusa ha ritenuto di chiederne l’assoluzione.
Tra gli elementi probatori a carico la Procura ha indicato il contenuto di alcune videocamere di sorveglianza e gli agganci delle celle relative al traffico telefonico, che hanno permesso di risalire alla posizione degli imputati Susanna Brescia, Francesco Sfara e Giuseppe Menniti nei pressi della località del ritrovamento, a una breve distanza temporale dalla morte della vittima.
Alla prossima udienza è previsto l’intervento del difensore della parte civile, l’avvocato Rocco Guttà, al quale seguiranno gli interventi della difesa degli imputati a iniziare dall’avvocato Francesco Macrì, quindi quelli degli avvocati Antonio Ricupero, Girolamo Curti e Menotti Ferrari. Il processo si concluderà a giugno.

Foto: gazzettadelsud.it


“Birra”

Raffaella Centaro

Nata a Bianco, paese del “Bello del mare” e cresciuta tra il profumo inebriante dei gelsomini e del bergamotto. Attenta osservatrice, introspettiva e particolarmente curiosa per tutto ciò che la circonda. Appassionata di storia, arte, libri e viaggi. A tre anni leggeva il quotidiano sul divano, a casa dei nonni. Ama la cultura antica, in particolar modo la letteratura greca e latina e le lingue straniere, interesse nato al Liceo Classico e proseguito con gli studi letterari, filologici e linguistici. È Incline allo sport e ha una particolare passione per la danza. Ama la penna perché “Scrivere rende liberi”.

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