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Attualità

Ecco come le Elezioni Politiche saranno un nuovo referendum sul nucleare


Edil Merici

Di Matteo Bono

Il nucleare è nuovamente entrato nel dibattito politico a seguito della crisi energetica che sta colpendo tutta Europa e in modo particolare il nostro Paese.
Il 25 settembre, giorno delle elezioni, di fatto gli italiani sono chiamati nuovamente a schierarsi a favore o contro al nucleare in Italia, dopo che è stato bandito di fatto dopo il Referendum del 1987 e quello del 2011.
Ma perché si torna a parlare di nucleare in Italia? Il nostro Paese sta passando una crisi energetica senza precedenti proprio per la nostra incapacità di produrre abbastanza energia da poter soddisfare il consumo nazionale. La dipendenza energetica dalla Russia ci ha condannati a prezzi alle stelle per l’energia (Gas: +653% e Luce +236% rispetto all’anno scorso).

Quali partiti hanno introdotto il nucleare nei propri programmi?

Può essere quindi il nucleare una soluzione a questa situazione? Secondo la maggioranza dei partiti lo è! L’essere favorevoli al nucleare, di fatto, unisce la maggior parte dei partiti candidati con la sola eccezione del centrosinistra, che si schiera fortemente contro.
Andiamo a vedere, quindi, cosa prevedono i programmi elettorali di tutti i partiti elettorali:

Centrodestra (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega)

Il centrodestra vuole fortemente adottare il nucleare come fonte sicura e pulita per rendere l’Italia il meno dipendente possibile da fonti energetiche estere. In particolare Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi sottolineano come una centrale nucleare di nuova generazione è estremamente sicura, ben lontana dai disastri nucleari del passato.

Terzo Polo (Azione e Italia Viva)

Anche il terzo polo è a favore del nucleare. Nonostante la priorità siano le rinnovabili, Carlo Calenda e Matteo Renzi vogliono introdurre il nucleare nel mix energetico italiano per facilitare gli obiettivi energetici del 2050. Il progetto nucleare per il terzo polo è una questione a lungo termine, per svincolare l’Italia dalle fonti fossili.

Movimento 5 Stelle

Il Movimento 5 Stelle è l’unico partito a non citare il nucleare nel proprio programma politico. Il capogruppo Giuseppe Conte ha espresso una contrarietà al finanziamento pubblico di progetti nucleari, di fatto non escludendo la possibilità di progetti privati. Un elemento di dibattito portato dal Movimento è la messa in discussione del nucleare di nuova generazione: non ci sarebbero infatti ancora dati sulle ricadute sul piano pratico di queste nuove centrali nucleari.

Impegno Civico

Luigi Di Maio, a sua volta, non si posiziona nettamente contro, ma durante la campagna elettorale ha spesso fatto notare come questa soluzione sia a lungo termine e si debbano fare altri investimenti per non fare chiudere le imprese, piagate dalle offerte luce e gas per aziende, entro pochi mesi.

Coalizione di Centrosinistra

Il Partito Democratico, insieme agli altri partiti alleati, è l’unica coalizione che si schiera fortemente contro il nucleare, preferendo focalizzarsi sulle energie rinnovabili come fotovoltaico, geotermico o eolico e senza scorie nucleari. +Europa in particolare si dice favorevole alla ricerca per centrali a Fusione Nucleare, una tecnologia diversa rispetto a quella attuale.

Nucleare in Italia: qual è la situazione?

L’Italia, attualmente, non produce energia elettrica da centrali nucleari, nonostante conservi 4 centrali nucleari dismesse a partire degli anni ’90.
Al contrario, però, tutti gli altri partner commerciali del G7 sfruttano l’energia nucleare:

  • Francia: 69,3% della produzione totale;
  • Stati Uniti: 18,6% della produzione totale;
  • Regno Unito: 14,8% della produzione totale;
  • Canada: 14,4% della produzione totale;
  • Germania: 11,8% della produzione totale;
  • Giappone: 6% della produzione totale.

In Italia, inoltre, le Centrali nucleari presenti sono impianti degli anni ’60 (ad eccezione di quella di Caorso) e non incontrano le condizioni di sicurezza attuali. Questo le rende di conseguenza inutili per un futuro energetico italiano. Un altro punto da sottolineare è quello dei depositi di scorie nucleari. Attualmente sono 3 ma, nel caso in cui si passasse nuovamente al nucleare, non sarebbero abbastanza per accogliere le scorie prodotte dagli ipotetici impianti futuri.
L’Italia ha già detto no al nucleare due volte in passato, rispettivamente nel 1987 con un referendum promosso dai Radicali, figlio del disastro di Chernobyl dello stesso anno, e quello del 2011, che ha visto il disastro nucleare di Fukushima pochi giorni prima del voto, abolendo il piano energetico del governo Berlusconi del 2008 con il 94% delle preferenze.

Quali sono i pro e i contro del nucleare in Italia?

Verosimilmente il nucleare non può essere una soluzione per la crisi attuale, perché le infrastrutture attuali non possono essere utilizzate e non possono essere prese in considerazione per un piano futuro.
A ogni modo l’investimento sul nucleare potrebbe portare l’Italia a una relativa indipendenza energetica negli anni futuri, scongiurando una nuova crisi energetica come quella attuale.
Gli investimenti sarebbero cospicui e non indifferenti, in quanto dovrebbero includere l’intera infrastruttura nucleare nazionale. Questo però porterebbe anche a una riduzione del gas e degli idrocarburi come fonti energetiche nel Paese, riducendo le emissioni. Nonostante ciò non possono essere prese in considerazioni le scorie nucleari.
Il nucleare, in conclusione, muove ancora il dibattito pubblico e gli italiani verranno chiamati la prossima domenica a una nuova decisione sull’argomento.

Fonte: prontobolletta.it
Foto:
skuola.net


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