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Costume e Società

Gli imbattuti record di Emilio Colombo


Edil Merici

Di Vincenzo Speziali

Cominciò, come precedentemente accennato, la sua carriera di membro del Governo italiano nel 1950, esibendosi sottosegretario all’Agricoltura nel V, VI, VII e VIII De Gasperi, per continuare, nel medesimo incarico, con gli esecutivi Pella, Fanfani I e Scelba. Di lì, poi, divenne ministro dell’Agricoltura nei Governi Segni I e Zoli, mentre, successivamente ricoprì gli ulteriori incarichi di ministro del Commercio con l’Estero nel Fanfani II, ministro dell’Industria (dove, notoriamente e proficuamente, si batté per migliorare e potenziare lo sviluppo del comparto, in tutto il Mezzogiorno) con il Segni II, il Governo presieduto da Tambroni e con i Fanfani III e IV.
Durante gli anni ’60 e fino a quando non divenne proprio lui presidente del Consiglio, lo si ritrova tra i Ministeri del Tesoro e quello del Bilancio nei tre Governi Moro, nella trilogia di quelli Rumor e nel Leone I e II.
Dopo la parentesi di quasi due anni dell’esecutivo da lui guidato, durante i quali dovette affrontare pure i moti reggini e aquilani per il capoluogo delle rispettive regioni (confessandomi la sua angoscia, personalissima e affettiva, per le vicende in riva allo Stretto dove, per mantenere l’ordine pubblico e le vestigia dello stato, non esitò a inviare la forza pubblica e l’esercito), riprese gli incarichi ministeriali, nuovamente al Tesoro con l’Andreotti I e poi come Ministro senza portafoglio (delegato per l’Organizzazione delle Nazioni Unite) nell’Andreotti II, quindi alle Finanze nel Rumor IV e nuovamente al Tesoro nei Moro IV e V.
A questo punto, bisogna fermarsi un attimo e cristallizzare un aspetto, anzi confermare i due record, fino a ora imbattuti da chiunque, persino tra (noi) democristiani, anzi, detenuti, proprio e solo, dal nostro:

  1. Emilio è l’unico (dico l’unico e ripeto l’unico)– non solo tra i membri della DC, ma tra tutti i politici di tutti i partiti (pur se quelli di oggi non lo sono affatto, né partiti né politici), a essere stato ininterrottamente, per ventisei anni di fila, in ogni governo (dall’avvento della Repubblica, fino ai nostri giorni), cioè dal 1950 al 1976;
  2. è stato il solo presidente del Consiglio (o ex), ad avere raccolto oltre il 72% dei consensi, in una competizione elettorale (precisamente quella del 1972) nella sua circoscrizione, rendendolo il più suffragato dell’Italia unita.

Entrambi questi primati (o anche uno solo di questi!) non li hanno ottenuti manco Alcide De Gasperi, Amintore Fanfani, Antonio Segni, Mariano Rumor, Andreotti, Francesco Cossiga, Arnaldo Forlani, Criaco De Mita, oppure Bettino Craxi e Giovanni Spadolini (in riferimento ai laici) per non parlare di Silvio Berlusconi (il quale smercia falsità storiche a buon mercato, pure in capo a ciò e si attribuisce vittorie strabilianti, nemmeno fossimo ad una cenetta elegante organizzata, non ovviamente da Tina Anselmi… e ho detto tutto!).
Persino Aldo Moro (già, Moro, sempre Moro, solo Moro, ovvero il migliore di qualsiasi epoca, quindi figuriamoci se non pure di quella che viviamo e che non ha politici di razza, bensì una strana o differente fauna!) non ha potuto conseguire un risultato simile, ma ha compensato la tal cosa con la sua sublimità inarrivabile, poiché rimane e rimarrà, eternamente ineguagliabile e insuperabile, per tutti e chiunque!
Certo, Emilio (che fu, finanche, sindaco di Potenza dal 1952 al 1954) dopo il 1976, con la chiusura degli ultimi due esecutivi guidati dal presidente martire, restò con gli incarichi internazionali che ho precedentemente citato, cioè la Presidenza del Parlamento Europeo e poi la Presidenza della Commissione Esteri di Strasburgo, dal 1979 all’80, poiché in quell’anno riprese la sua presenza nei governi italiani fino al 1983 (ovvero Cossiga II, Forlani, Spadolini I e II, oltre che il Fanfani V), sempre, quale ministro degli Esteri.
Dopodiché, lo ritroviamo, nuovamente, a capo del Ministero del Bilancio, nell’esecutivo di Giovanni Goria (28 luglio 1987/13 aprile 1988) e alla guida di quello delle Finanze nel governo guidato da De Mita (3 aprile 1988 fino al luglio 1989) restando, ovviamente, deputato, eletto nella circoscrizione Potenza/Matera, cioè la Basilicata natia, tuttavia di adozione famigliare.

Continua…

Foto: lecronachelucane.it

Originariamente pubblicato su calabria7.it


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