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Costume e Società

Jaddico: luogo di spiritualità in grado di donare ristoro a tutti


Edil Merici

Di Ilaria Solazzo

Il Santuario di Santa Maria Madre della Chiesa, meglio conosciuto come la chiesa di Jaddico, è situato sulla Strada Statale 379 (al chilometro 46) a poca distanza in direzione nord di Brindisi. Jaddico è una bella contrada di campagna alle porte della città, che si estende fra boschetti di macchia mediterranea e filari di vigna. In questo ambiente sorge un santuario poco noto, ma amatissimo e ricco di segni, guarigioni e conversioni; è dedicato a Maria Madre della Chiesa. A Jaddico (così si chiama la contrada da cui il Santuario prende il nome) si fa anche adorazione perpetua, giorno e notte, senza sosta. E non c’è da stupirsi, perché è Maria la padrona di casa. Dedicato a Lei come Maria Madre della Chiesa, primo Santuario al mondo con questo titolo dal 1965, Jaddico è casa: semplice, umile, poco chiassoso, nel perfetto stile di Maria. Costruito appena sotto quella che sarebbe diventata la super strada, su una parallela minore eppure visibile da sopra, all’esterno si trova una fonte d’acqua. L’altare è posto in fondo a quello che sembra un piccolo anfiteatro. La prima cosa che ti guarda, prima ancora che sia tu a vederla, è un dipinto della Madonna col bambino, sul resto di quello che sembra un muro rupestre, poi recuperato. È magnetico, fortissimo. Tutta la storia di questo santuario ruota intorno a quel dipinto. Nella notte tra l’11 e il 12 agosto 1962, un vigile urbano di Brindisi, Teodoro D’Amici, fa un sogno: sente una voce femminile dolcissima che lo invita a raggiungere un luogo, in campagna, dove c’è un muro fatiscente ma sul quale è ancora visibile un affresco della Madonna col bambino. La voce gli dice: «Portami ceri e fiori». «A che ora?» domanda lui. «A mezzanotte». La notte tra il 14 e il 15 agosto, giorno dell’Assunta, Teodoro si reca nel luogo indicato. I sogni continuano e il devoto vigile torna al rudere, insieme alla moglie, la notte del 20 Agosto. Qui, mentre pone i fiori nel vaso, il rudere si illumina di una luce intensa che rende brillante l’affresco. Teodoro cade in ginocchio e pronuncia queste parole: «Dimmi quello che vuoi, Madonna mia, e mi farò servo tuo, per accontentarti». Lo strano fenomeno si ripete ancora la notte del 27 e del 31 agosto. In queste notti non si illumina solo il dipinto ma l’intera campagna circostante. Nel frattempo, la voce si è sparsa e molte persone assistono al fenomeno luminescente. Il 6 settembre Teodoro sogna di andare a trovare la Madonna, che sembra aspettarlo in una piccola strada piena di spine. Gli dice: «Figlio mio, ho tanto freddo, coprimi». Teodoro intuisce in quelle parole la volontà di costruirle intorno una casa, un Santuario. La notte del 7 settembre, è quella che sancisce l’avvenimento più importante: mentre Teodoro è in preghiera con altri famigliari e amici, sente dei rumori provenire dalle spalle del muro affrescato. Fa il giro, finalmente la Madonna gli appare, in piena coscienza, in carne e ossa. L’intensità dell’incontro è così forte che Teodoro quasi sviene. Il 17 ottobre fa un altro sogno: vede degli operai che stanno gettando le fondamenta della Chiesa ma del cemento gli va nell’occhio, che inizia a bruciare. Allora la Madonna gli dice: «Va da quella parte dove c’è l’acqua mia, lavati, e tutto passerà». Questo sogno viene confermato il 5 novembre, dopo che il muro si illumina di nuovo per una durata di circa 5 minuti; mentre Teodoro è in ginocchio, sente la Madonna pronunciare queste parole: «Ciò che tu vedi gli altri non potranno vedere. Cerca l’acqua mia e la troverai». Il 21 Novembre, dopo giorni di ricerca, vengono alla luce quattro polle d’acqua sorgiva.
La Madonna scelse di apparire a un vigile urbano. Non a dei bambini, non a dei consacrati. Ma a un uomo che, nella semplicità della sua vita, provava a vivere da cristiano vero. La Madonna di Jaddico è la Madonna della porta accanto, della contrada sconosciuta, della campagna che circonda i nostri paesi, della strada. Una presenza che ci ricorda che la vicinanza con Suo figlio può essere costante e totale anche dal piccolo delle nostre vite normali, tra un turno di lavoro e un altro, tra le discussioni, nelle incomprensioni con chi amiamo. Lei è lì, insieme a Suo figlio sempre esposto, ad aspettarci instancabile, giorno e notte, come solo Lei sa fare, per accoglierci tra le sue braccia e riportarci alla fonte della vita, sempre. Da quel giorno, senza sosta, i fedeli portano malati a quell’acqua e diverse sono state le guarigioni e i miracoli. Utilizzando tutti i suoi risparmi, contraendo debiti e chiedendo donazioni che generose arrivano dalla gente, Teodoro fa sì che i lavori continuino senza sosta. Il 27 maggio 1963 è la data dell’ultimo appuntamento visibile con la Madonna, l’ultima illuminazione. Sono presenti più di 70 persone. Nel silenzio e nella preghiera si alza un grido: «Ecco la Madonna!» Ad averla vista, stavolta, però, non era stato Teodoro, ma una ragazza sordomuta, che piangendo indica il quadro. A custodire il Santuario giorno e notte sono i Padri Carmelitani scalzi. Luogo di incontro per i pellegrini che ci vanno appositamente o per quelli che, passando, si trovano per provvidenza a incontrarli, Jaddico è uno di quei luoghi di pellegrinaggio minori, sicuramente meno conosciuti rispetto ai grandi Fatima o Lourdes, dove pure la Madonna è apparsa allo stesso modo. la Sua luce illumina ogni cosa intorno. Una Madonna che si spoglia, che si dà senza protezione, senza difficoltà, una Madonna così facile da trovare che squarcia la coltre della nostra incredulità e ci chiede con forza: «Ma tu ci credi che io sono qui, con te, nella tua vita, nella sua semplicità, tra le tue cose quotidiane, sulla strada della tua vita?» E che ci chiama alla santità.
Jaddico è stato e continua a essere in questi anni luogo di piccoli e grandi miracoli, fisici e spirituali. Di conversione e di preghiera. Tantissimi i volti noti che hanno visitato il Santuario pugliese collocato in Brindisi, da Claudia Koll a Paolo Brosio. Senza nulla togliere ai luoghi noti in tutto il mondo per le apparizioni mariane, oggi, noi vogliamo porre un accento su questo posto sacro. Khalil Gibran ha detto:

