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Attualità

“Il pizzo lo paga chi lavora, per questo politica e imprenditoria si girano dall’altra parte”


GRF

Dalla sezione regionale della FILCAMS

Qual è la Calabria Straordinaria: quella emersa nell’inchiesta condotta dal Procuratore Nicola Gratteri sulla Costa degli dei o quella raccontata dalla Regione Calabria? Questa è la domanda che non solo chi vive e lavora in questa terra per liberarla dal sopruso e dall’illegalità, ma principalmente il Presidente della nostra Regione dovrebbe porsi.
Soprattutto se vivi in una terra in cui subire attacchi, minacce, imposizioni, ricatti se lavori nel settore turistico fa parte del pane quotidiano e del bilancio aziendale.
Chi paga il prezzo del ricatto ‘ndranghetista lo abbiamo detto più volte, già quattro anni fa, quando l’inchiesta si chiamava Malapianta e le coste calabresi erano quelle della ionica crotonese; la sezione calabrese della Federazione Italiana Lavoratori Commercio, Albergo, Mensa e Servizi lanciò l’allarme e la proposta Caffè Corretto per chiedere alla politica, alle istituzioni, alle imprese di fare massa critica e costruire sinergie positive. Siccome a pagare il pizzo sono i lavoratori e le lavoratrici attraverso l’uso di contratti pirata, il lavoro nero, grigio, il caporalato, quella posta in bilancio, evidentemente, non deve essere tanto problematica per le imprese… avete visto imprenditori scendere in piazza contro la ‘ndrangheta perché è aumentata la rata del pizzo? Noi li abbiamo visti nella precedente stagione balneare inveire contro lo Stato, l’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, il Reddito di Cittadinanza che avrebbe a loro dire creato sacche di fannulloni che non hanno voglia di lavorare. Questi i problemi del turismo raccontati dal mondo imprenditoriale e dalla Regione Calabria che, tanto per rimanere coerenti quando si tratta di risorse pubbliche, incentivi e bonus, trovano sempre buone sinergie, in barba al rischio che i soldi vadano a finire nei bilanci sommersi della criminalità organizzata.
La sezione regionale della FILCAMS, nel sostenere e apprezzare il lavoro e l’impegno della Magistratura e delle Forze dell’Ordine, fa appello al Presidente Occhiuto affinché la Regione si affidi urgentemente a un confronto istituzionale vero (non in stile gran galà, come nel caso degli stati generali del turismo…) di merito e partecipato dalle parti sociali che si occupano e lavorano per il settore turistico calabrese.
Crediamo che la Calabria la si possa raccontare come si vuole, è una terra che si presta ad essere amata e valorizzata da qualsiasi sfaccettatura la si guardi, ma per diventare attrattiva a chi non la vive quotidianamente bisogna prima di tutto fare i conti con il male che la corrode, la logora, la spegne. Ci sono esempi, nel Sud, di terre aride e inospitali che si sono trasformate, solo dopo essersi ribellate alle mafie, in luoghi straordinari, nei quali turismo e accoglienza hanno portato lavoro e benessere. Presidente Occhiuto, vogliamo aprire gli occhi?

Foto: quotidianodelsud.it


Gedac

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