È iniziato mercoledì 20 luglio, al Tribunale collegiale di Lamezia Terme (presidente Angelina Silvestri, giudici a latere Domenico Riccio e Salvatore Regasto) il processo scaturito dall’operazione Alibante condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro nel maggio 2021 contro una ‘ndrina operante tra Lamezia Terme e Aosta.
Diciannove le misure cautelari con le accuse, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso, corruzione, estorsione consumata e tentata, intestazione fittizia di beni, rivelazione di segreti d’ufficio e turbativa d’asta. Reati che per gli uomini di Nicola Gratteri si sarebbero consumati lungo i comuni del litorale tirrenico e in particolare tra Lamezia, Nocera Terinese, Falerna e Conflenti, oltre che nelle città di Aosta, Arezzo e Cosenza e che avrebbero visto al centro l’azione della cosca Bagalà.
Tante le eccezioni sollevate dagli avvocati alla prima udienza del dibattimento nel quale sono imputati, tra gli altri, il presunto boss Carmelo Bagalà, la figlia Maria Rita, avvocato del foro di Aosta e il suo marito e collega Andrea Gino Giunti. Il collegio ha innanzitutto riunito la posizione dei due imputati Mario Gallo e Alessandro Gallo (difesi dall’avvocato Leopoldo Marchese) che avevano chiesto di essere giudicati, con rito immediato, al troncone principale del processo.
Il Tribunale ha poi accolto l’eccezione dell’avvocato Aldo Ferraro sull’inammissibilità della costituzione di parte civile presentata nei confronti dei suoi assistiti da due delle persone offese. Sono state poi mosse eccezioni sulla improcedibilità dell’azione penale nei confronti di Vittorio Macchione, sulla nullità del decreto dispositivo del giudizio per genericità di un capo di imputazione, della richiesta di rinvio a giudizio per omessa notifica dell’avviso di udienza preliminare ad una delle persone offese, del decreto dispositivo del giudizio per incompatibilità del giudice dell’udienza preliminare e del decreto dispositivo del giudizio per mancanza di una notizia di reato.
Il collegio giudicante si è quindi riservato di decidere su tali eccezioni, rinviando il processo al 5 settembre presso l’aula bunker di Catanzaro, riuscendo così a conciliare l’elevato numero delle parti processuali e dei difensori impegnati con le esigenze sanitarie che richiedono spazi più ampi.
Alla prossima udienza saranno formulate le richieste di prova, mentre i giudici hanno già calendarizzato l’attività istruttoria che si svolgerà tra l’8, il 13 e il 15 settembre.
Fonte: laprimalinea.it