L’associazione per la fabbricazione clandestina di sostanze alcoliche
Breve storia giuridica dei reati in materia di accise
Di Agostino Giovinazzo
La fattispecie è disciplinata dall’articolo 42 del Decreto Legislativo nº 504 del 26 ottobre 1995 e punisce, sulla falsariga del previgente articolo 38-bis del Testo Unico sugli Spiriti del 1924, con la reclusione da tre mesi a un anno la condotta di tre o più persone che si associano allo scopo di fabbricare clandestinamente alcole o bevande alcoliche, per il solo fatto dell’associazione.
La sola presenza del sodalizio e l’intenzione delittuosa di fabbricazione clandestina fa, dunque, scattare la tutela penare recata nella menzionata norma, rimanendo irrilevante l’effettiva commissione dei reati cui è preordinata l’associazione, così come il grado di responsabilità di ogni partecipante.
Questo fa sì che la disposizione in esame possa ricomprendersi tra i cosiddetti “reati di pericolo” e ciò in quanto la costituzione della associazione pone – anche astrattamente – in pericolo la tempestiva e integrale riscossione dell’accisa (bene giuridico tutelato).
Dal punto di vista dell’elemento soggettivo possiamo dirlo rappresentato, nell’attuale contesto, dal dolo specifico e quindi dalla fabbricazione clandestina di alcole o bevande alcoliche.
Non risulta, quindi, necessario che i partecipanti abbiano voluto la costituzione di un sodalizio criminale il cui programma criminoso non sia chiaramente stabilito.
In conclusione, circa i rapporti tra la fattispecie di cui al citato art. 42 e gli altri reati, deve essere sottolineato che la stessa reca con sé tutte le caratteristiche proprie per essere inquadrata come disposizione speciale rispetto alla condotta tipizzata nell’articolo 416 del Codice Penale, che punisce – in generale – l’associazione per delinquere; sicché, ai sensi dell’articolo 15 del CP troverà esclusiva applicazione la norma tributaria.
Foto: corriereditaranto.it
Tratto da Contrabbando doganale e delitti in materia di accise, edito da Key editore, collana diretta da Enzo Nobile.