Agrivoltaico: il sistema fotovoltaico in agricoltura tra promotori e scettici
Di Matteo Bono
L’agrivoltaico è un sistema per produrre energia elettrica occupando la stessa superficie delle coltivazioni. Questo sistema serve a sfruttare al meglio lo spazio delle campagne, senza impattare il corretto sviluppo delle colture.
L’Italia, per conformazione geografica, è un Paese che non può vantare distese pressoché illimitate che possono essere adibite a sistemi fotovoltaici, limitando la possibilità di produzione possibile. Questo sistema potrebbe essere in grado di rendere più efficiente la superficie disponibile e ha grandi vantaggi, ma gli esperti, come il ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli, nutrono ancora dei dubbi a riguardo.
Cos’è l’agrivoltaico?
L’agrivoltaico è un sistema di pannelli solari che possono essere installati al di sopra di campi coltivati in modo da garantire la corretta crescita delle colture, ma permettendo allo stesso tempo di sfruttare queste superfici per generare energia rinnovabile e verde.
Semplificando, queste strutture, spesso automatizzate, sono dotate di pannelli fotovoltaici che si collocano al di sopra dei campi coltivati. Il pannello produce ovviamente energia elettrica e, essendo, grazie all’automazione, può muoversi seguendo l’inclinazione dei raggi solari.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del 2021, include al suo interno fondi e piani per l’installazione di questi sistemi sul suolo italiano. Saranno installati pannelli agrivoltaici per 1,5 GW entro l’anno 2030.
Quali sono i vantaggi?
I vantaggi sono multipli. Anche per le colture stesse, infatti, questi pannelli, che fungono anche da copertura per i raggi solari, possono:
- ridurre la richiesta idrica: generando ombra, questi pannelli possono abbassare la temperatura al suolo e ridurre l’evaporazione delle acque nel terreno;
- fungere di sostegno per le piante: i tralicci della strutture possono anche essere le strutture a cui le piante possono aggrapparsi e fornire un sostegno alle stesse. Alcune coltivazioni, infatti necessitano di sostegni per migliorare la produzione;
- regimentare le acque piovane: possono regolamentare l’acqua piovana garantendo livelli più costanti e meno picchi;
- proteggere dalla grandine, responsabile della distruzione di molti raccolti.
Oltre a ciò va ovviamente aggiunto il fatto che questa struttura garantisce la generazione di energia verde e rinnovabile da territori che, altrimenti, non sarebbero in grado di generare energia.
Perché l’agrivoltaico in Italia?
L’Italia è decisamente un territorio in cui l’agrivoltaico potrebbe essere più efficace in quanto, per conformazione geografica, non si dispone di ampi territori adatti a sistemi fotovoltaici. Il 41,8% della superficie territoriale italiana è infatti occupata da colture.
La posizione della nostra nazione ci garantisce l’intensità solare più alta d’Europa, dopo la Spagna.
Tale intensità renderebbe possibile raggiungere il 50% degli obiettivi del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima se solo si dotasse lo 0,32% dei terreni agricoli italiani di un sistema Agrivoltaico.
Quali sono le opinioni?
Nonostante i benefici ci sono ancora opinioni contrastanti a riguardo, anche all’interno dello stesso governo. Infatti, il Ministro Patuanelli si è espresso cautamente in più di una occasione, sottolineando che i pannelli fotovoltaici potrebbero essere installati in primis sugli edifici, non andando a impattare sulle colture italiane, che potrebbero risentire di una diminuzione della produzione, secondo alcuni. Questo porterebbe a un ulteriore aumento del prezzo delle materie prime, già altissime per il conflitto in Ucraina.
Sarebbe quindi meglio preferire gli edifici per l’installazione di impianti fotovoltaici sugli edifici che garantiscono molte meno controindicazioni.
Il Ministro della Transazione Economica Roberto Cingolani si è invece espresso a favore di questi impianti, che potrebbero rendere le aziende agricole indipendenti a livello energetico, realizzando contemporaneamente un allaccio della luce con la linea nazionale.
Le resistenze all’agrivoltaico in Calabria
Un’altra resistenza si riscontra dalla Regione Calabria, che ha proposto una modifica della legge del 16 aprile 2022, nell’articolo 51, che vuole introdurre un tetto del 10% della superficie agricola per l’installazione di impianti fotovoltaici. Una proposta che andrebbe a limitare di molto la possibilità di attuazione di questo sistema e proveniente proprio dalla regione con l’intensità solare più alta d’Europa.
Fonte: energia-luce.it
Foto: micheledallapiccola.it