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Costume e SocietàLetteratura

La benevola ombra di Nettuno

Наталина - Solo due mesi d’amore


GRF

Di Bruno Siciliano

⚠️ ATTENZIONE!
Scorri in fondo all’articolo per ascoltare questo capitolo del romanzo letto dalla viva voce di un lettore d’eccezione: Jacopo Giuca!

Mi avviai a piedi verso casa. Le macchine mi scorrevano a lato e a volte strombazzavano quando la mia distrazione mi portava a scendere dal marciapiedi e invadere, senza volerlo, la loro corsia di marcia. Guardavo, senza vedere le vetrine illuminate e i locali. I pub strapieni già di giovani e i quasi silenti ristoranti. Mi sembrava di non riconoscerli più, eppure chissà quante volte c’ero stato. Camminavo, adesso, lungo Via Vittorio Emanuele. A tratti, ormai, vedevo il mare e le navi, quelle da crociera ormeggiate al porto e quelle molto più piccole che sembravano attendere docili i loro marinai con la voglia irrefrenabile di riprendere il mare infinito. Camminavo lento, adesso, ma deciso verso un appuntamento che nessuno aveva mai preso ma al quale non avrei voluto mai, per nessuna ragione, mancare. Eccolo, il mio vecchio amico, il Nettuno che placa il mare. Ero stanco e mi sedetti sulla sporgenza del basamento della statua, mi sentivo come protetto da quella enorme mano che placa anche gli animi e le menti, come avevo sempre immaginato.
Non passò molto ed ella arrivò. Bella e fragrante come quella sera in Via La Farina. Ci abbracciammo, io aspiravo il suo profumo e lei mi guardava con un sorriso incredibile che infondeva serenità e pace.
«Come farà Brook, con Lara?»
«Ci saprà fare, vedrai, e poi noi ci saremo sempre, la sapremo guidare.»
«Avrà bisogno di trovare un lavoro, per potersi mantenere. Non sa fare nulla.»
«Nulla? Non dire idiozie, hai visto come ci sa fare con i bambini?»
«È un po rozza.»
«Imparerà. E poi noi la guideremo. Lei accudirà la piccola, ma sarà Lara a far crescere lei e progredire ogni giorno un po’. Vedrai, sarà bellissimo.»
«Ne sono certo, sarà meraviglioso.»
«Ti amo.»
«Anch’io, e stavolta, davvero, sarà per sempre.»
Poi lei mi abbracciò. Avrei potuto divincolarmi se solo avessi voluto, ma io non volli e prolungai quell’abbraccio all’infinito e poi furono i baci e le promesse e i progetti come avevamo sempre fatto in quei due mesi d’amore.
Due ragazzi diretti all’Università, verso le sette del mattino dopo, trovarono il noto giornalista messinese Bruno Greco seduto come dormiente sulla sporgenza del basamento della statua del Nettuno in piazza Garibaldi. La causa della morte è ancora da accertare, ma non deve aver sofferto, perché aveva un sorriso incredibile stampato sul suo volto.

Fine

Foto: comune.messina.it

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Gedac

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