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I Bronzi di Riace e il talento di Damiano Rodà


Edil Merici

Di B.F.

Un talento annunciato.
Un talento che si accosta al mondo musicale a soli 14 anni. E subito diventa parte di essa. È, infatti, dopo appena qualche anno che incide il suo primo album Diventar Vento. Ha, in seguito, prodotto due videoclip: Prima di capire e Mare. Ha partecipato al Premio De André del 2018, arrivando in semifinale. Ha conseguito il diploma di I e II livello in chitarra jazz al Conservatorio Cilea. Al momento si occupa di eventi di musica dal vivo e dell’insegnamento della musica a scuola. Si chiama Damiano Rodà e ha una concezione filosofica della musica. Un punto di vista che si colloca in un contesto storico-culturale che vede l’introduzione di realtà artistiche come ad esempio i Bronzi di Riace che lui considera non solo parte dell’arte antica in sé, ma realtà animate e senza tempo, quasi avessero un’anima immortale, un cuore, un cervello.
È per questo che abbiamo deciso di raggiungerlo per chiedergli:
Vuole parlaci un po’ di lei?
Sono polistrumentista. Ho iniziato da piccolo a suonare la batteria e con gli studi al conservatorio ho imparato anche a suonare la tastiera ma, con il tempo, ho capito che la chitarra era la mia tendenza. Per questo mi sono Laureato al conservatorio Cilea in chitarra jazz.
Qual’è il suo genere musicale?
Mi definisco un cantautore che passa dal pop al rock.
Ha futuri obiettivi?
Ho sempre degli obiettivi e delle mete da raggiungere. Mi piacerebbe davvero arrivare a molte più persone possibili attraverso la mia musica. E perché no, anche arrivare a Sanremo.
Vuole parlarci adesso dei suoi ideali?
Credo molto nella lealtà, nell’umiltà e nella verità che può essere raccontata attraverso la musica, proprio come facevano Fabrizio De André e altri grandi cantautori. Sono importanti le parole sotto questo punto di vista, ma non bisogna sottovalutare l’aspetto musicale e compositivo, basti pensare a Lucio Battisti che, attraverso la musica, è stato sempre in grado di dare un senso alle parole.
Ci parla del suo album?
La copertina e il titolo sono nati dalla mia curiosità e la mia ammirazione nei confronti della storia che è racchiusa nel ritrovamento dei Bronzi di Riace. Basti pensare che i Bronzi sono rimasti per secoli al buio, lì, in solitudine, senza nessuno che li notasse, che si prendesse cura di loro, ma questo non ha cancellato la loro memoria e la loro storia. Allo stesso tempo credo che la vita sia questo. Il passare del tempo ci lascia delle ferite talvolta incurabili, quasi come delle macchie che non possono andare via. Le rughe prendono vita, ma le nostre idee sono eterne e lo saranno per sempre. Proprio per questo nel brano Diventar vento, che dà nome all’album, alludo ai semidei, ai guerrieri che con gli scudi si difendevano durante le battaglie. Un po’ tutti siamo come i bronzi che, nonostante le rughe e i segni che ci lascia il tempo, riusciamo a vincere le nostre battaglie. È da qui che nasce anche Un posto migliore, cioè il posto sicuro che ognuno di noi tiene per sé per rifugiarsi da tutto ciò che ci può far male. Anche Mare è un brano che si lega molto a questa tematica. Un mare ci può far annegare ma, allo stesso tempo, ci può fare ritrovare, come è successo per i Bronzi di Riace.


Gedac

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