Sant’Agata del Bianco: rinvenuta la lama di un’ascia risalente al 1.600 a.C.
Un mese fa, Alfonso Picone Chiodo, appassionato di escursionismo e studioso innamorato dell’Aspromonte, che ha recentemente pubblicato assieme a Giuseppe Battaglia un interessante volume dal titolo Guida all’Aspromonte misterioso, edito da Rubbettino, ha rinvenuto nel territorio di Sant’Agata del Bianco i resti di un’ascia (la lama) risalente, secondo un primo studio, circa al 1.600/1.500 anni avanti Cristo.
Il reperto è stato consegnato alla direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Locri, laddove, anche dal verbale di consegna, si evince che è stato ritrovato in Località Arioso di Sant’Agata del Bianco.
Si tratta di un’area che era proprietà del Barone Franco e, adesso, fa parte del territorio di Sant’Agata del Bianco (proprio sotto quel monte Scapparrone che dal paese sembra un vulcano e che il viaggiatore inglese Edward Lear disegnò nel 1847 appuntando che “la montagna è blu”).
Questa scoperta confermerebbe, in un certo senso, i racconti di pastori e contadini che sostenevano di aver rinvenuto antiche sepolture nel nostro territorio.