Dicono che capendo noi stessi capiremo meglio gli altri, ma io vi dico, amando gli altri impareremo qualcosa in più su noi stessi.

È facile amare l’umanità, difficile è amare il prossimo. San Francesco di Sales affermò:

Mettetevi sempre al posto del vostro prossimo, e mettete il prossimo al vostro posto; così giudicherete bene. Comprando immaginate di essere chi vende, e vendendo, d’essere chi compra, così comprerete e venderete equamente.

In un epoca di connessione a internet24 ore su 24, in una società che mette al primo posto la materialità alla spiritualità il mio invito è quello di ritrovare la propria serenità toccando luoghi dell’anima come Jaddico capaci di dare ristoro a tutti.


GRF

Ilaria Solazzo

La pugliese Ilaria Solazzo risponde in pieno alla definizione di “multitasking”. Giovane donna, ha alle spalle mille differenti attività: la redazione di libri, una buona esperienza nel campo della grafica, la pubblicazione di vari testi e non solo! È anche appassionata di lettura (specie la fantascienza), moda, costume e poesia. È giornalista pubblicista, blogger… e tanto altro. Dal decennio di nascita - gli anni ‘80 - ha ereditato la passione per la televisione che, per lei, si incarna nel binomio Carrà/Cuccarini. Dinamica, professionale, seria, ama la vita a colori.

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