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Costume e Società

E se la tarantella fosse in realtà di origine greca?


Edil Merici

È ormai quasi certo che la tarantella calabrese trae le proprie origini della antica civiltà greca: sono numerose le testimonianze storiche che sembrano datare il tradizionale ballo a tale epoca. Analizzando le antiche anfore ellelinche che raffigurano personaggi che danzano, viene infatti da credere che si stessero muovendo a ritmo di tarantella. Per non parlare dei suonatori riportati in diverse altre anfore: personaggi alle prese con lire e tamburelli di pelle di capra e con certi flauti che sembrano anticipare di parecchi secoli le Pipite calabresi: strumenti ancora oggi in uso nella nostra Regione, specie nella zona della Locride. E poi l’appellativo di Tarantella (attribuito attualmente a una danza, forse medievale, che simulava le convulsioni dopo il morso di una tarantola) potrebbe derivare invece dai movimenti dell’uomo durante l’uso della rete di cui si servivano i nostri antenati greci per pescare a riva (chiamata appunto, tarantella) e che includeva, durante l’esercizio delle sue funzioni, gli stessi movimenti fisici del tradizionale ballo. Nelle decorazioni delle anfore si può inoltre notare come le danzatrici, guidate dal cosiddetto mastro di ballo che impugna il tradizionale bastone (usanza ancora in atto nel nostro territorio) tengono le mani ben salde ai fianchi come per simulare il ricavato che le massaie greche, tornando a casa dopo la pesca, erano solite portate su specifichi contenitori di terracotta che trasportavano in testa, dopo essersi collocate un drappo sulla stessa: tecnica, pure questa, ancora in uso in alcuni centri aspromontani. Potrebbero essere quindi queste le vere origini della nostra tarantella. Anche a noi piace dare voce a tale teoria che farebbe risalire le origini della nostra tarantella a quei popoli esperti di mare che hanno contribuito, in un tempo assai remoto, a rendere grande la nostra Regione.


Gedac

Francesco Marrapodi

Francesco Marrapodi approda a Métis dopo aver ricoperto importanti ruoli in altre testate giornalistiche. 
È stato Redattore Capo per la provincia di Reggio Calabria de “L’Attualità”, collaborato con “Calabria Letteraria” e con “Alganews”, nonché con la testata giornalistica “In Aspromonte”. 
Ha studiato tecniche e metodi di scrittura del “Gotham Writers' Workshop”, è stato inserito nell’antologia “Ho conosciuto Gerico” in onore di Alda Merini con la poesia “La Nova” e fa parte dell’“Unione Poeti dialettali di Calabria”.
L’8 agosto del 2014 ha realizzato sulla spiaggia di Bianco una statua di sabbia raffigurante Papa Francesco, evento recensito da “Famiglia Cristiana” per il quale ha ricevuto il ringraziamento e la benedizione del Papa in persona. 
Si è reso inoltre promotore di una campagna contro l’inquinamento marino con “La morte di Poseidone”, statua di sabbia che ha suscitato grande interesse in tutto il mondo. 
Francesco è oggi un punto di riferimento redazionale su Bianco e dintorni, con un ruolo di primo piano nella Redazione Cultura.

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