Trent’anni dopo Capaci: «La Calabria dà grandi segni di ripresa»
Nella serata di ieri, presso la Piazza delle tre Chiese di Gerace, si è svolto l’incontro A trent’anni dalla strage di Capaci e di via D’Amelio: riappropriarsi delle libertà negate e riconquistare i diritti fondamentali perduti. Moderato dalla giornalista Paola Bottero, il dibattito si è svolto alla presenza del vescovo della diocesi di Locri-Gerace Francesco Oliva, il sindaco di Locri Giovanni Calabrese e i rappresentanti delle Forze dell’Ordine del territorio, oltre che da un nutrito gruppo di cittadini che hanno ascoltato con interesse le argomentazioni dei relatori presenti: il procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro Nicola Gratteri, il segretario generale dell’Unione Italiana del Lavoro Pierparolo Bombardieri e in videoconferenza, il giornalista, saggista e studioso dei fenomeni criminali Antonio Nicaso.
Introdotto dall’organizzatore Tonino Lacopo con una breve riflessione su cosa dovranno aspettarsi le future generazioni dalla discussione sui diritti, l’incontro è stato aperto dalla proiezione di uno spezzone della trasmissione Samarcanda, nel quale il giornalista Sandro Ruotolo realizzava, nei primi anni ’90, un servizio in cui veniva denunciata la pervasività delle mafie sul territorio locrese, teatro di oltre 400 intimidazioni in un lasso di tempo molto breve.Di seguito, invece, alcune delle considerazioni espresse durante la serata dall’Assessore comunale di Gerace Salvatore Galluzzo, da Bombardieri e da Gratteri.