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Costume e SocietàSpettacolo

Il Telegatto: oscar dello spettacolo ed effige di una televisione che non c’è più


Edil Merici

Di Ilaria Solazzo

Il Gran Premio Internazionale dello Spettacolo, meglio noto come Telegatto (dal nome del premio consegnato ai vari vincitori), era il concorso ideato e organizzato dalla rivista settimanale TV Sorrisi e Canzoni dedicato agli artisti. Nato come evento nel 1971, a partire dal 1984 fu trasmesso sulle reti Mediaset, fino alla sua sospensione nel 2008.
Avevo un anno la prima volta che i miei genitori mi posizionarono davanti la TV mentre erano intenti a seguire lo spettacolo. Ovviamente non mi è dato ricordare nulla di quel momento, ma quando ne avevo otto, nel 1991, a condurre la manifestazione fu chiamata una coppia che mi piacque oltremodo: quella formata da Corrado Mantoni e Raffaella Carrà. Nel rivedere oggi quelle immagini (grazie al canale YouTube che ne conserva vari frammenti) è impossibile non riconoscere tutti quei volti noti del piccolo schermo che oggi non sono più tra noi, a iniziare proprio dai due conduttori. Per tutti coloro che, come me, hanno amato e amano tutt’ora gli anni ‘80 e ‘90 è dura da mandare giù. È come ripercorrere il nastro del film della nostra vita, perché ogni volto celebre  inconsciamente lo abbiamo sigillato in testa e associato a un ricordo. Tornando a loro, Corrado e Raffaella, spicca ancora di più oggi l’assoluta parità tra uomo e donna nella conduzione, un valore che poi, nel corso degli anni, si è andato progressivamente perdendo. Stesso discorso potrebbe farsi per la professionalità cristallina dei conduttori (divenuta merce rarissima nell’attualità della televisione italiana).
Quella 8ª edizione del Gran Premio Internazionale dello Spettacolo si tenne, come consuetudine, a Milano, presso il Teatro Nazionale, il 7 maggio. L’incasso della serata fu devoluto all’Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Ospiti della serata, direttamente da Hollywood, furono gli attori Robert De Niro (che incontró, commosso, il suo doppiatore italiano storico Ferruccio Amendola) e Robert Mitchum, che ricevette il Telegatto alla carriera. Personaggio femminile dell’anno fu proprio lei, l’eclettica Carrà che, con la sua naturale compostezza, scelse di ringraziare innanzitutto il suo amato pubblico e poi tutti coloro che la sostenevano professionalmente. E indovinate un po’ chi fu proclamato personaggio maschile dell’anno? Proprio il buon Corrado. Su quel palco presenziarono volti come Monica Bellucci, Giorgio Gaber, Massimo Ranieri, Carol Alt solo per citarne alcuni. Mio nonno direbbe: «Ne è passata di acqua sotto i ponti!»
Non ho più otto anni e le cose, in Italia non sono più quelle d’un tempo ma, fortunatamente, grazie alla memoria e grazie al buon uso di alcuni mezzi tecnologici moderni si possono rivivere ricordi che aprono un cassetto segreto riportando a galla emozioni e sensazioni.
Con un balzo temporale arriviamo nel 2000: ad affiancare anche la Carrà, regina indiscussa della televisione Italiana, vi era il simpatico Paolo Bonolis, romano di gran cuore e intelligenza. E, ancora, nel 2004 a fare gli onori di casa, assieme alla Carrà troviamo Gerry Scotti. Tre accoppiate diverse tra loro. Qualcuno direbbe che in comune avevano solo la coconduttrice, ma non è assolutamente così. Parliamo di anni tra loro diversissimi, momenti storici con situazioni geopolitiche e sociali profondamente differenti. Ma di tutte le conduzioni furono le tre che ho preferito.
L’ironia e il valore dei conduttori non oscuravano mai i presenti in sala. In particolare la figura maschile fu rappresentata da tre capitani, professionisti differenti tra loro che (con cultura, preparazione e simpatia) hanno saputo entrare nelle case degli italiani in punta di piedi.
Il premio consegnato (la statuetta più amata dal jet set italiano dello spettacolo e non solo) protagonista indiscussa dei meravigliosi anni ’80, ‘90 e primi 2000, ha una sua storia particolare. Oggi può essere custodita gelosamente a casa di chiunque, che può sentirsi un po’ una stella del mondo dello spettacolo. Questo perché, per varie cause, alcuni vincitori hanno deciso di mettere all’asta la statuetta.
Ci si pone spesso la domanda: “Cosa rende il Telegatto un oggetto così desiderato?”
La risposta potrebbe essere che i decenni ‘80 e 90 sono stati, per la televisione italiana, anni di sperimentazione, divertenti, spumeggianti e appassionati. Il piccolo schermo era il fedele compagno dei pomeriggi dopo scuola e delle cene in famiglia. Sul televisore si alternavano Mike Bongiorno, Pippo Baudo e gli stessi Corrado e Scotti, in un turbinio di sigle e stacchetti. Ed era proprio in quegli anni che andava in onda la tradizionale Notte dei Telegatti, con noti attori e cantanti ad alternarsi sul palcoscenico per ritirare il Gran Premio Internazionale dello Spettacolo. Come dimenticare la notte del 1988, quando un emozionato Giulio Andreotti consegnò nelle mani della leggendaria star italiana Sophia Loren il premio per lo sceneggiato straniero Mamma Lucia? Il telefilm era andato in onda non solo in Italia, ma anche in America e in ex Jugoslavia. Mentre passavo le varie fasi della mia adolescenza e mi nutrivo di pane e televisione, aspettavo con impazienza quella notte dell’anno, che mi avrebbe fatto battere il cuore all’impazzata. Un’attesa, quella per il Gran Premio Internazionale della TV, quasi maniacale, accompagnata da un cerimoniale altrettanto attento e minuzioso: poltrona di fronte al televisore, telefoni spenti, silenzio assoluto. Forse in pochi hanno compreso quanto il mondo dello spettacolo abbia la forza di influenzare così profondamente la quotidianità di quei telespettatori che annualmente aspettavano la notte dei Telegatti per svagarsi un po’. Lo spettacolo incarnava la spettacolarizzazione della televisione Italiana, che rendeva quei volti inavvicinabili eppure compagni di vita. Oggi, tramite i social, tutti possono avere un’interazione diretta con i loro beniamini ed è per questo che i Telegatti adesso non avrebbero lo stesso fascino. Come tutto cambia, muta, si trasforma, rendendoci sempre diversi, e imponendoci di non restare fermi, anche i fenomeni sociali mutano. Ma il cuore e i ricordi ci ancorano alle nostre certezze, comprese quelle televisive.

Foto: anca-aste.it


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Ilaria Solazzo

La pugliese Ilaria Solazzo risponde in pieno alla definizione di “multitasking”. Giovane donna, ha alle spalle mille differenti attività: la redazione di libri, una buona esperienza nel campo della grafica, la pubblicazione di vari testi e non solo! È anche appassionata di lettura (specie la fantascienza), moda, costume e poesia. È giornalista pubblicista, blogger… e tanto altro. Dal decennio di nascita - gli anni ‘80 - ha ereditato la passione per la televisione che, per lei, si incarna nel binomio Carrà/Cuccarini. Dinamica, professionale, seria, ama la vita a colori.

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