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Sfrattata rischia di finire in mezzo a una strada: interviene l’ONU


Edil Merici

Dall’Osservatorio sul disagio abitativo di Reggio Calabria

Anche a Reggio Calabria interviene l’Alto Commissario per i diritti umani dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per difendere il diritto alla casa di una Signora che rischia di finire sulla strada per lo sfratto in programma per domani, 27 giugno. Comune e Prefettura si attivino subito per rispettare le obbligazioni legali di tutela dei diritti umani ratificate dall’Italia.
La Signora vive con una pensione di invalidità e sta per essere sfrattata per morosità incolpevole; l’8 dicembre 2021 ha presentato richiesta al Comune per l’assegnazione di un alloggio per emergenza abitativa, ma non ha ricevuto alcuna risposta.
Nel mese di maggio, qualche giorno prima dell’accesso per l’esecuzione dello sfratto il suo legale ha trasmesso al Sindaco facente funzioni, responsabile per competenza, una diffida per il rispetto dei diritti umani violati in assenza di passaggio da casa a casa. Ma anche la diffida non ha avuto alcun riscontro. Il settore comunale di Edilizia Residenziale Pubblica ha dichiarato informalmente di non poter assegnare l’alloggio alla Signora perché sono bloccate le assegnazioni di emergenza abitativa. In realtà queste sono bloccate per causa esclusiva dell’inazione dello stesso settore. Il settore Politiche sociali, invece che proporre una soluzione abitativa, ha proposto alla Signora il ricovero in comunità, proposta che la stessa ha rifiutato.
Data la situazione gli enti dell’Osservatorio sul disagio abitativo, con l’aiuto di Cesare Ottolini della Segreteria Nazionale Unione Inquilini e coordinatore dell’Alleanza Internazionale degli Abitanti, hanno presentato un ricorso al Comitato per i Diritti Economici, Sociali e Culturali dell’ONU, in conformità al Protocollo Opzionale del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali ratificato dall’Italia nel 2014.
Il Patto Internazionale, uno dei trattati delle Nazioni Unite nato dalla più nota Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, tutela, oltre al diritto al lavoro, alla salute, alla sicurezza sociale, anche il diritto a un alloggio adeguato (articolo 11) per le persone e famiglie che non hanno risorse economiche sufficienti per garantirselo; è un obbligo per gli stati firmatari ad attuare misure idonee a concretizzarlo.
L’Alto Commissario per i diritti umani dell’Onu ha accettato il ricorso, con un provvedimento del 22 giugno scorso, con il quale, in conformità con l’articolo 5 del Protocollo opzionale del Patto, ha chiesto allo Stato italiano di prendere misure urgenti per la sospensione dello sfratto dall’appartamento in cui vive la Signora o, in alternativa, di fornirle un altro alloggio adeguato alle sue esigenze.
Ricordiamo che gli Enti dell’Osservatorio sul disagio abitativo hanno da tempo denunciato che in città, dopo lo sblocco delle esecuzioni degli sfratti del 31 dicembre scorso, sono in esecuzione 218 sfratti (dati forniti dal Tribunale di Reggio Calabria con accesso agli atti). Di fronte a questa bomba sociale l’Osservatorio sul disagio abitativo ha sollecitato la Prefettura alla costituzione del tavolo sfratti richiesto nel mese di agosto 2021 dal Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e ha chiesto al Comune di sbloccare le assegnazioni ordinarie per i casi di emergenza e di attuare altre misure per garantire il diritto alla casa.
Queste richieste non hanno avuto alcuna risposta.
La Prefettura non ha costituito il tavolo sfratti mentre altre Prefetture l’hanno costituito. Il Comune, non solo non ha attuato alcuna iniziativa specifica, ma ha addirittura continuato a tenere bloccate perfino le ordinarie assegnazioni per i casi di emergenza abitativa e, nei mesi passati, ha pubblicato un bando per contributo affitti per la morosità incolpevole che, a causa delle condizioni del testo, è andato praticamente deserto (sono state presentate solo 6 domande).
Di fronte a questa grave negazione del diritto fondamentale alla casa da parte delle Istituzioni locali si è reso inevitabile il ricorso all’ONU, come sta avvenendo con successo in altre città italiane.
Auspichiamo che il provvedimento delle Nazioni Unite serva prima di tutto a garantire alla Signora il diritto all’alloggio e a mettere, finalmente, le Istituzioni locali di fronte alla loro responsabilità legale di attivare misure concrete e immediatamente applicabili a favore delle famiglie senza una casa.


GRF

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