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Costume e SocietàLetteratura

Il guardiano del Castello – 4ª parte

Novelle Ioniche


GRF

Di Luisa Totino

“Tutti i presenti si misero a ridere e lei si sentì umiliata. Allora, si rivelò essere una potente strega e mi scagliò contro una tremenda maledizione. Sarei stato reietto e allontanato da tutti per il mio aspetto. Solo se avessi saputo apprezzare sinceramente l’operato del prossimo sarei tornato come prima. La clessidra della vita e della morte avrebbe scandito la mia nuova vita. Se il mio cuore disprezzava la sabbia scendeva dalla parte della falce, togliendo gioia e i ricordi felici; se invece tentavo di apprezzare la sabbia scendeva dalla parte dell’albero della vita, portando gioia e prosperità, ma c’era l’inganno, la persona a cui elargivo felicità doveva accettarmi per quello che ero, ma di fronte ad un mostro tutti fuggivano e io rimanevo nella mia maledizione. Avevo quasi del tutto perso le speranze e quando incontrai te con i tuoi spettacolini, pensai che avrei potuto ingannare la strega rifilandoti la clessidra, ma è stato tutto inutile, perché sei scappato. La maledizione sta per diventare permanente. Al sorgere della cinquecentesima luna rimarrò un mostro, per sempre.”
Allora gli dissi: “Non tutto è perduto, nessuno è mai completamente malvagio. Devi tornare a ciò che ti ha reso felice nella tua vita. Provaci!”
E l’uomo: “Quando ero piccolo, mio padre giocava spesso con me, ero prezioso, per lui, più di un diamante e io ero felicissimo. Poi si ammalò e morì e io non mi diedi più pace, stordendomi nelle feste e nel lusso.”
Dopo quel racconto, mi venne l’dea di fare uno spettacolo gioioso e spensierato, con l’ingenuità che solo i bambini sanno trasmettere. Mi misi subito a lavoro, raccolsi tutti i bambini del Borgo e spiegai loro ciò che avrebbero dovuto fare. Sulle prime i genitori non erano tranquilli di far entrare i loro figli nel Castello, ma io garantì per loro. Tutti si mobilitarono, per gli abiti e gli addobbi. L’uomo guardava a distanza, sembrava quasi che gli occhi gli brillassero dall’emozione. La sera dello spettacolo giunse e ci fu anche il pubblico, tutto era pronto per andare in scena. I bambini furono straordinari, con le loro canzoni e i loro balli. Alla fine furono applauditi e ringraziarono con l’inchino i presenti. Poi dissi loro che avrebbero dovuto incontrare il guardiano del Castello, che lo avrebbero visto un po’ diverso dagli altri, ma che era buono e non avrebbe fatto loro del male. Feci un cenno con la testa e lui uscì allo scoperto, gli adulti si fecero prendere dal panico e fuggirono, i bambini, invece, rimasero a bocca aperta. Uno di loro si avvicinò e lo accarezzò, dicendogli:
“Ti fa molto caldo con tutto questo pelo?”
Il mostro si commosse e si lasciò abbracciare da tutti i bambini, dicendo loro: “Siete stati eccezionali, avete sciolto il mio cuore.”
All’improvviso, a quelle parole, fu avvolto da una luce intensissima che lo portò in alto e poi lo fece ricadere a terra con un tonfo enorme. Pensai fosse morto. Preso dalla disperazione, portai via i bambini e poi fuggì nel bosco, più lontano possibile, dove poi, mi avete trovato.»
Gregorio disse: «Una storia incredibile! Hai fatto tutto il possibile per lui, non è colpa tua se è morto.»
E Federico: «Noi non avremmo avuto il tuo stesso coraggio. Dio te ne darà merito, hai comunque fatto breccia nel suo cuore, è questo che conta.»
Intanto i tre erano arrivati al Borgo e, con grande meraviglia, videro un viavai di gente, con panieri di cibo, abiti e ghirlande. Fra Galdino chiese a un passante cosa stesse accadendo ed egli rispose che una grande festa si sarebbe tenuta al Castello, tutti gli abitanti erano stati invitati. Allora, i tre si diressero al Castello, cercando di farsi strada tra la gente. Entrarono nel grande atrio e videro un giovane, di bellissimo aspetto, parlare con delle persone sulla festa.
Quando il giovane vide fra Galdino gli corse incontro e lo abbracciò: «Grazie al cielo sei tornato. Volevi scappare di nuovo. Guarda, è tutto merito tuo. La maledizione è finita, mi hai salvato!»
E fra Galdino: «Ma eri morto. Ti ho visto a terra!»
E il giovane: «Era la mia vita di prima a essere morta, ma non quella futura. Dio ci ha insegnato molto, ci siamo redenti entrambi!»
Gregorio disse: «Andremo con più entusiasmo al Giubileo di papa Bonifacio a Roma!»
E il giovane: «No, cari amici pellegrini, andremo tutti a Roma da papa Bonifacio! Riceveremo l’indulgenza plenaria e porteremo la nostra gioia a chiunque. Venite a rifocillarvi, ci attende un lungo viaggio verso il Giubileo!»

Fine

Foto: depositphotos.com


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